L’inizio della guerra in Siria

L’inizio della guerra in Siria

Hamad bin Jassin

Hamad bin Jassim

Da tempo era stato compreso il ruolo dell’Arabia Saudita in tutto il movimento mediorientale, soprattutto in Siria. Ora ci sono le dichiarazioni oltre a qualche leak d’intelligence….

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

1.Le interviste rilasciate da Qatar e russi.

Sin dall’ottobre scorso, l’emiro del Qatar, Hamad bin Jassim, in un’intervista televisiva, indica i retroscena della guerra in Siria, ripresa dai social network arabi che vengono in possesso anche di un documento della NSA (National Security Agency, organismo governativo degli USA che, con CIA e FBI, si occupa della sicurezza nazionale).

Dopo tre mesi la notizia è rilanciata su Sputnik, agenzia stampa russa.

In particolare, accade che nello stesso ottobre, Hamad bin Jassim indica in Jaber al-Thani (primo ministro) – regnante ancora il padre – come supervisore delle operazioni in Siria per conto del Qatar fino al 2013, così svelando i retroscena della guerra in Siria in concomitanza con la diffusione dei segreti dell’ NSA, e confermando al mondo come l’opposizione armata in Siria fosse “sotto comando”, cioè controllata da governi esteri fin dai primi anni del conflitto.

Subito, il 19 dello stesso ottobre, “Tyler Durden”, su Zero Hedge (‘Zero Barriere’, fondato nel 2009), anonimo statunitense su argomenti di geopolitica, in lingua inglese, ripropone la notizia, scandalizzando il mondo arabo, mentre rimane pressoché muta la stampa occidentale, ma non tutti: il 20 gennaio corrente, pubblica gli eventi l’esperto giornalista Ennio Remondino, già inviato speciale all’estero (Balcani, Turchia, Iraq, Iran e numerosi altri Paesi).

Per il presidente siriano, Bashar al-Asad, è “l’ammissione pubblica ad alto livello delle collusioni e del coordinamento tra i 4 Paesi per destabilizzare uno Stato indipendente dando il loro sostegno a Nusra/Al Qaeda”.

Si tratta insomma, di accuse note, assieme al nome dei quattro Paesi chiamati in causa: il Qatar, al fianco di Arabia Saudita, Turchia e Stati Uniti, rifornisce di armi e soldi ai jihadisti fin dal 2011.

In altri termini, si tratta di un’operazione gestita dalla GCC (Consiglio della Cooperazione del Golfo), vecchia alleanza petrolifera sunnita, stretta alleata degli USA e in parte di Israele.

Dopo le accuse al Qatar, esponenti dell’alleanza, ormai logori, rivelano la realtà: quasi tutte le monarchie del Golfo hanno finanziato movimenti jihadisti in Paesi come Siria, Iraq e Libia.

In particolare, in base alla traduzione di Zero Hedge, al-Thani sostiene che sia il re Abdullah dell’Arabia Saudita – che ha regnato fino al 2015 – che gli USA avevano riservato al Qatar un ruolo di primo piano nelle operazioni segrete per condurre una guerra per procura.

L’ex-primo ministro, svelando gli eventi, punta comunque a difendere e giustificare il sostegno dato al Qatar, e ad accusare Stati Uniti e Arabia Saudita di aver scaricato sul Qatar tutta la responsabilità della guerra contro il Presidente siriano. In altri termini, il Qatar coerentemente ha continuato a finanziare le truppe ribelli in Siria, mentre altri Paesi riducevano man mano il loro sostegno per cui il Qatar accusava di tradimento USA e Sauditi.

2. Le dichiarazioni del principe  Jaber al Thani.

Al Thani chiarisce che: “All’inizio degli eventi in Siria, mi sono recato in Arabia Saudita e, su precisa indicazione di sua altezza il principe, mio padre, ho incontrato Re Abdullah.

Il Re mi ha assicurato che ci avrebbe spalleggiato e ci saremmo coordinati ma che noi saremmo stati a capo dell’operazione,”

Tutto ciò che è stato fornito (alla Siria) passava dalla Turchia in coordinamento con le forze americane, e tutto è stato distribuito tramite i turchi e le forze statunitensi…”. “Forse ci sono stati errori e il sostegno è stato dato alla fazione sbagliata… Forse c’era un rapporto con Nusra, è possibile, ma io stesso non ne sono a conoscenza””…. “adesso la preda è sfuggita e continuiamo a combattere … mentre Bashar è ancora lì”.

Come è ormai noto, la CIA è stata direttamente coinvolta nei principali sforzi di cambio di regime in Siria insieme ai partner del Golfo suoi alleati, come confermano informative americane trapelate e declassificate”.

Il governo americano ha compreso ben presto che i sofisticati armamenti forniti dai Paesi del Golfo e dell’Occidente stavano andando ad al-Qaeda e a Daesh, nonostante secondo le dichiarazioni ufficiali dovessero servire ad armare i cosiddetti ribelli “moderati”… Ad esempio, in una informativa d’intelligence, datata 2014, fatta trapelare e diretta a Hillary Clinton, si conferma il supporto dato da Qatar e sauditi a Daesh”.

Un giorno prima dell’intervista al Primo Ministro Thani, Intercept pubblica un nuovo documento della NSA, emerso tra i file dell’intelligence divulgati da Edward Snowden, che dimostra senza ombra di dubbio che l’opposizione armata in Siria era sotto il diretto comando di governi esteri fin dai primi anni della guerra.

Il documento NSA conferma che un attacco insurrezionale del 2013 con razzi, sferrato nei quartieri civili di Damasco, tra cui l’aeroporto internazionale, è stato direttamente finanziato e supervisionato dall’Arabia Saudita con la piena conoscenza dell’intelligence americana. Gli Stati Uniti disponevano di sale operative per sovraintendere a questi attacchi, compreso l’attentato all’aeroporto di Damasco del 2013.

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