RUSSIA. POSIZIONE SULLA SIRIA. Una storia nella storia.

RUSSIA. POSIZIONE SULLA SIRIA. Una storia nella storia.

Uno dei protagonisti dell'attuale situazione in M.O.: Vladimir Putin.

Uno dei protagonisti dell’attuale situazione in M.O.: Vladimir Putin.

Qualche nota aggiuntiva sul recente articolo sulla politica di Russia, USA e ISIS in Medio Oriente.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Arriva una credibile conferma sull’ipotesi che Mosca intendesse abbandonare il presidente Assad schierandosi con la Coalizione a guida USA.

Martti Ahtisaari, già presidente finlandese e premio Nobel per la pace, rivela che nel febbraio 2012 Vitaly Churkin, ambasciatore russo all’ONU, presenta un piano che prevedeva il divieto di fornire armamento alle opposizioni con le quali, invece, occorreva favorire un dialogo con Assad, che sarebbe poi stato allontanato con dovute e diplomatiche modalità.

La proposta viene rigettata perché USA, Gran Bretagna e Francia erano convinti che Bashar fosse già sul punto di cadere.

In sostanza, Ahtisaari rivela che in realtà per la Russia Assad non è un attore indispensabile anche se sostiene che senza di lui non vi sarà alcuna pacificazione.

La realtà è che dal 2012 è cambiato l’intero panorama.

Nel settembre 2013, con il veto russo alla guerra preparata da USA, Turchia, Francia e Gran Bretagna la situazione areale cambia.

Da un lato scompaiono le c.d. “opposizioni moderate” sostituite dal Fronte al-Nusra, rappresentante di Al Qaeda in Siria e l’Islamic State di Baghdadi, operativo anche in Iraq e autoproclamatosi Califfo.

Dall’altro, Damasco smantella l’intero arsenale chimico e l’Iran, il grande alleato di Assad, firma l’accordo sul nucleare con il Gruppo 5 + 1 (i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, più la Germania).

Rivelazioni che danno valore a quanto pubblicato su questo Osservatorio Analitico (OA) una settimana fa.

Adesso, dopo 250 mila morti, 4 milioni di profughi e 8 milioni di sfollati, il collasso socio-economico e la devastazione del Paese parcellizzato in aree di cui Damasco controlla meno del 25%, è ipotizzabile che quanto avviene sia in realtà proprio quello voluto dagli USA.

In effetti, l’America riprende nel 2001 un progetto teorizzato da Israele sin dal 1982 per il “Grande Israele” (Plan Yinon).

Il progetto del Grande Medio Oriente viene reso esecutivo dagli USA con la guerra in Afghanistan (ottobre 2001), e insieme alla Gran Bretagna con la guerra all’Iraq, riferendo al C.d.S. ONU false accuse di contatti con Al Qaeda e del possesso di un arsenale di ordigni nucleari, batteriologici e chimici (NBC) inesistenti e quindi mai trovati anche se la guerra, iniziata nel marzo 2003 e dichiarata chiusa nel dicembre 2011, dura tuttora, come la guerra in Afghanistan, dove il ritiro USA e NATO, effettuato nel dicembre 2014, di fatto continua sotto altri nomi e personale ridotto.

In sostanza si tratta di balcanizzare alcuni Paesi del Medio Oriente – Iraq, Siria e Libia – creati dagli accordi di Sykes – Picot nel 1916 e Libia ma non più affidabili. Divisi in piccoli Paesi e guidati da vertici imposti dai vincitori, queste regioni continueranno a eseguire gli ordini dei Paesi occidentali vincitori.

Attualmente la Russia chiede agli USA il coordinamento per la lotta anti – IS, e ammette gli aiuti logistici, di armamento e consulenze militari alla Siria.

Dal suo canto America, Francia, Inghilterra e Turchia, coadiuvati da Arabia Saudita e Paesi del Golfo rifiutano il dialogo con Bashar e armano l’opposizione moderata”, in seno alla quale c’è anche il Fronte al Nusra.

©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

Vincerà?

Vincerà?

Comments are closed.