KOBANE. Chi sono i curdi siriani?

KOBANE. Chi sono i curdi siriani?

Perché la città di Kobane è così importante? Il peso politico dei curdi siriani in questo momento.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

La città curda siriana di Kobane, al confine Nord con la Turchia, è assediata da giorni dai militanti di Daish (Al Dawla al Islamiyyah fi Iraq wa Sham) i quali, facendosi strada a colpi di missili, sono arrivati a pochi km dalla città difesa dai curdi, comprese le donne dell’ “Unione delle Donne” (Ypj).

Il Capo dell’ ”Unità per la Protezione del Popolo” (Ypg), Alan Minbic, lamenta il mancato arrivo di rinforzi e armi adeguate a contrastare gli aggressori. Infatti, dotati di pesante armamento, i combattenti di Daish attaccano da Ovest, Sud ed Est, mentre la frontiera Nord è presidiata dai Turchi.

Da Copenaghen, nel corso di incontri con quelle Autorità, il Vice di Minbic, Salih Muslin, gli fece eco raccontando come “alcuni Stati” – si legge Turchia e USA – abbiano in realtà sostenuto e armato Daish e altre formazioni qaediste con il duplice obiettivo di porre fine a quell’enclave a maggioranza curda, ribattezzata Kurdistani Rojava (Kurdistan occidentale), e abbattere il regime di Assad.

La città di Kobane

La città di Kobane

Per meglio comprendere la realtà dei curdi siriani è utile ricordare che essi costituiscono il 9% della popolazione dei 23 milioni di siriani e che sono allocati in maggioranza a Nord e a Nord-Est del Paese, con significative presenze ad Aleppo e Damasco.

Durante l’arabizzazione del 1962, a 200 mila curdi venne negata la cittadinanza e solo nel 2000, con l’arrivo di Bashar, una prima apertura con i curdi fu portata avanti da esponenti del Partito Baath al potere.

Le richieste curde di diritti politici e parità di cittadinanza portarono nel 2004 a una crisi conclusa con proteste e scontri con un bilancio di 46 morti, centinaia di feriti e oltre 2 mila arresti.

All’inizio delle manifestazioni del marzo 2011, mentre gli apparati governativi lasciavano l’area per proteggere siti più sensibili, i curdi hanno dato vita a una confederazione di popoli ed etnie istituendo tre Cantoni: Afrin, Jazira e Kobane, abitati da curdi, assiri, turcomanni, siriani, arabi, armeni. Nella nuova zona, chiamata Kurdistani Rojava (Kurdistan dell’Ovest), ogni villaggio elegge i suoi rappresentanti che amministrano leggi e giustizia a livello locale e partecipano alla politica di ogni piccolo cantone.

La Turchia teme un effetto domino con una regione curdo-siriana analoga a quella sorta in Iraq e in grado di unirsi ai curdi turchi la cui istanza autonomistica è presente da decenni ed accelerata dall’iniziativa di pace del 2013.

Dal suo canto, la popolazione del Rojava non ha ricevuto alcun aiuto, come precisa un comunicato del “Consiglio Direttivo Centrale del Partito Democratico del Popolo” Hdp)” secondo il quale la Turchia, che controlla il Nord di Kobane, impedisce il passaggio a qualsiasi aiuto di raggiungere la città e, quindi, ai combattenti del PKK di unirsi alla difesa.

Nulla di nuovo per la “Coalizione” anti- Daish “ e quella, precedente, del “Gruppo degli amici della Siria”.

La prima – alla quale dal 4 ottobre si è aggiunta l’Australia – bombarda le postazioni di Daish, lascia sul terreno solo pochi pershmerga con armamento inadeguato alla potenza di fuoco dei jihadisti e continua ad armare l’ “opposizione moderata” al regime siriano.

La seconda attacca le posizioni di Daish dislocate sulle risorse energetiche siriane smantellandone tutte le infrastrutture, e arma l’ “opposizione moderata” ad Assad

Nelle due “Coalizioni” sono presenti, più o meno, gli stessi Paesi, fra i quali la Turchia, membro NATO. Daish continua ad avanzare e terrorizzare il mondo.

I curdi sono soli, con le loro armi obsolete.

©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

iraqisiskobani

Lascia un commento