Le elezioni presidenziali in Tunisia. Riflessioni dalle strade…

Le elezioni presidenziali in Tunisia. Riflessioni dalle strade…

Kais Saied, Presidente della Tunisia

Kais Saied, Presidente della Tunisia

Domenica 13 ottobre, per la terza volta i tunisini sono stati chiamati alle urne: il primo turno delle presidenziali, poi elezione della nuova Assemblea parlamentare e infine il secondo turno delle presidenziali.

Il 7° Presidente della repubblica tunisina, per i prossimi cinque anni, è Kais Saied, con ben quasi il 73% dei suffragi contro il 27,47% raccolto dal suo avversario Nabill Kairoui, un Tycoon rilasciato dalle patrie galere tre giorni prima del contesto elettorale, detenuto per accuse di corruzione. Saied ha raccolto quasi il 98% nel sud tunisino, proprio quello più in difficoltà economica, mentre l’avversario, nativo di Biserta, ha fatto il pieno nella sua città natale, ma solo lì.

Chi è il nuovo Presidente? Nato nel 1958 a Tunisi, soprannominato  Robocop (non muove un muscolo del viso e raramente sorride), è un professore universitario di Diritto internazionale e autore di numerosi volumi di studi e ricerche in materia. Uno studioso, non un politico.

Al momento, non fa parte di alcun raggruppamento politico, essendosi presentato come candidato indipendente. E’ considerato un conservatore, non molto incline a aprire a una ulteriore indipendenza femminile nella società. 

La presenza alle urne è stata interessante: hanno votato 3.600.000 aventi diritto, su più di 7 milioni iscritti nelle liste elettorali. Una buona percentuale di presenze fa ben sperare per un futuro di maturità elettorale.

Il dato più interessante di questa consultazione elettorale è la massiccia presenza dei giovani alle urne. Seduta a un caffè, di fronte a un seggio di Hammamet, ho monitorato per varie ore l’affluenza degli elettori e si poteva notare con molta facilità l’impressionante presenza di giovani, ragazzi e ragazze (velate o non), che andavano a esprimere le loro preferenze, mentre avevano boicottato le urne in precedenza. Molte anche le donne, per lo più giovani o di media età. Poche le signore più avanti negli anni …e si comprende. Molto probabilmente il dibattito televisivo di due giorni prima, il primo del caso, fra i due candidati, ha smosso le menti e le coscienze soprattutto giovanili per un desiderio di cambiamento reale. Vi è stata anche una mobilitazione e un dibattito sui ‘social’ che ha invitato a esprimere le proprie preferenze. La società tunisina è giovane, molto giovane e quindi se i nuovi elettori si impegnano probabilmente vi sarà il cambiamento sperato.

Accompagnata da un’amica di origine berbera, in Hammamet quindi non nella capitale, ho poi parlato con alcune donne che avevano espresso il loro voto, fuori dai seggi. Nonostante il professor Saied sia conosciuto per il suo rigore  e conservatorismo, molte delle donne mi hanno chiaramente espresso la loro indicazione di voto per il cattedratico. Una professoressa d’inglese (velata), mentre allattava l’ultimo nato, colta, con un ottimo francese, mostrandomi con orgoglio il dito macchiato d’inchiostro (segno dell’avvenuto voto), mi ha spiegato che ne hanno abbastanza della corruzione di cui Kairoui sarebbe un esponente; che hanno bisogno di sollevare economicamente il Paese che soffre di grande povertà, soprattutto nell’entroterra. Prima la povertà, poi il resto.Certamente il nuovo Presidente non favorirà l’ulteriore emancipazione femminile ma non riuscirà a vanificare, si spera, i progressi ottenuti mentre di sicuro cercherà di far qualcosa per la povertà. Questo è stato in sintesi il concetto espresso anche da molte altre donne, che hanno comunque un ruolo ben definito in una società esteriormente  maschilista. Quel che sembra sia piaciuto è il fatto che Saied non sia legato a alcun partito politico, nei quali la popolazione non nutre fiducia e apprezzamento. Voce comune: sono tutti corrotti…effettivamente la corruzione è piuttosto diffusa…

Per i giovani, quei pochi che mi hanno risposto, si è trattato di affermare se stessi nell’orgoglio di andare  votare e cercare un cambiamento in patria…alcuni mi hanno detto che vedono l’Europa come un luogo dove andare a studiare per migliorare la loro conoscenza e poi servire in Patria. E’ un fatto però che a occhi esperti non sfugge la presenza di molti giovani ‘ciondolanti’ e nullafacenti per le strade…non è un caso che molti si imbarchino per la Terra Promessa.

Vi è da dire anche che Saied non vede di buon occhio l’omosessualità, ufficialmente bandita ma presente in modo discreto e non. Vi sarà un giro di vite previsto.

Alcuni commentatori locali sostengono che sia stata la Tunisia degli ‘intellettuali’ che ha vinto ma non sono molto d’accordo. Dalle mie piccole interviste fatte con molte persone che hanno avuto piacere di parlare con uno straniero, ho tratto invece l’idea che il conservatorismo, il rigore che si presume vi sarà nell’applicazione delle leggi, sia pur in un quadro costituzionale, l’indipendenza politica di Saied ha tranquillizzato l’elettore tunisino, soprattutto al Sud, dove più forti sono i problemi sociali e economici. 

La situazione forse si chiarirà quando Saied sarà riuscito a formare un governo con una Assemblea molto parcellizzata anche se Ennahda (islamista) ha avuto un buon 52% di voti ma non la maggioranza dei seggi in Parlamento. E’ questo il cruccio di persone ben introdotte e a conoscenza degli equilibri politici locali.

Interessante evoluzione della politica tunisina se il prof. Saied avrà, come sembra, mano ferma nel governare una Tunisia con molti  problemi economici e sociali; se i partiti politici glielo lasceranno fare. 

Una breve notizia: pochi giorni fa a Sfax, porto d’imbarco per clandestini, la Guardia Costiera tunisina ha fermato un barcone con più di cento tra subsahariani, siriani e pakistani, oltre a locali, che cercavano di andare a Lampedusa.

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