Due avvenimenti importanti nella politica internazionale…

Due avvenimenti importanti nella politica internazionale…

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  1. La visita del Papa a Abu Dhabi.

Nelle ultime due settimane due importanti avvenimenti sono accaduti nella politica internazionale. Iniziamo dalla più recente, la visita del Papa negli Emirati Arabi.

Criticata da molte parti e lodata da altre, non si può negare che si tratta di un avvenimento epocale, soprattutto se si riflette sul fatto che fra pochissimi giorni (12 e 13 febbraio) vi sarà la conferenza sul Medio Oriente in Polonia, presenti gli Stati Uniti e molti stati arabi, ma non il Qatar. E, infatti, Papa Francesco non è andato a Doha ma negli Emirati, a Abu Dhabi. Una mossa innanzi tutto politica da Capo di Stato, indubbiamente, con la seconda veste di Capo della Cristianità, una delle tre religioni del Libro, nel quadro che in molte parti si sta promuovendo a tutti i livelli sul dialogo interreligioso, del quale si ha profondamente bisogno per risolvere alcuni pressanti problemi sociali e umanitari.

Prima volta che il Capo della Cristianità visita ufficialmente una regione musulmana, prima volta che un Papa dice Messa all’aperto e ‘apertamente’ nel grande stadio d Abu Dhabi.

E’ stato ricevuto con gli onori dovuti a un Capo di Stato, quale egli è: bastava vedere la scorta d’onore che circondava la sua macchina e lo sfrecciare in volo di aerei con scie bianche e gialle, i colori dello Stato Città del Vaticano.

Dunque duplice la sua missione negli Emirati: come  Capo di Stato non ha potuto ignorare quel che succede nello Yemen e nel Medio Oriente soffocato e ucciso da troppe guerre. E’ ben noto come gli Emirati Arabi Uniti (UAE) siano pesantemente coinvolti nel conflitto in quella lingua di Paese, di antichissima civiltà, ora sprofondata in un cupo Medio Evo, quando in un lontano passato era stata culla della Regina di Saba…E ‘ un Paese che sta morendo; lo stanno annichilendo in modo brutale. Inoltre gli UAE hanno imposto un blocco aereo, terrestre e navale sul Qatar che sta rovinando le relazioni tra gli importanti stati del Golfo.

La sua seconda missione è stata l’avvio a alto livello di un indispensabile dialogo interreligioso con l’Islam, in questo momento. E’ importante dare supporto e appoggio all’ala non estremista dell’Islam, normalmente chiamata ‘moderata’, anche se dai più si nega l’esistenza di un Islam ’moderato’ sostenendo che l’Islam non sia ’moderato’ per definizione.

Molti hanno criticato la mossa di Papa Francesco ma personalmente ho trovato l’incontro tra il Grande Imam di Al Azhar, Ahmad Muhammad Al-Tayyib (massima autorità spirituale dell’Islam Sunnita), e il Papa e la loro firma sul ‘Documento sulla fratellanza umana’, un momento di grande speranza: forse questa è una valutazione troppo positiva ma ci vuole anche una piccola fiammella in fondo al tunnel.

E’ comunque un documento di grandissimo valore storico e spirituale che va letto attentamente [i]in tutte le sue parti. E’ in nome di questa ‘fratellanza umana’ che i rappresentanti di due delle religioni del Libro si accordano su parole chiave per dichiarazioni di grande valore umano.  Scrivono tra  l’altro che ‘in nome di Dio e di tutto questo, Al Azhar al Sharif, con i musulmani d’Oriente e  d’Occidente -, insieme alla Chiesa Cattolica, con i cattolici d’Oriente e d’Occidente -, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio’…Noi, pur riconoscendo i passi positivi che la nostra civiltà moderna ha compiuto nei campi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell’industria e del benessere, in particolare nei Paesi sviluppati, sottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dell’etica, che condiziona l’agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva.

Una lucida solida analisi della società contemporanea.

Questo lungo documento va studiato a fondo e interpretato: documento politico di grande rilevanza e allo stesso tempo pervaso di quella fede che accomuna le tre religioni del ‘Libro’.

  1. Il ritiro USA dall’Afghanistan e i colloqui di pace con i talebani.

Dunque per portare pace a Kabul occorre trattare con i talebani. Il governo afgano del presidente Ashraf  Ghani ha criticato pesantemente gli incontri a Mosca tra i talebani e gli oppositori dell’attuale Governo, incluso Hamid Karzai; esponenti di un periodo che cercò di avere una transizione verso la democrazia. A loro volta i talebani non intendono trattare con il governo di Ghani perché lo considerano una marionetta nella mano di Washington. In effetti, in colloqui preliminari a Doha durati sei giorni, i rappresentanti delle due parti esclusero emissari del governo in carica.

Gli Usa intendono ritirarsi da quella terra facendo in modo che i talebani entrino in un governo di unità nazionale e assicurino la sicurezza regionale, impedendo che gruppi estremisti come al Qaeda vi si stabiliscano di nuovo…eppure anche i talebani sono stati  combattuti nel passato…e quindi occorre mettere dei punti fermi anche se Ghani sostiene che il ritiro dei soldati americani non avrà ripercussioni sulla sicurezza afghana… eppure è un Paese non stabilizzato tanto che i talebani in questi ultimi giorni stanno intensificando i loro attacchi quasi giornalieri sul territorio, nonostante l’inizio dei colloqui di una ‘cosiddetta’ pace che sarà comunque ‘armata’ anche in assenza di truppe straniere.

Dunque, il percorso è ancora lungo e spinoso. Come nel passato, inglesi, sovietici e americani hanno tentato di invadere e restare in un Paese considerato un buffer state in geopolitica, cioè uno stato cuscinetto di rilevante importanza, ma senza fortuna e dovendosi comunque ritirare.

Si chiedono in molti se ci sarà mai una pace in Afghanistan. Il prossimo 25 febbraio a Doha di nuovo negoziatori americani e talebani si incontreranno insieme agli oppositori del presente Governo di Kabul per stabilire un futuro politico che convenga, peraltro, anche al mondo occidentale, gli USA e la Russia, in primis.

I negoziati saranno lunghi e pur se riusciranno a portare a determinati accordi, sarà poi da vedere sul periodo a medio termine se quegli accordi saranno rispettati e se i talebani non cercheranno di riprendere tutto il potere (con le conseguenze che si conoscono), pur tenendo fuori dall’area l’estremismo musulmano di Al Qaeda e sodali. Questo è il principale scopo degli americani e dei russi….forse il resto non conta….

[i]Per il testo integrale del documento v. www.asianews.it

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