MAROCCO.  Riflessioni personali a margine dell’uccisione delle due giovani donne sull’Atlante.

MAROCCO. Riflessioni personali a margine dell’uccisione delle due giovani donne sull’Atlante.

La terrazza del caffè Argana, teatro dell'attentato del 2011 (©firuzeh)

La terrazza del caffè Argana, teatro dell’attentato del 2011 (©firuzeh)

Ero a Marrakech dieci giorni fa e sono andata anche nel deserto verso M’hamid, la Porta del Deserto e Chegaga, passando per le montagne del Tizi N’Tichka (Alto Atlante). Con un gruppo di fotografi ho passato due giorni a Marrakech, girando per il bazar allo scopo di fotografare arti e mestieri. Attività estremamente difficile per l’ostilità  diffusa, anche se a volte mascherata mercé una minima dazione di dirham, verso la macchina fotografica.

Non mi sorprende che i possibili assassini delle due giovani donne europee siano stati arrestati proprio a Marrakech e che alla base del delitto non ci sia prevalentemente il motivo sessuale ma quello del terrorismo islamico, nel quale si configura anche la violenza sessuale sulla donna infedele, cioè non musulmana, quindi con configurabile come reato.

Ho viaggiato spesso nel Maghreb e forse ho un occhio allenato. Tra i vicoli del bazar, infestati da motorini e biciclette e turisti di ogni specie, ho visto sguardi pesanti e barbe tipiche degli islamisti puri e/o radicalizzati. Non vestono sempre come radicalizzati  ‘dichiarati’ ma ai miei occhi erano riconoscibili dallo sguardo cupo che non riguardava solo la macchina fotografica ma la mia essenza di europea infedele. Sia pur con i miei capelli bianchi, pantaloni lunghi vistosamente larghi e opportuno gilet che copriva quel che non si deve vedere, gli sguardi erano duri e raramente rispondevano a un mio sorriso, anche con l’obiettivo rivolto a terra, segno di non voler fotografare. Mi seguivano con gli occhi e io spesso mi sono girata di scatto per vedere se continuavano a fissarmi e… era così.

Il turista è sopportato da alcuni perché per ora almeno porta benessere, fa girare danaro ma spesso porta anche comportamenti non graditi o abbigliamenti troppo disinvolti (specialmente giovani donne) che non collimano con i valori di coloro che si sono evidentemente radicalizzati. E non sono pochi.

Guardando la terrazza del caffè Argana  sulla Piazza Jmaa el Fnaa (la piazza grandissima e principale di Marrakech), ripensavo spesso al 28 aprile 2011 quando un attacco terrorista uccise anche 11 stranieri…Ero anche io su una terrazza piena di stranieri e guardavo quella terrazza  che ho fotografato riandando con il pensiero a pochi anni fa.

Lasciando Marrakech, si respira un’aria diversa con maggiore gentilezza e poche barbe radicalizzate: qualcuna l’ho vista andando alla Kasbah di Ait Ben Haddou, luogo patrimonio dell’UNESCO e dentro la stessa, ma nulla di così forte e opprimente come nella turistica cittadina.  A Taznakht, villaggio dove le donne berbere, riunite in una associazione, tessono tappeti  e kilim, la situazione è sembrata molto calma e almeno apparentemente nessun tipo di radicalizzazione.

Nei bivacchi nel deserto, atmosfera calma e gentilezza fra gli uomini ‘blu’, i tuareg, al servizio dignitoso dello straniero turista che vuole provare l’emozione di un bivacco europeizzato ma piacevole. Non vi erano guardie di sicurezza in questi bivacchi che, volendo, potrebbero essere assaliti in velocità, facendo uso di quelle motociclette e motorini che sono la quintessenza del trasporto locale, insieme agli asini.

In questa parte del viaggio non ho sentito ostilità alcuna, ma ho verificato una grande dignità della popolazione locale nello svolgere il lavoro turistico. E avendo chiesto proprio al mio autista, quale fosse la sua origine, la sua riposta è stata significativa: nomade, figlio di un tuareg e una sahrawi (o viceversa). Questo giovane è ancora molto legato alla mamma, anche se ha 25 anni: è logico perché in quel mondo è la madre il reale capofamiglia. Probabilmente essi fanno parte di quei nomadi, provenienti dall’antico Rio de Oro (attuale Repubblica Democratica Araba Sahrawi)  che il Sultano  defunto Hassan II e l’attuale Mohammed VI hanno tentato di sedentarizzare, non sempre ottenendo il risultato voluto.

Dunque, a una valutazione obbligatoriamente superficiale di ciò che ho visto, sembra che la radicalizzazione sia molto presente nelle cittadine, anche in Ouazarzate (dove sono gli studios della Cinecittà del Marocco) probabilmente, ma che ne siano indenni le località desertiche. Ho visitato varie kasbah, ho visto dune e ouet (fiumi) ma l’impressione negativa che ho avuto a Marrakech non si è ripetuta altrove.

La stretta della sicurezza marocchina è forte e forse solo in quel luogo appartato, dove le due turiste si erano attendate, è stato possibile attaccarle. Chissà che non le avessero seguite proprio da Marrakech, avendo visto che erano due donne sole. Tanto questo è  chiaro che in due/tre giorni la polizia marocchina avrebbe arrestato gli esecutori del crimine proprio nella turistica cittadina  ove, almeno ai miei occhi, la forte radicalizzazione era presente: segno che le autorità sanno bene chi appartiene  a determinati circoli. Nei giorni precedenti, nel quadro di operazioni proattive, per far fronte a minacce terroristiche, il Bureau Central desinvestigations judiciaires(BCH) di Rabat, sulla base di precise informazioni fornite dalla Direzione generale della sorveglianza del territorio nazionale (DGST), aveva smantellato una cellula terrorista  a Béni Mellal, una cittadina posta tra il Medio Atlante e la pianura, composta da sei individui probabilmente affiliati a Daesh, sospettati di preparare attentati terroristi sul suolo marocchino. Questa operazione ha permesso alla polizia marocchina di ritrovare materiale elettronico, libri, opuscoli inneggianti all’ideologia estremista di Daesh e che incitano alla violenza anche con le armi bianche….le due giovani sono state decapitate e anche se non sono state date notizie in merito, probabilmente uccise  con pugnali o simili oggetti.

Questa operazione ha confermato le minacce terroristiche che sono ancora in atto in Marocco  e la determinazione degli affiliati a Daesh sempre pronti a agire con atti criminali e barbarici.

Il Governo marocchino sa bene che è importante fermare questa deriva sia per la sicurezza interna sia per l’economia del Paese, avendo peraltro incentivato a Marrakech una economia solo  turistica.

Mi preme comunque affermare che nel mio caso, in compagnia di altri fotografi, ringrazio i nostri autisti per il loro attento comportamento. Non leggeranno mai queste righe: il mio non è mai andato a scuola, mi diceva…dunque tra alcuni nomadi almeno non viene ritenuto essenziale imparare a leggere e scrivere, nonostante alcune scuole rurali x nomadi stiano sorgendo in vari posti…molto c’è ancora da fare in Marocco ma ritorneremo su questo argomento e sulla interessante politica interna e estera di Mohammed VI, che già molto ha fatto per il suo Regno.

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