11 DICEMBRE A MARRAKESH: FIRMATO IL GLOBAL COMPACT FOR MIGRATION

11 DICEMBRE A MARRAKESH: FIRMATO IL GLOBAL COMPACT FOR MIGRATION

La firma a Marrakesh

La firma a Marrakesh

Alla fine dell’11° Forum sulla migrazione e lo sviluppo, che aveva per tema: “Onorare gli impegni internazionali per liberare il potenziale di tutti i migranti verso lo sviluppo”, è stato firmato a Marrakesh da 164 stati sui 193 membri delle Nazioni Unite il Global compact for Migration.

Assenti tra gli stati europei, a parte l’Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Lettonia, la Polonia, la Slovacchia. Il Governo belga ha aderito ma ha perso la sua maggioranza in Parlamento. La Svizzera ha deciso di sottoporre a referendum il Global Compact per decidere se firmare o non questo Patto che non è vincolante per i firmatari ma rappresenta una possibile via di azione internazionale,  in collaborazione, per fronteggiare un fenomeno molto vasto che in Italia, in particolare, è stato improvviso e inatteso ma soprattutto mal governato. Era ovvio che il Presidente Trump osteggiasse ferocemente il Patto mentre il canadese Trudeau si è dichiarato lieto della firma…

Ci sono degli obiettivi (23) chiaramente dichiarati nel testo del Patto e sono (art. 16 del testo):

(1) Raccogliere e utilizzare dati precisi e disaggregati come base per politiche basate su prove.

(2) Ridurre al minimo i fattori negativi e i fattori strutturali che costringono le persone a lasciare il proprio paese di origine.

(3) Fornire informazioni accurate e tempestive in tutte le fasi della migrazione.

(4) Garantire che tutti i migranti abbiano la prova dell’identità legale e della documentazione adeguata.

(5) Migliorare la disponibilità e la flessibilità dei percorsi per la migrazione regolare.

(6) Agevolare il reclutamento equo ed etico e salvaguardare le condizioni che garantiscono un lavoro dignitoso.

(7) Affrontare e ridurre le vulnerabilità nella migrazione.

(8) Salvare vite umane e stabilire sforzi internazionali coordinati sui migranti dispersi.

(9) Rafforzare la risposta transnazionale al contrabbando di migranti.

(10) Prevenire, combattere e sradicare la tratta di persone nel contesto della migrazione internazionale.

(11) Gestire le frontiere in modo integrato, sicuro e coordinato.

(12) Rafforzare la certezza e la prevedibilità nelle procedure di migrazione per uno screening, una valutazione e un rinvio appropriati.

13) Utilizzare la detenzione migratoria solo come misura di ultima istanza e lavorare verso alternative.

(14) Rafforzare la protezione, l’assistenza e la cooperazione consolari in tutto il ciclo migratorio.

(15) Fornire l’accesso ai servizi di base per i migranti.

(16) Responsabilizzare i migranti e le società a realizzare la piena inclusione e la coesione sociale.

(17) Eliminare tutte le forme di discriminazione e promuovere un discorso pubblico basato sull’evidenza per modellare le percezioni della migrazione.

(18) Investire nello sviluppo delle competenze e facilitare il riconoscimento reciproco delle capacità, qualifiche e competenze.

(19) Creare condizioni per i migranti e le diaspore per contribuire pienamente allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi.

(20) Promuovere il trasferimento più rapido, più sicuro e più economico delle rimesse e favorire l’inclusione finanziaria dei migranti.

(21) Cooperare nel facilitare il ritorno sicuro e dignitoso e la riammissione, nonché il reinserimento sostenibile.

(22) Stabilire meccanismi per la portabilità dei diritti di sicurezza sociale e dei benefici ottenuti.

(23) Rafforzare la cooperazione internazionale e i partenariati globali per una migrazione sicura, ordinata e regolare.

Quale è il concetto primario alla base del Patto, come dichiarato?  Sicuramente l’affermazione della necessità di una comune comprensione del fenomeno, di responsabilità condivise e una unità di obiettivi che renda il problema della migrazione un impegno alla sua soluzione per tutti gli Stati firmatari.

In sintesi vi è un grande rispetto per la dimensione umana della stessa esperienza di migrazione, sottolineando la necessità della cooperazione internazionale e regionale con un dialogo serrato. Si riafferma peraltro il diritto sovrano degli stati a determinare la propria politica nazionale di migrazione e le prerogative sovrane di governare la migrazione nella propria giurisdizione ma il tutto deve essere attuato in conformità con il Diritto Internazionale e il Diritto Internazionale umanitario, essendo il Patto essenzialmente basato sui principi fondanti di questo Diritto.

Il Patto ha una particolare sensibilità sui problemi di genere assicurando che i diritti umani delle donne, delle ragazze e dei ragazzi siano garantiti durante tutto il tragitto di migrazione e promuove l’uguaglianza di genere con particolare riguardo alla posizione femminile delle donne migranti, troppo spesso vittime. Riafferma le obbligazioni esistenti  a livello legale internazionale che riguardano il bambino e il principio che l’interesse supremo del minore è sempre preminente, anche per minori non accompagnati o separati dalla famiglia.

E’ da notare che il Patto sottolinea l’approccio chiaro che deve avere una intera società, promuovendo a largo spettro tutte le possibili partnership, per indirizzare la migrazione verso tutti i settori possibili, includendo, migranti, diaspore, comunità locali, società civile, accademia, settore privato, parlamentari, sindacati, Istituzioni che vegliano sui diritti umano, i media e tutti gli altri attori della governancedella migrazione.

Bisogna anche verificare l’approccio di un intero governo perchè la migrazione una realtà multidimensionale. Non può essere responsabilità di un solo settore di un governo politico che deve assicurare coerenti politiche orizzontali e verticali in tutti i settori e a tutti i livelli di un governo.

E’ indubbiamente la preparazione dell’incontro del 2030 per l’Agenda per lo Sviluppo sostenibile al quale anche le migrazioni e i migranti potranno dare un fattivo contributo…ma i governi sapranno far fronte a questa sfida?

Ritorneremo sul problema.

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