‘OPERAZIONE CICERO’….se i nazisti nel 1943 avessero creduto al cameriere dell’ambasciatore di Gran Bretagna. …

‘OPERAZIONE CICERO’….se i nazisti nel 1943 avessero creduto al cameriere dell’ambasciatore di Gran Bretagna. …

12312_9168

Siamo nel 1943, in Turchia, nella capitale Ankara, nei locali dell’Ambasciata della Gran Bretagna. Il Capo Missione, Sir  Hugh Knatchbull-Hugessen aveva come abitudine, peraltro poco saggia, di portarsi documenti ‘segreti’ in casa per poterli leggere con comodo e tranquillamente, magari davanti un bicchiere di whisky, durante le sue insonnie notturne. Era questa un’abitudine non certo raccomandabile per un diplomatico di vecchio stampo e con grande professionalità, ma con uno scetticismo radicato verso le possibilità di spionaggio nella sua camera da letto. Teneva questi documenti ‘sensibili’ in una valigetta di cuoio, riposta dopo la lettura, in una cassaforte da lui ritenuta inespugnabile. Ma non aveva fatto i conti con l’intelligenza e la voglia di denaro del suo valletto personale di origine albanese kosovara, Elyesa Bazna, il quale pensò rapidamente sul come trarre vantaggio dal comportamento del suo datore di lavoro riguardante notizie classificate: fotografare i documenti e venderli al migliore offerente.

Era un momento particolare della seconda guerra mondiale: la Turchia non era ancora entrata in guerra e voleva mantenere la sua neutralità levantina, estremamente utile. I contendenti cercavano tutti di portare Ankara dalla propria parte, ritenendo, a ragione, che sarebbe stata decisiva l’alleanza della Turchia nelle sorti del conflitto.

Uno dei protagonisti di questa storia fu l’addetto  commerciale tedesco ad Ankara, Ludwig Carl Moyzisch, in realtà un colonnello appartenente alla Sicherheitsdienst (SD, il Servizio Segreto delle SS), reputato dal suo capo diretto, Walter Schellenberg (giovanissimo generale a 33 anni, coordinatore di tutto il controspionaggio all’estero), un ottimo e intelligente agente sul campo. Sarà Schellenberg a ricevere i primi documenti consegnati dal cameriere infedele e a giudicarne l’affidabilità, in netto contrasto con il Ministro degli Esteri von Ribbentropp. Questi documenti contenevano bozze di messaggi in codice scritti di pugno dell’ambasciatore ma i tedeschi erano riusciti a violare il codice diplomatico britannico e quindi leggevano in chiaro le parole di Sir Hugh…..

La storia si svolge tra l’ottobre 1943 e l’aprile 1944. L’ambasciatore tedesco, Franz von Papen, era un diplomatico non di carriera ma un politico navigato, molto attento e interessato all’operatività dell’intelligence. Conosceva bene la Turchia già prima di soggiornarvi come ambasciatore. Aveva combattuto nella prima guerra mondiale a fianco dei turchi, quando era entrato in contatto con persone che sarebbero poi divenute importanti nel panorama politico turco e che lo avevano accolto con grande simpatia e fiducia.

Il 26 ottobre 1943, l’addetto commerciale-colonnello delle SS era  già a letto quando fu svegliato da una telefonata della moglie del consigliere dell’ambasciata tedesca che lo pregava con insistenza, a nome del marito, di andare da loro immediatamente. In quella casa per la prima volta Moyzisch venne a contatto con Bazna che non rivelerà mai il suo vero nome durante tutti gli incontri e soprattutto sulle modalità con le quali riusciva a ottenere documenti importanti da dare in fotografia (il negativo), contro un pagamento di £ 20.000 in piccolo taglio, alla prima consegna, per poi ribassare le richiese a sole…£15.000 per le successive. Curioso che non erano riusciti a capire di più: eppure a quell’epoca le ambasciate straniere a Ankara non erano moltissime e non molti i domestici albanesi…altro mistero…forse non si volle approfondire il dettaglio?

Bazna era sicuro di sé arrogante e minacciava, se l’affare non avesse interessato i nazisti, di offrire gli stessi documenti all’ambasciata sovietica, di fronte al compound tedesco, dando al massimo tre giorni di tempo per decidere se accettare l’offerta o meno.  Congedandosi dall’esterrefatto tedesco, disse di essere, con nonchalance, il cameriere personale dell’ambasciatore della Gran Bretagna. A  questa sua dichiarazione, però, nessuno credette: impossibile fosse un domestico di tal livello…e invece….

Il povero addetto commerciale, nonostante si occupasse di controspionaggio, non sapeva quali decisioni prendere e il mattino successivo si recò dal suo ambasciatore, facendo una dettagliata relazione di quanto successo la sera prima.

Von Papen contattò Berlino, esprimendosi a favore di quel ‘commercio’, chiarendo che la risposta doveva arrivare entro il mezzogiorno  del 30 ottobre successivo e, se positiva, anche la somma richiesta doveva pervenire con la stessa scadenza temporale.

Berlino accettò rapidamente, inviando ad Ankara un corriere speciale con £ 20.000 di piccolo taglio. Inizia così la storia di spionaggio di chi verrà conosciuto nei documenti tedeschi e nella storia come Cicerone (Cicero), nome di copertura dato dai nazisti all’operazione, per la sua ricca produzione di interessanti fotografie.

I primi consegnati furono ben 52 documenti  che interessarono immediatamente l’ambasciatore tedesco il quale ne riconobbe l’autenticità: aveva già avuto fra le mani nel passato, quando aveva fatto l’addetto militare tedesco a Washington, carte del Foreign Office britannico e riteneva di saperle riconoscere. I primi documenti forniti da Cicero furono un rapporto sulla conferenza del Cairo del novembre 1943 tra Roosevelt, Churchill e Chiang Kai Shek; alcuni rapporti sulla conferenza di Teheran tenuta tra il 28 novembre e il 3 dicembre 1943 tra Churchill e Stalin; documenti ritenuti di primario interesse se autentici.

Per più di sei mesi la collaborazione fra il  valletto intraprendente e il falso addetto commerciale procedette con numerose consegne di rullini fotografici contro £ 15.000 per volta. Bazna accumulava denaro e si era posto l’obiettivo di £200.000, al raggiungimento del quale avrebbe lasciato quel rischioso ma remunerato ‘lavoro’.

Gli incontri fra il tedesco e l’albanese per la consegna del materiale erano sempre molto rischiosi tanto che a un certo punto decisero di incontrarsi nell’automobile di Moyzisch, sulla quale Cicero saltava rapidamente quando la vettura avanzava lentamente.

A Berlino, però, non tutti ritenevano quei documenti affidabili, finché i tedeschi non furono in grado di decifrare, parzialmente almeno, il codice diplomatico britannico e anche un buon numero di radio messaggi intercettati dai nazisti sulla corrispondenza tra Londra e l’ambasciata a Ankara.

Leggendo quanto consegnato da Cicero, Berlino iniziò comprendere che non ci sarebbe stata la paventata possibilità di un attacco degli anglo-americani nei Balcani. In alcuni documenti consegnati nei primi mesi del 1944 i nazisti trovarono per la prima volta il nome di una operazione, coperta al momento, angloamericana di grande portata che sarà in seguito conosciuta come Operazione Over Lord, cioè lo sbarco in Normandia per l’apertura del secondo fronte. Fu così che Berlino premette sul proprio agente per avere maggiori notizie su questa ‘operazione’ che lo Stato Maggiore nazista aveva compreso essere di notevole importanza. Mentre Cicero lavorava alacremente e Moyzisch faceva vedere ogni carta al proprio ambasciatore, von Papen  fece capire maldestramente  ai turchi di sapere quel che era nell’aria sui loro rapporti con gli inglesi rispetto a una eventuale entrata in guerra. I turchi riferirono a Sir Knatchbull-Hugessen quanto scivolato nei discorsi del collega tedesco. L’ambasciatore britannico comprese che vi erano state importanti fughe di notizie dalla sua ambasciata e allertò MI5 e MI6. I servizi segreti inglesi inviarono degli ispettori per cercare di comprendere dove fosse la falla di sicurezza. Protessero con un allarme elettrico la cassaforte dell’ambasciatore ma l’intelligente Cicero comprese come neutralizzare il nuovo ostacolo. Furono interrogati tutti i dipendenti dell’ambasciata e i famigli: Bazna seppe sostenere brillantemente l’interrogatorio, almeno in apparenza comprendendo però che il cerchio si stringeva attorno a lui…..

Von Ribbentropp era sempre rimasto molto scettico rispetto alla verità contenuta nei documenti consegnati e quindi riteneva che quel cameriere fosse in realtà una spia inglese e che facesse il doppio gioco. Per Kaltenbrunner (Capo della Gestapo), e Schellenberg, ai documenti e a chi li procurava occorreva dare  fiducia e se l’avessero fatto anche i militari, forse la storia avrebbe avuto una svolta diversa ma la storia non si fa con i se…. Sì perché in realtà l’albanese era riuscito a consegnare anche i documenti relativi ai piani segretissimi di quello che sarebbe stato poi lo sbarco in Normandia, il suo ultimo exploit come spia e a carissimo prezzo per i nazisti!

Berlino non credette a quanto scritto su quelle carte. Gli anglo-americani sbarcarono in Normandia come previsto nei loro piani senza contrasto forte da parte dell’esercito nazista, aprendo il secondo fronte, inizio della fine del Terzo Reich.

Intanto il cerchio si stringeva intorno al cameriere perché gli uomini dei servizi segreti britannici avevano iniziato a comprendere da dove provenissero i documenti e chi li forniva… Così il 30 aprile 1944 l’intrepido Cicero si dimise dal servizio riuscendo a far perdere le sue tracce e ricomparendo solo alla fine della guerra a Istanbul ove si affermò come commerciante e imprenditore. La fortuna sembrava arridere all’ex cameriere ormai ricco ma un certo punto, per una lunga serie di avvenimenti, fu scoperto da una Banca che le sterline sulle quali riponeva la sua ricchezza erano false, anche se di ottima fattura, tra le migliori nel settore della contraffazione. La stessa  Banca d’Inghilterra aveva sconfessato i numeri di serie di quella carta moneta e aveva potuto risalire a dove erano state stampate: in Germania durante il conflitto!

Bazna morì il 21 dicembre 1970 a Monaco di Baviera in povertà, ‘disoccupato’.

Nel 1952 dopo la pubblicazione delle memorie di Moyzisch e dello stesso Cicero, sugli schermi mondiali uscì il film Five Fingers, in italiano Operazione Cicero, con due grandi attori, James Mason e Danielle Darrieux; film interessante, ben diretto da un maestro del cinema americano Joseph Mankiewicz, che non rispetta però in toto la realtà dei fatti, romanzandoli in qualche parte a beneficio del gusto del pubblico.

È stata una vicenda complicata, a volte con aspetti piuttosto ridicoli, che avrebbe potuto seriamente cambiare le ultime vicende del conflitto. L’alta dirigenza nazista non diede fiducia ai documenti e all’improbabile spia: come credere, infatti, che un cameriere, da solo, potesse fotografare simili documenti ma fece un errore fondamentale. Lo stesso Schellenberg, nelle sue memorie, ricorda che nei primi momenti non aveva creduto possibile che un semplice valletto potesse consegnare fotografie di documenti di tale importanza, segreti; eppure, dopo un breve ripensamento, aveva convinto Berlino ad accettare le proposte di questo fantomatico domestico, fidandosi anche dell’intelligenza e dell’esperienza sul campo della sua antenna di controspionaggio a Ankara, il Moyzisch.

Del resto egli aveva sempre pensato che Cicero non potesse lavorare da solo; aveva chiaramente molti complici. Non era riuscito nemmeno a comprendere quali erano i motivi che facevano agire il cameriere albanese con quel rischio: avidità, odio, amore dell’avventura? E si era anche chiesto se per caso Cicero non fosse in realtà un emissario dei servizi segreti turchi, che giocavano con la loro neutralità su numerosi piani diplomatici, tattici e strategici.

La vicenda, vera, fu alquanto complicata…e interessante, anche se ancora non del tutto compresa, per gli studiosi di spionaggio. Rimane il dubbio: Cicero era solo o aveva complici?

Ulteriori dettagli su questa storia  si possono leggere, oltre alle memorie dei protagonisti (ora di difficile reperimento), sui volumi di François Kersaudy del 2010 e di Domenico Vecchione del 2018 (foto delle copertine).

©www.osservatorioanalitico.com– Riproduzione riservata

Libro Vecchioni 2Libro Kersaudy 2

Comments are closed.