ISLAM: COMPRENDERE LO SCISMA TRA SCIITI E SUNNITI PER CAPIRE IL JIHADISMO ED IL CALIFFATO.

ISLAM: COMPRENDERE LO SCISMA TRA SCIITI E SUNNITI PER CAPIRE IL JIHADISMO ED IL CALIFFATO.

Una delle raffigurazioni di Maometto.

Una delle raffigurazioni più note di Maometto.

OA riprende le pubblicazioni con due articoli molto interessanti su Islam e jihadismo. Quello che segue, di Paolo Brusadin, spiega con sinteticità e scientificità la differenza fra sunniti e sciiti nonché il senso del Califfato in questo tempo contemporaneo e la figura del moderno ‘Califfo’ autoproclama tosi.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini 

In questi ultimi tempi l’atavica contrapposizione religiosa tra i sunniti e gli sciiti, sempre confinata, salvo alcune eccezioni, entro dispute filosofiche, si è prepotentemente traslata su un piano geopolitico e trasformata in una lotta per la supremazia regionale tra le due sponde del Golfo Persico, tra l’Arabia Saudita e l’Iran, e non solo.

Una disputa che ha fatto rifiorire sopite rivendicazioni delle istanze islamiste e numerose contraddizioni, in primis la pretesa unicità dell’Islam.

Un’irrisolta commistione tra religione e politica che continua a influenzare il mondo islamico dagli albori della sua storia, dalla morte del Profeta Maometto.

Con una forzata esemplificazione, che peraltro prepotentemente ci riporta all’attualità, potremmo dire: mondo islamico con o senza il Califfato, con o senza un Califfo? Questo è il dilemma irrisolto.

La spaccatura tra sciiti e sunniti si crea sulla scelta del successore del Profeta: seguire le classiche regole dinastiche o affidarsi al vaglio del Consiglio della Comunità?

Alla fine il potere da Maometto passa ad Abu Bakr per acclamazione, a scapito della discendenza dinastica di Ali, cugino e genero del Profeta. Con le stesse modalità ad Abu Bakr succede Umar, poi viene scelto Uthman che però viene assassinato.

Arriva il momento del successore dinastico Ali che finalmente assume la guida della Comunità islamica ma la sua nomina è osteggiata, provoca contrasti e guerre che degenerano sino a determinare la sua stessa morte e quella di suo figlio Hussein.

Lo scisma degli sciiti è compiuto e da quel momento il mondo islamico si divide in due fazioni, una a maggioranza sunnita e una a minoranza sciita.

Due fazioni con visioni, percezioni e sensibilità diverse, seppur entrambe all’interno del Dar al Islam, la dimora dell’Islam in cui prevalgono il potere musulmano e la legge islamica, contrapposta al resto del mondo, Dar al Harb, la dimora della guerra.

La morte di Ali favorisce l’avvento della dinastia degli Omayyadi (dal 661 al 750 d. C) che si caratterizza per un ruolo marginale della religione musulmana all’interno della società araba, l’opposto di ciò che avverrà nei successivi cinquecento anni con il Califfato degli Abbassidi (dal 750 sino al 1258).

La dinastia degli Omayyadi fu fondata da Muawiya ibn Abi Sufyan, il cui padre era stato un tenace avversario del Profeta ma che in seguito si convertì all’islamismo. Gli Abbassidi, invece, discendono da al Abbas, zio di Maometto e videro l’apice del loro splendore sotto la guida di al Mansur che fondò la capitale Baghdad, del nipote Harun al Rashid e di suo figlio al Ma’mun.

In altre parole, al periodo degli Omayyadi in cui prevale la tradizione araba, con gli Abbassidi subentra una fase di restaurazione dell’Islam in cui il Califfato è il pilastro dello Stato Islamico basato sulla legge islamica.

Un Califfato Abbasside controverso, con la fioritura dell’arte e della cultura in un’epoca in cui l’Europa era impaludata nelle guerre fratricide del Medioevo, cui seguì un lento declino sino all’avvento dei Mongoli e con il contraltare del Rinascimento europeo.

Il saccheggio di Baghdad nel 1258 e la morte dell’ultimo Califfo al Musta’sim segnano la fine del periodo d’oro islamico; per i sunniti un terribile contraccolpo, pari a quello subito secoli prima dagli sciiti per l’Imam Hussein.

Il Califfato (dalla parola halifa, successore, reggente), necessario per l’identificazione di un Capo supremo, del successore del Profeta Muhammed, perde la sua centralità e sarà rivendicato in seguito dagli Ottomani.

Comunque sia, la figura del Califfo per i sunniti, inteso quale giudice supremo per la corretta applicazione della legge islamica, e del Imam per gli sciiti con il dono dell’infallibilità e in grado d’interpretare la shari’a, sono sempre rimasti centrali nella vita dei musulmani, prototipi per eccellenza di un ideale Stato Islamico.

La Sharia, fonte primaria del diritto che regola la vita e la condotta del musulmano, che stabilisce ciò che è lecito e illecito, che indica ciò che è obbligatorio fare e non fare.

Corano, Sharia e Sunna, elementi d’ispirazione per un buon musulmano, ma anche punti di riferimento per tutti quelli che, singoli e gruppi, attraverso una rigida e spesso distorta interpretazione dei testi, si fanno portavoci di rivendicazioni che sconfinano sempre più nell’illecito, nel terrorismo, nello jihadismo nella sua accezione più negativa.

Il voler ritornare alle origini dell’Islam per riscoprire la purezza perduta, il voler ricreare uno Stato Islamico sul modello del Califfato per correggere le contraddizioni ed i malesseri della società mediorientale odierna, è il mantra dei numerosi gruppi e movimenti estremisti islamici.

Centinaia di gruppi, grandi e piccoli, da al Qaeda passando da al Nusra, al Shabaab, Boko Hara, Jamat Islamiya, Ansar Bait al Macdis, sino alle cellule isolate.

Jihadisti e fondamentalisti che, pertanto, non devono essere intesi come semplici terroristi, bensì come elementi di una visione già teorizzata e collaudata, combattenti che agiscono in funzione di una chiamata alle armi verso la terra del Califfato, aspiranti martiri nel rendere testimonianza a Dio e nella ricerca del miscredente, l’infedele.

Combattenti sparsi ovunque in Medioriente, non solo nei paesi roccaforte di un Islam radicale come l’Arabia Saudita, o in Afghanistan e in Pakistan culle del jihadismo qaedista, concentrati però soprattutto in Iraq e in Siria, territorio inteso appunto come Dar al Islam. Siria ed Iraq non a caso cuore dell’IS, del jihadismo sunnita, nato principalmente come reazione all’aumento dell’influenza sciita iraniana nella regione e dell’azione americana in Mesopotamia.

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Al Baghdadi, il moderno .Califfo...autoproclamatosi

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