IL CALIFFATO IN IRAQ oggi. Come, quando e da chi è nato….

IL CALIFFATO IN IRAQ oggi. Come, quando e da chi è nato….

 

La famosa 'carta' da gioco raffigurante Ad-Douri

La famosa ‘carta’ da gioco raffigurante Ad-Douri

Qualche notizia più dettagliata sulla nascita del Califfato in Iraq e la sua situazione attuale.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini   

Dopo le recenti sconfitte del Califfato di Abu Baker al-Baghdadi a Tikrit e nella provincia di al-Anbar, l’emittente al-Bayan, radio dell’Islamic State of Iraq and Sham (ISIS), annuncia la controffensiva jihadista. Rinforzate le Forze a Sud e Ovest dell’Iraq, ISIS occupa Baiji, la raffineria più grande del Paese, e attacca Ramadi, capoluogo di al-Anbar, riprendendone sei quartieri e inviando kamikaze contro uffici governativi e check-point militari.

Membri delle tribù delle regioni di Al-Anbar (Fonte: arabpress.eu)

Membri delle tribù delle regioni di Al-Anbar (Fonte: arabpress.eu)

Negli stessi giorni, due notizie non ancora confermate indicano importanti perdite che avrebbe subito il Califfato.

Il 17 aprile, ad Alam, vicino Tikrit, nel corso di un attacco dell’Esercito iracheno e delle unità speciali sciite sarebbe stato ucciso Izzat Ibrahim ad Douri, vice Presidente iracheno con Saddam Hussein. Il Partito Baath smentisce la notizia mentre il corpo è trasportato a Baghdad per il test del DNA.

Ad-Douri, sfuggito alle truppe USA, aveva raggruppato ex membri del Partito Baath e i fuoriusciti dall’Esercito governativo, continuando a lottare contro gli occupanti anche in nome dell’ Esercito Naqshband, movimento islamico/sufi del cui “Esercito degli uomini dell’ordine dei Naqshband” era a capo.

Nonostante le profonde differenze con ISIS, ad-Douri supporta il Califfato in numerose battaglie, soprattutto per la conquista di Tikrit e Mosul per riprendere il potere e rifondare l’Iraq.

Secondo un Rapporto dell’Istituto di Studi statunitense Soufan Group, con ad-Douri erano entrati nell’Esercito della Naqshbandia anche all-Alwani e al-Sweddani, già membri del Consiglio militare di Hussein e al-Turkami, già esponente dell’intelligence irachena.

A distanza di pochi giorni, il settimanale tedesco Spiegel pubblica un documento appartenente a un ex colonnello dell’Aeronautica di Saddam Hussein, Samir Abd Muhammad al-Khlifawi, ucciso nel gennaio 2014 a Tal Rifaat dall’Esercito Siriano Libero.

Il materiale è considerato il primo progetto del Califfato perché ne spiega programmi, tecniche e piani necessari per la conquista di un Paese.

Dopo lo scioglimento dell’esercito iracheno con l’invasione del 2003, il colonnello venne imprigionato dagli americani a Camp Bucca e ad Abu Ghraib, dalle quali fu liberato nel 2008. Nel circuito carcerario conosce Abu Musab al- Zarkawi e Abu Bakr al-Baghdadi.

Miliziani con la foto di Samir Abd Muhammad al Khlifawi (Fonte: drrichswier.com)

Miliziani con la foto di Samir Abd Muhammad al Khlifawi (Fonte: drrichswier.com)

Trasferitosi nel 2012 a Nord di Aleppo, apre un Istituto di Beneficenza della Dawah (predicazione), dove attrae giovani ribelli anti-Assad e li istruisce sulle attività di intelligence nei confronti del nemico.

Alla fine dello stesso anno, in improvvisati campi di addestramento siriani, al-Khlifawi prepara alla guerriglia i volontari tunisini, egiziani, giordani, indonesiani ed europei. Il colonnello destina ceceni e uzbeki, già esperti, al ruolo di truppe d’assalto, prima linea delle khatiba jihadiste. I piani predisposti da al-Khlifawi prevedono anche istruzioni su finanza, scuole, asili, comunicazione e trasporto.

Secondo la rivista tedesca, la designazione di al-Baghdadi come Califfo sarebbe avvenuta dal gruppo di ufficiali iracheni guidati dal colonnello, di cui aveva conosciuto durante la comune detenzione le caratteristiche di persona nazionalista, non islamista e spietato come Zarkawi.

La terza notizia riguarda il Califfo del quale numerosi media sostengono sia stato gravemente ferito a marzo e considerato non in grado di riprendere la guida di ISIS.

Gli stessi media aggiungono che Baghdadi avrebbe poi superato la fase peggiore anche se non sarebbe ancora in grado di gestire in prima persona l’intera organizzazione. Di fatto, non vi sono precise indicazioni in merito al ferimento del Califfo.

Cosa ne è ora dell’Iraq?

Un Paese con 2,7 milioni di sfollati che tentano la fuga per raggiungere altri Paesi come profughi di guerra.

Secondo le stime dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR), nel 2014 in Occidente sono state presentate 866 mila domande di asilo, di cui solo 69 mila sono iracheni.

Molte famiglie hanno trovato rifugio a Falluja e in Kurdistan iracheno, mentre altre cercano di arrivare alla periferia di Baghdad. Nella capitale però i profughi sunniti possono entrare in auto dal ponte di al-Ezayez solo se hanno in città parenti o amici come garanti.

In merito, il Governo avrebbe già approntato tre misure: cancellare il divieto per favorire l’ingresso in città; inviare truppe nella provincia di al-Anbar per proteggervi i residenti ed evitarne l’esodo; costruire sei campi profughi a Baghdad.

Intanto ISIS avanza a Nord e Ovest di Ramadi e, come già fatto a Tikrit, semina mine lungo il cammino e distrugge gli edifici governativi.

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