L’Albania e i migranti. Note di riflessione.

L’Albania e i migranti. Note di riflessione.

Pochi ricordano che il 3 novembre 2017 l’allora ministro Minniti, titolare del Viminale, era in visita ufficiale a Tirana dove incontrò il suo omologo albanese Fatmir Xhafaj per la firma di un accordo di collaborazione per prevenire la tratta di esseri umani e per individuare e arrestare persone sospettate di terrorismo. La collaborazione, considerata da un punto di vista operativo, si sarebbe avvalsa di uno scambio di informazioni, di genere indubbiamente interessante a tutti i livelli e ‘sensibile’. In quel momento, in particolare, la lotta alla criminalità organizzata era uno degli obiettivi principali del governo albanese e Minniti sosteneva, infatti, che in tutta l’Europa doveva essere attuato questo contrasto: in particolare segnalava che occorreva colpire I trafficanti e le loro organizzazioni criminali e che l’Italia era pronta a dare piena collaborazione nel quadro del raggiungimento dell’obiettivo comune contro il narcotraffico ma anche contro l’immigrazione illegale e il terrorismo.

Se si analizza attentamente il titolo del recente protocollo firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri italiano e dal Consiglio dei Ministri della Repubblica di Albania, nella persona del suo Presidente, Edi Rama, si legge: protocollo per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria; infatti, nell’introduzione al testo del protocollo ci sono i riferimenti a due precedenti accordi firmati: uno, al trattato di amicizia e collaborazione tra i due Stati. firmato a Roma il 13 ottobre 1995 e al protocollo firmato dai due Ministeri dell’Interno della Repubblica italiana e dalla Repubblica di Albania, appunto per il rafforzamento della collaborazione bilaterale al contrasto del terrorismo e della tratta di esseri umani, firmato a Tirana quel 3 novembre 2017, in occasione della visita di Minniti. A ben vedere, dunque, questo nuovo protocollo non sarebbe altro che una significativa definizione di punti concreti operativi, discendente dai precedenti accordi, per arrivare a sconfiggere il terrorismo e la tratta degli esseri umani, avendo notato che i flussi migratori sono fortemente aumentati e che occorre quindi stabilire un sistema per mettere a frutto e concretare la collaborazione già fissata in accordi precedenti. In più, l’aumento della migrazione illecita ha comportato sicuramente delle forti problematiche, non solo in Italia ma in tutta Europa (anche se è l’Italia, quella in ‘prima linea’), e quindi proprio per cercare di fermare o indebolire questa situazione di flussi migratori illeciti, i due Stati hanno concordato dei punti base chiari…abbastanza.

Concretamente, per migranti, in questo protocollo, si intendono quei cittadini di paesi terzi o apolidi per i quali deve essere accertata la sussistenza o l’insussistenza dei requisiti per ottenere permessi di soggiorno di residenza in Italia. Interessante anche, sempre nell’articolo uno, che per Personale Italiano si intende anche quello non in possesso di cittadinanza italiana ma inviato dalla parte italiana in Albania, per assicurare lo svolgimento delle attività previste. Si può dunque pensare alla situazione dei cosiddetti ‘mediatori culturali’, figure di grande utilità non solo come interpreti linguistici, ma come interpreti di culture diverse per agevolarne la comprensione e poter stabilire alcune priorità. Ovviamente, come dichiarato, tutto questo deve essere realizzato in conformità al complesso diritto internazionale e a quello europeo che riguardano la gestione dei flussi migratori in Europa, provenienti da paesi terzi.

Se consideriamo i flussi migratori del 2023 notiamo che al 9 novembre sulle coste italiane sono sbarcati 145.889 esseri umani (Fonte: Ministero dell’Interno, dati suscettibili di consolidamento), di cui 15.386 minori non accompagnati i quali non saranno portati in Albania ma in Italia. 

Dalla cifra totale, si nota che, almeno fino alla data sopra indicata, ’11% proviene dalla Tunisia (16.619) e l’11% dalla Costa d’Avorio (15.810), cioè in tutto 32.095: originari dunque di Paesi considerati ‘sicuri’ (Decreto 17 marzo 2023), tra quelli di provenienza attuale. E così si comprende il numero stabilito di 3000 al mese Art.4.1, per un massimo di 36.000-39.000 l’anno.

Veramente nel testo circolato su internet, almeno per ora, non ho saputo trovare la nota relativa ai ‘Paesi sicuri’: ho trovato il numero massimo di migranti accettati ma non il riferimento al ‘Paese sicuro’…forse ancora non  è stati circolato l’integrale?

L’altra nota importante, Art.4.4, è che verranno portati in Albania solo migranti con i mezzi delle competenti autorità italiane …non meglio specificati.

È indubbiamente un accordo interessante che deriva direttamente dal trattato del 1995 e dal protocollo del novembre 2017, non configurandosi, a mio personale avviso, come un nuovo accordo ma una ulteriore applicazione di accordi già firmati.

Non resta dunque che attenderne l’applicazione e vederne i risultati. È lecito avere alcune perplessità sull’applicazione concreta e sul numero di migranti sui quali in realtà questo protocollo d’intesa potrà essere utilizzato, visto che donne incinte e minori saranno avviati in Italia. Qualche difficoltà sui vari trasbordi sicuramente sorgerà.

Forse questo protocollo potrà costituire una difficoltà ulteriore per coloro che su questo traffico illegale lucrano abbondantemente, anche perché dovrebbero garantire inoltre ai loro ‘clienti migranti’ che arriverebbero di sicuro in Italia: e forse questo potrebbe essere complicato …a meno che non si organizzino con trasporti differenziati e prezzi altrettanto differenziati…tutto è possibile.

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