Dunque i migranti…e la Tunisia.
Purtroppo alcuni dubbi che avevo espresso, sia pur pacatamente, nel mio articolo nel luglio scorso sul memorandum d’intesa (memorandum of understanding – MOU), fra Europa e Tunisia si sono rivelati corretti.
In quel mese l’Europa (von Der Leyen), e il Presidente della Tunisia Kais Saied avevano firmato un Memorandum d’intesa nella parte finale del quale si erano espresse comuni idee sul concetto dell’emigrazione vista come elemento di valorizzazione per uno sviluppo economico e sociale di ambedue i continenti. Dunque sembrava che l’Europa e la Tunisia avessero trovato un punto d’incontro anche sul difficile problema della migrazione, e in base a questo accordo l’Europa si dichiarava disponibile a versare una ingente somma per evitare al paese nordafricano il default economico e aiutarlo nella gestione di questo fenomeno epocale.
Nel luglio scorso avevo espresso molti dubbi sull’effettiva applicazione di questo memorandum e sulla conforme uguale linea di interpretazione del diritto internazionale e di quello umanitario da parte dei due firmatari del Memorandum; su come fare per tutelare coloro che si trovavano già ai confini a sud della Tunisia, avendo passato il Sahara, provenienti dal Niger e dal Chad, dal Mali, dalla Mauritania, dal Sudan e dal Congo e come rimpatriare quelli che già si trovavano sulle coste mediterranee africane. E con quali mezzi cercare di fermare i barchini che da Sfax partono con passeggeri soprattutto subsahariani per sbarcarli sulle coste europee ovvero sulle coste italiane, in particolare su quelle dell’isola di Lampedusa.
È chiaro che il commercio per gli scafisti è assai redditizio ma, a mio avviso, attualmente vi è qualche elemento in più se un gran numero di barchini riescono a lasciare Sfax, dove evidentemente sono costruiti, senza che nessuno glielo impedisca.
Dunque c’è un nuovo commercio, a fianco dell’organizzazione dei viaggi per richiedenti ‘passaggio marittimo’, redditizio anche esso, e cioè quello dei costruttori dei barchini con regolare motore che va fino alle coste italiane…. Visti gli sbarchi in autonomia che si susseguono. È altresì chiaro che non si può costruire un barchino di nascosto, sia per la lunghezza dello stesso, sia per il materiale da reperire, sia per le ore di lavoro da mettere in conto. Dunque si è attivata una ulteriore interessante rete commerciale a fianco della rete scafisti, che indubbiamente offre benefici anche ad alcuni elementi della popolazione locale
Nessuno ‘vede’ nel circondario di Sfax e dintorni. Non è possibile e quindi indubbiamente qualcuno chiude gli occhi e non chiede a che serva costruire tante piccole imbarcazioni con relativo modesto motore che comunque ha un costo…
Scrivevo che avevo dubbi seri e molto radicati sull’effettiva applicazione dell’accordo sulla mobilità dei migranti, soprattutto dalla parte nordafricana la quale ha sempre detto di non accettare la permanenza di immigrati irregolari sul suo suolo. Non accettarli significa farli uscire dalla Tunisia: non è solo rimandarli nel paese d’origine ma anche inviarli in altri territori dove gli stessi migranti dimostrano di voler andare. È sempre un modo, come un altro, di liberare il territorio tunisino dai migranti irregolari. Se poi questi partono dalle coste di Sfax, lasciandosi dietro le spalle la Tunisia, evidentemente non interessa le autorità tunisine sapere verso dove i barchini sono diretti, anche se, calcolando le miglia marittime e l’autonomia dei motori dei barchini, è facile comprendere dove si siano diretti…Lampedusa.
La coincidenza, poi, che sia stata negata alla Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo l’ingresso nel paese nordafricano potrebbe chiarire molti aspetti di come il memorandum d’intesa firmato nel luglio scorso sia stato interpretato dalle autorità tunisine.
A pensar male…si indovina…sembra dicesse Andreotti che di politica se ne intendeva e molto. I miei dubbi sono sempre più radicati e anzi mi sembra di iniziare a vedere più chiaro sulla questione: la Tunisia non vuole essere invasa dai subsahariani e quindi qualsiasi sistema, umanitario o non, è utile per liberare il territorio da ospiti irregolari e non graditi.
Attendiamo gli eventi… ma qualche certezza almeno in me è molto radicata.
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