Riflessioni in libertà.
Sono passate due settimane e il panorama meno fumoso, pur in una confusione etnica e religiosa notevole. L’unico punto chiaro è che Isis sia pur solo ‘k’ (una volta il Khorassan era noto per il migliore safran esistente…ora per una ‘costola’ dell’Isis), ha rialzato la testa per non perdere la buona occasione di farsi riascoltare dal mondo. E poi in qualche modo depotenziare i taleb-ani, che in fondo, sono loro concorrenti nell’imposizione della sharia e della Sunna.
Guardando con cura la mappa dell’Afghanistan, si intuisce come questo territorio sia sempre stato un ‘cuscinetto (buffer state), o meglio un vaso di coccio tra vasi di ferro.
L’Iran è sciita e non vede di sicuro con occhio favorevole quel che accade a Kabul, dove si vuole imporre la legge del Profeta, ma con paradigmi apparentemente diversi da quelli degli ayatollah.
Il Pakistan è stata la culla di questi turbolenti ‘studenti’ delle Scuole coraniche: non è un caso che la prima città della quale si sono impadroniti sia stata Kandahar, venendo da sud, dal Pakistan, dove i taleb si erano rifugiati in attesa dei tempi maturi per tornare a stabilire l’Emirato islamico a Kabul come nel 1996.
I Paesi dello ‘stan (terra di): Turkmenistan, Tajkistan, Uzbekistan hanno numerosi uomini originari di quei posti tra i taleb e al momento stanno a guardare. Non credo siano disponibili a ricevere masse di profughi. Hanno loro problemi interni e per ora mantengono una stabilità non definita.
E poi c’è la punta afghana verso la Cina che non credo voglia accogliere altri musulmani, vista la lotta che fanno agli uiguri.
L’Arabia Saudita per ora tace. Ha i suoi problemi con lo Yemen: il 28 agosto ha perso 30 soldati e 60 sono stati feriti in un attacco degli Houthi a una base militare saudita nella provincia di Ladhji, in una guerra che va avanti dal 2014, tra un governo di Sana’a sostenuto da Riad e quello dei ribelli sostenuto dall’Iran.
La Russia, che non confina direttamente, ha una posizione al momento ‘distante’, se è vero che Putin abbia dichiarato che non si può imporre una ’democrazia’ come sentita da chi la vorrebbe imporre.
La Turchia non vuole immigrati ma guarda con attenzione chi vorrebbe strappargli la supremazia di una immagine di stato non più laico, anche se membro della Nato.
Non è un caso che Russia e Cina non abbiano approvato, astenendosi, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU, preparata da USA, Gran Bretagna e Francia, sull’aspettativa che i taleb-ani faciliteranno la partenza di stranieri e afghani che intendono lasciare il Paese, come si sarebbero impegnati. Non è prevista come richiesto la ‘safe zone’ cioè il corridoio umanitario che servirebbe per portare fuori da Kabul stranieri ancora presenti ma soprattutto afghani desiderosi o obbligati a lasciare il Paese natio. Inoltre la risoluzione chiede ai nuovi padroni dell’Afghanistan di non accettare di essere usati per intimorire o attaccare qualsiasi nazione, di non dare accoglienza o addestrare terroristi, pianificare o finanziare atti terroristici. Sembra il libro dei sogni…lo faranno se troveranno convenienza, sempre che riescano a farlo, pur volendo.
La situazione economica della gente specie nelle città è crollata anche perché non esiste più l’indotto economico tenuto su con la presenza degli stranieri: dal piccolo mercatino fuori ogni base militare e vicino all’aeroporto, alle donne che oltre a andare a scuola, andavano anche nelle case degli stranieri a lavorare, o a fare le segretarie; o i piccoli manutentori e giardinieri…. lo spicciolo commercio del pane e di altre derrate alimentari. Lo straniero aveva il danaro e lo spendeva quotidianamente. Ora gli stranieri sono partiti e anche quegli afghani che guadagnavano di più e mantenevano famiglie allargate, come spesso accade lì, sono saliti sulle macchine volanti.
Quello che forse ancora il mondo democratico occidentale non ha capito è che il concetto di tempo è molto diverso in una certa area con determinate ancestrali tradizioni quindi ‘quel che ho detto oggi vale fin quando ritengo sia il tempo per farlo valere…’ sic, ‘a meno che…mi convenga mantenerlo fin quando mi conviene…’
In questi giorni i nuovi governanti dell’Afghanistan hanno detto che il loro governo avrà un capo ‘amir-ul momineen’, cioè un leader dei Credenti e sotto di lui un Consiglio composto da vari Ministri che seguiranno fedelmente l’unica legge discendente dall’applicazione della sharia. Già si sa in quale direzione si muoveranno.
La guerra è iniziata in quel settore: dopo inglesi, russi zaristi, sovietici, americani, la lotta ricomincia per avere una longa manus su Kabul e dintorni. Ora Pechino anche si fa avanti.
Per lungo tempo avremo nessuna stabilità in quel settore a meno che uno due due potenti del mondo, Cina o Russia, decidano che serve stabilità per sfruttare il sottosuolo afghano, sotto la loro direzione.
Ultima riflessione: non puoi imporre con i fucili la tua idea di democrazia a chi non ha gli strumenti secolari per capirne l’essenza in senso occidentale.
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