Un uragano di diamanti… (fa girare il mondo…)

Un uragano di diamanti… (fa girare il mondo…)

Fig. 1 De Beers Group, 2015, Building On Diamonds Report, Organizational Structure And Activities.

Fig. 1 De Beers Group, 2015, Building On Diamonds Report, Organizational Structure And Activities.

I diamanti…i migliori amici delle donne…e forse anche di traffici illegittimi…di falsi…di truffe. Di seguito un interessante approfondito articolo sul mondo degli affari nel settore diamantifero, non sempre trasparente, molte volte opaco. Uno studio rivelatore di alcune situazioni…

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

L’incanto per le caratteristiche di peso, colore, taglio, purezza che connotano i diamanti, riflette a specchio il disincanto con uno sguardo sui diamanti provenienti da paesi politicamente instabili, militarmente oppressi, poveri di beni e servizi essenziali, ricchi di risorse minerarie preziose: i cosiddetti blood oconflict diamonds diamanti di sangue dello sfruttamento delle popolazioni in zone di conflitto e dello sciacallaggio nei territori dei giacimenti diamantiferi, commercializzati clandestinamente per finanziare attività illecite e illegali (rivoluzioni, ribellioni, terrorismo…), per perpetrare guerra economica nei confronti degli stati, per rovesciare i governi.

Il romanzo reportage “Diamond Smugglers” di Ian Flemming, ambientato nello scenario del contrabbando internazionale di diamanti, seppur datato è sempre attuale.

International Diamond Manufacturers Association (IDMA), associazione internazionale fondata ad Anversa nel 1946, riunisce i membri del settore manifatturiero dei diamanti e adotta un codice di condotta per promuovere le pratiche e le procedure di eticità e conformità delle attività riguardanti gli affari dei diamanti.

World Federation of Diamond Bourses (WFDB), fondata nel 1947 ad Anversa, per unire gli scambi di diamanti e impostare le pratiche di trading per i diamanti, raggruppa ventinove borse di diamanti nel mondo.

Nel 1975 WFDB e lDMA hanno creato ad Anversa International Diamond Council (IDC), un comitato congiunto per creare uno standard internazionale ad applicazione volontaria -armonizzato nel “CIBJO Diamond Blue Book”– delle regole di classificazione e dei metodi di lavoro, la nomenclatura e la terminologia dei diamanti.

La filiera di diamanti è gestita dal World Diamond Council (WDC) istituito nel 2000 in Belgio ad Anversa -città conosciuta anche come Diamantkwartier, quartiere dei diamanti -, e la risoluzione istitutiva include tra i partecipanti rappresentanti dell’industria diamantifera mondiale, organizzazioni senza scopo di lucro, paesi e governi con un ruolo economico di rilievo nel mercato internazionale dell’alta finanza, delle banche e delle assicurazioni.

Nel 2000 in Sudafrica i diamanti rossi del continente nero sono stati oggetto della conferenza di Kimberley -sede del sito diamantifero Big Hole-  incentrata sul legame tra estrazione e produzione di diamanti, conflitti e miniere nei paesi tra guerriglie e giacimenti per individuare modalità di controlli dei diamanti grezzi. Nel 2003 le risultanze sui requisiti per la tracciabilità e la trasparenza dei diamanti puliti “diamond laundering” sono confluite in un accordo di attivazione del sistema di certificazione della circolazione di diamanti Kimberley Process Certification Scheme (KPCS).

Il Kimberley Scheme, che dovrebbe certificare che i diamanti accompagnati da certificato non sono destinati a finanziamenti illeciti e illegali, si configura come un’intesa multilaterale non vincolante in base alla quale spetta agli Stati partecipanti implementare misure a salvaguardia delle spedizioni dei conflict free diamonds.

Le principali organizzazioni e i paesi interessati nella produzione, estrazione, fornitura di diamanti che partecipano al Kimberley Process sono gli stessi monopolisti interessati nella normazione, autenticazione, certificazione nonchè coloro che controllano il prezzo di circolazione commerciale dei diamanti.

Le banche e le assicurazioni presenti negli elenchi dei finanziatori dell’industria delle armi[1]e nelle liste Panama Papers e Paradise Papers sono le stesse che sponsorizzano eventi connessi all’industria dei diamanti, garantiscono le transazioni aventi ad oggetto diamanti, facilitano aperture/chiusure conti bancari e favoriscono stipule/recessi polizze assicurative collegati al settore dei diamanti, finanziano le borse di diamanti in tutto il mondo.

Nel 2011 The Economist ha avviato una inchiesta su 88 Queensway Group o Queensway Syndicate, una rete di società a scatola tutte con la loro sede in Cina nello stesso indirizzo ad Hong Kong e operative nelle negoziazioni opache nel comparto infrastrutturale e minerario in Africa.

Nel 2012 WFDB ha creato la World Diamond Mark Foundation con sede ad Hong Kong per sostenere la crescita del settore diamanti attraverso programmi di formazione e informazione, di reputazione e credibilità dei marchi.

Nel 2015 un gruppo di lavoro organizzato da De Beers Company (fig.1)[2]composto da appartenenti a IDC, Deutsche Institut für Normung  (DIN) istituto tedesco per la standardizzazione, commissione diamanti del Cibjo World Jewellery Confederation confederazione portatori di interessi nel settore gioielli, pietre preziose, metalli pregiati “mine to marketplace”, ha introdotto la norma ISO 18323:2015 di accreditamento dei diamanti, diamanti trattati, diamanti sintetici, diamanti composti e imitazioni di diamanti per conquistare la fiducia “consumer confidence” delle categorie interessate alla compravendita.(V. Fig. 1 De Beers Group, 2015, Building On DiamondsReport, Organizational Structure And Activities).

I certificati internazionali più conosciuti per i diamanti sono rilasciati da Hoge Raad voor Diamant (HRD) laboratorio fondato nel 1973 ad Anversa; International Gemological Institute (IGI) istituto fondato nel 1975 ad Anversa; European Gemological Laboratory (EGL); Gemological Institute of America (GIA); American Gem Society (AGS).

L’importanza di certificazioni etiche e gemmologiche a garanzia del corretto controllo di complessità delle caratteristiche dei diamanti naturali e genuini solleva la questione sulla autenticità e autenticazione circa una possibile frode sui certificati dei dannati diamanti, come ad esempio rileva l’avviso di falsi certificati pubblicato su U.S. Department of Homeland Security[3]e la lista di possibili certificati compromessi pubblicata su  WFDB[4].

De Beers Group ha annunciato nel 2018 il percorso di qualità e liceità per i diamanti certificati e tracciati “mine to consumer” dalla miniera alla vendita utilizzando la tecnologia blockchain con la creazione della piattaforma Tracr[5]: sebbene è da rilevare che la chain of custody della procedura di security token attraverso un sistema sofisticato di crittografia potrebbe comunque risentire della garanzia di terzietà super partes e erga omnes, in virtù del coinvolgimento di interesse diretto del produttore/estrattore/fornitore nonché sviluppatore/certificatore/tracciatore nel processo di trust chain delle materie prime cd. commodities.

Ragione per cui, il modo per ovviare ad eventuali retrodatazioni o postdatazioni ai conflitti potrebbe essere di certificare la provenienza estrattiva di un diamante con indagini forensi spettrofotometrica, spettroscopica, geologica.

Peraltro nel “Game of Stones Report[6]” di Global Witness emerge che, mentre la comunità internazionale sta collaborando con il governo e le aziende diamantifere della Repubblica Centrafricana per stabilire legittime catene di distribuzione, contrabbandieri e commercianti prosperano nel mercato nero parallelo con attività di influenza nelle aree dell’est e dell’ovest così da trarre profitto dai diamanti che raggiungono facilmente i mercati internazionali.

In merito al Kimberley Process, è auspicabile una efficace ed effettiva applicazione italiana del regolamento n.2368/2002 della Commissione Europea sul commercio internazionale di diamanti grezzi -seppur strumento di documentazione non impegnativo- mediante l’istituzione di una Autorità preposta a sorvegliare i processi e le procedure di importazione e esportazione, transito e deposito di diamanti grezzi con la consapevolezza che attualmente quelli verso l’Italia sono sottoposti al controllo di un altro Paese dell’Unione Europea, come previsto dalla circolare n. 31/D/2003 dell’Agenzia delle Dogane sulla certificazione del commercio internazionale di diamanti grezzi.

Inoltre, è di auspicio una regolamentazione anche sul commercio elettronico internazionale di diamanti grezzi che potrebbe configurare casi di truffa in rete internet scam, alla luce che potrebbe apparire quantomeno singolare:

-la proliferazione di canali online shopping e international trading ad ampia scelta di preziosi diamanti a vari prezzi, a base d’asta”(ingrosso diamanti, banco diamanti, compro vendo diamanti, aste diamanti, diamanti da investimento);

– la vendita al dettaglio di prodotti di nicchia “in offerta, sotto costo, in saldo, a prezzi scontati” i discussi diamanti, beni di lusso e di rifugio, sui siti dei colossi e-commerce AliExpress, Amazon, eBay e RakutenFrance che -in virtù dell’accordo firmato nel 2017 dai quattro online retailer – in ossequio alla direttiva sul commercio elettronico 2000/31/EC, dovrebbero adottare adeguate garanzie di sicurezza nel sistema di monitoraggio, identificazione e rimozione dei prodotti a rischio. (Fig. 2 Diamanti sintetici rosa e blu Lightbox).

Il recente caso della truffa dei diamanti da investimento, nell’ambito dell’indagine coordinata della Procura di Milanoha portato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ad eseguire un decreto di sequestro preventivo di oltre 700 milioni di euro a carico delle banche (Banco BPM, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena e Banca Aletti) che avrebbero avuto un ruolo di intermediazione tra le società (Intermarket Diamond Business S.p.A.- IDB e Diamond Private Investment S.p.A.- DPI ) e i clienti raggirati nel collocamento delle pietre preziose a prezzi pazzi[7].

La vicenda ha acceso i riflettori sulla luminosità, la purezza, la trasparenza dei diamanti in evidente contrasto con l’ambiguo, ombroso, torbido mercato diamantifero chiarito nella comunicazione CONSOBDTC/13038246/2013 (‘diamanti beni materiali non prodotti finanziari’), e correlato alla non corrispondenza tra valore nominale e valore reale, tra prezzo speculativo delle quotazioni artificiose nelle pubblicità ingannevoli e prezzo effettivo nei listini ufficiali Rapaport e IDEX. (v. Paciello F., 2017, Una cascata di diamanti… (fa girare il mondo…)http://www.osservatorioanalitico.com/?p=8184

Lo scandalo diamanti non è solo italiano ma riguarda un giro mondiale in evoluzione di speculazione criminale internazionale.

A ottobre 2018  Industrial Credit and Investment Corporation of India (ICICI Bank) ha intentato una causa per transazioni truffaldine contro Shrenuj & Company Limited, holding company di diamanti con sede in India, dal 1982 sightholder della Diamond Trading Company (DTC) e dal 2009 sightholder della Diamond Trading Company Botswana (DTC Botswana).

Shrenuj & Co., sottoposta a procedura di insolvenza e contestata la bancarotta, è stata delistinata da National Stock Exchange of India[8]e l’India presiede nel 2019 il Kimberley Process (KP).

Nel 2007 dall’incontro  Shrenuj & Co di Mumbai della famiglia Doshi e “COPEM” di Roma della famiglia Dokhanian nasce Copem & Shrenuj con sede a Roma, rifornitore diretto di diamanti -senza tramiti e intermediari- delle aziende italiane[9].

Una pista privilegiata indiana-isreliana sembra condurre dall’Italia in Belgio… almeno da quello che appare da una attenta approfondita comparazione su siti di informazione, organi di stampa e notizie ufficiali, su ‘fonti aperte’.

L’industria dei diamanti[10], dopo un periodo di elevata volatilità, ha registrato una notevole crescita di quasi il 20% nel 2017 per le società minerarie di diamanti grezzi: la redditività dei diamanti è rimasta positiva, la domanda di diamanti naturali è salita anche grazie all’impiego delle tecnologie digitali, l’offerta di diamanti artificiali -prodotti colorati in laboratorio senza informativa ai consumatori sui trattamenti effettuati nel ciclo di produzione- “dual use” è crescente: il tutto nonostante le oscillazioni del mercato, le sfaccettature di chiaro scuro del sistema schema, la bolla dei diamanti.

[1]V. il Don’t Bank on the Bomb Report  2018:

https://www.dontbankonthebomb.com/2018-report/; Worldwide Armed Banking Database BankTrack 2018 https://www.banktrack.org/news/new_worldwide_armed_banking_data_base_availableTabella Banche Armate 2018 http://www.banchearmate.it/2018/Banche_armate2018.pdf;

[2]Building On Diamonds Report (pag.12) https://www.debeersgroup.com/~/media/Files/D/De-Beers-Group/documents/reports/botswana/deb081-03-buildingondiamonds.pdf

[3]https://www.cbp.gov/trade/trade-community/programs-outreach/conflict-diamonds/fraud-warning

[4]https://www.wfdb.com/downloads/LCC.pdf

[5]https://www.tracr.com/#Tracr-aboutus

[6]https://www.globalwitness.org/en/campaigns/central-african-republic-car/game-of-stones/#chapter-0/section-1

[7]https://it.fashionnetwork.com/news/Truffa-diamanti-maxisequestro-a-5-banche-sigilli-della-GDF-a-700-milioni-di-euro,1071936.html

[8]https://www.jckonline.com/editorial-article/bank-sues-shrenuj-executives/

[9]https://copemgroup.com/eitan-dokhanian/?lang=it

[10]https://www.bain.com/contentassets/a53a9fa8bf5247a3b7bb0b10561510c2/bain_diamond_report_2018.pdf

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Fig. 2 Diamanti sintetici rosa e blu Lightbox

Fig. 2 Diamanti sintetici rosa e blu Lightbox

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