La lenta agonia del Diritto Internazionale Umanitario nelle guerre asimmetriche e ibride.1.

La lenta agonia del Diritto Internazionale Umanitario nelle guerre asimmetriche e ibride.1.

Putin e Obama...ancora per pochi giorni.

Putin e Obama…ancora per pochi giorni.

Stiamo assistendo quotidianamente a episodi raccapriccianti che nulla hanno a che vedere con i diritti umani e il Diritto Internazionale Umanitario (DIU). Il mondo si evolve? il mondo sta regredendo? Dopo tante conquiste quali appunto il Diritto Internazionale Umanitario, i conflitti attuali con la presenza di gruppi armati non governativi o…non convenzionali stanno distruggendo un punto di civiltà faticosamente costruito in molti secoli? OA presenta una serie di articoli di riflessione su questo problema di due autori: Marco Filippi (Expert Crisis Manager, Consulente CBRNe, Specialista CIMIC), e Filomena Paciello (Analista, Consulente-Materie Giuridiche e delle Scienze Forensi).

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Introduzione

L’annuncio della mancata ratificazione dello Statuto di Roma, che qua ricordiamo istituire la Corte Penale Internazionale da parte del Presidente russo Putin, ha avuto una moderata copertura mediatica in Europa, maggiore negli USA, ed è giunta per lo più come notizia “secca”, priva quindi di lunghi commenti, editoriali o seguiti. Tale decisione potrebbe sembrare soltanto una importante, ma tra le tante azioni del gioco diplomatico del Cremlino, quale ad esempio, come taluni hanno rammentato, una reazione alla esclusione della stessa Russia dal Consiglio dei Diritti dell’Uomo ONU, o come commentato dallo stesso Ministro degli Esteri russo, quale reazione al parere espresso dalla Corte sul conflitto ucraino.

Ma per gli osservatori più attenti è sufficiente effettuare una semplice time-line degli eventi bellici siriani, afghani ed ucraini, per osservare come tale retrocessione dallo Statuto di Roma sia solo un tassello di una progressiva deregolamentazione dei conflitti armati di qualsiasi livello e magnitudo.

Nei teatri bellici e di crisi si sta, infatti, assistendo ad una erosione dei fondamentali del diritto dei e nei conflitti armati, che porta, quale rilevante effetto, una progressiva deregolamentazione dei diritti umani fondamentali, del diritto all’informazione ed al continuo respingimento delle stanze di deferimento ai tribunali internazionali per crimini di guerra e contro l’umanità, con continui attacchi mirati a giornalisti, ad ospedali ed unità mediche e convogli umanitari.

Basti citare come nella stessa settimana in cui giunge la decisione del Presidente Putin di retrocedere dallo Statuto di Roma, gli Stati Uniti d’America hanno respinto con forza la possibilità – ed anche la sola eventualità, – che la stessa Corte Penale Internazionale indaghi sulle azioni di CIA ed Esercito americano in Afghanistan per presunti crimini di guerra e contro l’umanità.

Qualche settimana prima Burundi, Gambia, e Sudafrica hanno annunciato la stessa revoca, mentre Duterte, Presidente delle Filippine, ha annunciato la sospensione dei diritti umani in caso si manifesti il terrorismo islamico nel paese, mentre in Inghilterra prende il via una ridda di indagini sull’uso sospetto dei convogli umanitari per contrabbandare, su larga scala, armi e materiali bellici. (*)

Il Diritto Internazionale Umanitario e il Diritto degli Ordinamenti Militari. Il concetto di guerra.

Il Diritto Internazionale Umanitario (DIU) e il Diritto degli Ordinamenti Militari (DOM) possiedono intrinsecamente le capacità e le competenze – intese come l’insieme di standard minimi e strumenti operativi atti a disciplinare le regole di comportamento e a regolamentare la condotta delle ostilità in un conflitto armato – di far fronte agli attuali scenari bellici così diversi dal contesto operativo di cui furono naturale conseguenza ?

E’ da questa domanda che prende spunto la riflessione per comprendere i cambiamenti in atto nel modo di far guerra e nel modo di disciplinare, anche umanitariamente e umanamente, la guerra stessa.

Per una migliore comprensione di ciò che sta accadendo nell’attuale scenario internazionale e nell’era della globalizzazione occorre soffermarsi sull’evoluzione del concetto di guerra in tutte le sue poliedriche sfaccettature e policrome sfumature.

Occorre pertanto fare un balzo indietro nel tempo e ripercorrere il lungo cammino dell’arte della guerra sino all’epoca contemporanea.

Le guerre di prima generazione massed manpower, combattute sin dalle origini della civiltà, si caratterizzavano per l’impiego massiccio di combattenti in formazioni lineari e compatte. Le guerre napoleoniche rappresentano l’esempio di come il consistente impiego di uomini si è rivelato decisivo per il successo.

Nelle guerre di seconda generazione massed fire-power, come avvenne per parte della Prima Guerra Mondiale, il fattore decisivo per la vittoria o per la sconfitta fu l’impiego massiccio e coordinato della potenza di fuoco sia delle fanterie sia delle artiglierie sia delle armi allora sperimentali come i primi carri armati o le armi chimiche.

Nella guerra di terza generazione è stato introdotto l’elemento “manovra” come nel caso della Blitz-Krieg (tattica operazionale che ha permesso all’esercito tedesco l’impiego combinato di forze armate motorizzate -non solo e non esclusivamente corazzate – i carri armati in collaborazione con la ricognizione, le truppe di fanteria, l’artiglieria, i genieri d’assalto, la logistica e con il contributo di aerei da attacco al suolo) e della Desert Storm (operazione dell’esercito USA nella campagna di bombardamenti aerei sul territorio iracheno e kuwaitiano durante la Guerra del Golfo).

L’evoluzione dei conflitti bellici si è avuta con le cosiddette Warfare di Quarta Generazione (4GW) (1) o guerra asimmetrica e non convenzionale che utilizza una combinazione di mezzi convenzionali e non – tra cui il terrorismo per destabilizzare e delegittimare – nel vasto spettro di azioni offensive e difensive di carattere militare, economico, culturale, psicologico finalizzate a determinare il collasso sociale.

Nel contesto delle guerre di quarta generazione si collocano le compound wars (2), conflitti in cui si verifica un significativo grado di coordinazione strategica tra forze separate, regolari o irregolari come nella Guerra del Vietnam, e le unrestricted wars (3), conflitti senza restrizioni e limiti morali che adoperano tutti i mezzi psicologici, commerciali, cibernetici, finanziari, come nel conflitto russo-ucraino, per il conseguimento del successo.

Una menzione particolare spetta alle operazioni militari diverse dalla guerra Military Operations Other Than War (MOOTWs) (4) operazioni condotte da unità militari al di fuori di un conflitto armato per concorrere nella salvaguardia delle Istituzioni dello Stato, cooperare nel soccorso alla comunità nazionale e attuare una missione di sostegno alla pace in operazioni di Crisis Response Operations (CRO): – la salvaguardia delle Istituzioni dello Stato prevede il concorso delle unità militari alle forze di polizia per l’esecuzione di missioni di controllo del territorio (rastrellamenti, posti di blocco o di controllo, vigilanza e sorveglianza di obiettivi non militari) o l’unità militare viene impiegata per svolgere attività di sicurezza e difesa di un certo territorio, sottraendolo in tal modo al controllo di organizzazioni criminali- come nelle “Operazione Vespri siciliani”, “Operazione Partenope” e “Operazione Testuggine”; – il soccorso alla comunità nazionale prevede due diversi tipi di intervento: uno di Protezione Civile, della cui organizzazione le Forze armate sono parte significativa; uno prettamente militare che consiste nella evacuazione di concittadini non combattenti da zone di rischio cd. Non-Combatants Evacuation Operations (NEOs); – le missioni di sostegno alla pace sono quelle effettuate da unità delle Forze Armate italiane, da sole o inquadrate in Forze multilaterali, in forza di accordi bi- o multilaterali o su mandato dell’ONU o di una organizzazione regionale.

La natura della guerra, definita come: “…un atto di forza per ridurre l’avversario al nostro volere… “ (5) è immutabile; ciò che è mutato sono le strategie, ossia l’impiego di mezzi e risorse, le tattiche, ovvero l’utilizzo di metodi e tecniche, il timing, cioè la pianificazione e programmazione dei tempi, della guerra.

CONTINUA….

(Si segnala che l’ultima visita ai siti indicati nelle note è del 18.11.2016.)

*http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-inchiesta_nel_regno_unito_utilizzati_convogli_umanitari_per_trasportare_materiali_e_denaro_ai_terroristi_in_siria__telegraph/82_17882/

1) Hammes Thomas, Fourth Generation Warfare (4GW), 2007, Military Review http://www.au.af.mil/au/awc/awcgate/milreview/hammes-4gw_and-5th.pdf

2) Huber M. Thomas, Compound Wars: The Fatal Knot, 2002, U.S. Army Command and General Staff College Press Fort Leavenworth http://usacac.army.mil/cac2/cgsc/carl/download/csipubs/compound_warfare.pdf

3) Qiao Liang and Wang Xiangsui, Unrestricted Warfare, 1999, Beijing: PLA Literature and Arts Publishing House https://www.oodaloop.com/documents/unrestricted.pdf

4) Joint Doctrine for Military Operations Other Than War, 1995, Department of the Navy & Department of the Air Force United States of America http://www.bits.de/NRANEU/others/jp-doctrine/jp3_07.pdf

5) Clausewitz von Carl, Vom Kriege, 1832, Dümmlers Verlag http://www.wissensnavigator.com/documents/carlvonclausewitzvomkriege.pdf

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Il Presidente delle Filippine Duterte

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