IRAN. ELEZIONI oggi 26 febbraio 2016

IRAN. ELEZIONI oggi 26 febbraio 2016

IL Parlamento iraniano (Majlis)

IL Parlamento iraniano (Majlis)

Si stanno svolgendo oggi le elezioni politiche in Iran, rinnovo del Parlamento (Majlis) e di una “Assemblea degli Esperti”. Elezioni in una nuova atmosfera con un Iran che si sta aprendo di nuovo anche alla diplomazia occidentale, Stati Uniti compresi, e agli investimenti stranieri. Un momento importante per Teheran. Che accadrà con 3 milioni di giovani al voto?

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Nella Repubblica Islamica iraniana iniziano il 26 febbraio le elezioni per il rinnovo del Majlis (Parlamento) e dei membri dell’Assemblea degli Esperti.

Per il Parlamento, su 79 milioni di abitanti hanno diritto al voto 55 milioni di cittadini, tra i quali 3 milioni sono chiamati al voto per la prima volta per eleggere 285 deputati mentre gli altri 5 seggi sono riservati alle minoranze (zoroastriani, ebrei, assiri, caldei e armeni).

I candidati devono avere fra i 26 e i 75 anni, essere di fede islamica e passare al vaglio del Consiglio dei Guardiani, che su 12 mila aspiranti ne ha approvato 6.229, fra cui 586 donne su 1.400. Il Parlamento ha come obiettivo principale la corretta gestione della politica economica.

Fra gli oltre 250 partiti registrati, la polarizzazione dei candidati è divisa in due fronti, riformisti e conservatori.

I primi aderiscono a due liste, quella guidata dall’Ayatollah Alì Akbar Hashemi Rafsanjani e quella chiamata “Speranza” fra i quali spicca l’ex candidato alla presidenza, Mohamed Reza Aref, mentre sono ancora agli arresti domiciliari dal 2011 i leader Kharroubi e Mussawi.

La lista di Rafsanjani comprende il presidente Hassan Rohani, l’ex ministro dell’intelligence Ghorbanali Dorri Najaf Abadi e il suo attuale omologo Sayyed Mahmoud Alavi.

Obiettivo comune è l’implementazione delle promesse fatte da Rohani nel corso della campagna presidenziale del 2013 per realizzare un ambiente politico, culturale ed economico più aperto.

Il fronte dei conservatori è formato da numerose liste tra le quali spiccano i più radicali: il presidente del Consiglio dei Guardiani, Ayatollah Ahman Jannati, l’attuale presidente dell’Assemblea degli Esperti, Mohammed Yazdi, affiancato da Alì Motahhari e Kazem Jalali, e gli ultra conservatori Gholamali Haddad-Adel, Morteza Aghateherani e Merdad Bazrpash, già consiglieri di Ahmedinejad.

L’Assemblea degli Esperti è formata da 88 membri con un incarico di 8 anni e hanno il compito di nominare o destituire la Guida Suprema, massima autorità religiosa e politica.

Su 800 aspiranti candidati all’Assemblea degli Esperti, ne sono stati selezionati 161 e il Consiglio dei Guardiani ha escluso candidati moderati e riformisti, fra i quali Hassem Khomeini, nipote del fondatore.

L’Assemblea potrebbe anche essere chiamata a sostituire l’Ayatollah Alì Khamenei, che ha raggiunto i 76 anni di età.

Il Consiglio dei Guardiani è formato da 6 teologi e 6 giuristi vicini alla Guida Suprema, che valuta i candidati al Parlamento e all’Assemblea degli Esperti.

La premessa sulle istituzioni e i loro meccanismi è necessaria per meglio comprendere la complessità del Paese, ancorata alla supremazia della Guida Suprema secondo il principio del Velayat-e Faqih (la tutela del giurisperito), massima autorità civile e religiosa.

Come nelle elezioni del 2013 sarà essenziale la percentuale dei votanti che attinse nel 2013 il 73% sulla scorta delle proteste del 2011, ferocemente contrastate dagli apparati di sicurezza.

Lo storico accordo del luglio 2015 sul nucleare e del conseguente ritiro della maggior parte delle sanzioni che hanno distrutto l’economia iraniana, costituisce il volano dell’area moderata che chiede all’elettorato di votare per consentire il proseguimento di una fase di crescita politica ed economica per tutti i cittadini.

Il fronte conservativo ha però molte ragioni per sperare in un forte assenteismo come nelle presidenziali del 2009 quando i votanti si attestarono sul 60% o del 2012 quando alle parlamentari del 2012 non superarono il 37%.

Sul piano interno, permangono le promesse incompiute di Rohani, come il perdurante limite inerente a libertà personali, diritti umani e utilizzo dei social network.

Proprio i social network sono all’attenzione dei conservatori, che minacciano di bloccare “Telegram”, l’applicazione messaggistica più utilizzata dagli iraniani, ufficialmente per impedire ai candidati di fare compagna elettorale nei due giorni precedenti alle elezioni, ma in realtà per depotenziare i 3 milioni di giovani alle prime votazioni che potrebbero essere favorevoli ai riformisti.

Durante la settimana precedente al voto sono entrati in azione due portali dei conservatori: “Alef Today”, che chiede il rallentamento o il blocco di “Telegram”, e il sito “Iranwire”, attraverso il quale Mohammad Reza Aghmiri, un conservatore del Comitato di filtraggio iraniano, ha dichiarato che l’applicazione potrebbe essere rimossa ove “Telegram”non ottemperasse alle richieste dell’Autorità.

In altri termini, i conservatori sono pronti a replicare il modello utilizzato subito dopo le elezioni del 2013 quando bloccarono Facebook.

www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

Ali Larijani. Speaker del dissolto Majlis

Ali Larijani. Speaker del precedente Majlis

Comments are closed.