SIRIA FRA GUERRA ED ESODO

SIRIA FRA GUERRA ED ESODO

Antonio Guterres

Antonio Guterres

Un quadro terrificante delle migrazioni e dei conflitti che non arresteranno le migrazioni, anzi aumenteranno il numero di profughi.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

L’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati (UNHCR), Antonio Guterres, diffonde i dati sull’esodo dei 4 anni di guerra in Siria.

I rifugiati sono 4 milioni e 13 mila divisi fra Turchia, 1.805 mila, in Libano, 1.172 mila, 630 mila in Giordania, in Iraq, 250 mila, in Egitto,132 mila e nel Nord Africa 24 mila.

Solo 270 mila sono i richiedenti asilo in un’Europa, sempre più ostile ai migranti. A questo cifra si aggiungono i 7,6 milioni di sfollati interni, costretti ad abbandonare lo loro case.

Un dramma che coinvolge poco meno di 12 milioni di persone per i quali occorrerebbero almeno 5,5 miliardi di dollari in aiuti umanitari considerando che i rifugiati nei campi del Medio Oriente vivono in strutture improvvisate, senza acqua né elettricità, e sotto il livello di povertà, pari a meno di 2 dollari al giorno.

L’appello dell’ UNHCR suscita ampia eco mediatica ma non scuote la Coalizione degli oltre 40 Paesi a guida USA che dal settembre 2014 hanno deciso di combattere l’ “Islamic State”.

Gli eventi, anche i più recenti, offrono uno specchio di quanto avviene in realtà sui campi di battaglia. Per restare alla Siria, nella prima decade di luglio mentre la Coalizione esegue raid con alta incidenza di “danni collaterali” (si traduce: uccisione di civili non coinvolti in azioni belliche), sul terreno di affrontano due schieramenti.

Il primo, l’aggredito, è il Governo siriano, supportato da Hezb’Allah libanese, unità speciali iraniane e nella zona Nord curda dalle Unità di Protezione Popolare (YPG).

La YPG, fondata nel 2006 dal Partito dell’Unione Democratica, ha come referente il Comitato Supremo Curdo e si compone di circa 50 mila persone, fra le quali molte donne.

Dall’altro lato, vi sono i numerosi e confliggenti gruppi jihadisti.

Attualmente, i fronti più impegnati negli scontri sono tre.

Ad Aleppo, l’Esercito di Damasco si scontra con Ansar al-Sharia, una Coalizione di 13 gruppi guidati dal Fronte Al-Nusra e appoggiata da miliziani dell’ “opposizione moderata”.

I teatri di battaglia per la difesa di Aleppo sono due.

Le montagne di Qalamun

Le montagne di Qalamun

Il primo è la regione di Qalamoun, al confine con il Libano, conquistata un mese fa dall’Esercito siriano con sciiti iracheni, combattenti di Hezb’Allah libanesi e unità iraniane. In questi giorni siriani e alleati assediano la città di Zabadani – a 50 km dalla capitale e a soli 12 km dalla frontiera con il Libano lungo l’autostrada Damasco-Beirut – e occupata dal 2012 dal Fronte al-Nusra. La conquista di Zabadani garantirebbe il controllo del confine siro-libanese con sensibile arretramento dei jihadisti da Damasco.

Il secondo fronte di lotta è Homs, la cui provincia confina a Est con l’Iraq, a Sud con la Giordania e a Ovest con il Libano.

L’attuale scontro inter-jihadista tra Fronte al-Nusra e miliziani di IS potrebbe favorire il regime siriano a salvare Aleppo e riconquistare Homs.

Il debole appoggio della Coalizione non appare sufficiente a fermare IS. La stessa Coalizione addestra, supporta e arma milizie dell’ “opposizione moderata”, che, puntualmente sconfitte nella battaglie contro l’IS, abbandonano le armi o defezionano.

Il Fronte al-Nusra ha già chiesto agli USA di essere espunto dalla loro black list delle “organizzazioni terroristiche” perché facente parte di quell’”opposizione moderata” supportata dalla Coalizione USA.

La Coalizione rifiuta di coordinarsi con Damasco durante i raid ed è ostile al supporto dei combattenti sciiti iraniani e libanesi alla Siria e nell’intera regione, dall’Iraq allo Yemen.

Non mancano neppure raid israeliani che nel Golan occupato bombardano le unità militari iraniane e libanesi impegnate a combattere IS e il Fronte al-Nusra.

In questo quadro, è ipotizzabile la conclusione del Rapporto dell’UNHCR che prevede per la fine del 2015 un numero di rifugiati siriani di 4,27 milioni.

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