ISIS HA UN NUOVO LEADER…

ISIS HA UN NUOVO LEADER…

Possibile foto di Al Baghdadi morto....

Possibile foto di Al Baghdadi morto….

Il Califfo è morto…non è morto..lotta per la successione. Perché avvalersi anche dei musulmani europei? La tesi interessante e sconvolgente di Abu Musab Al Suri, portavoce di Osama bin Laden con un “Appello alla resistenza islamica globale”

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Il quotidiano britannico Guardian rivela che il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi ha riportato gravi ferite durante un raid aereo della Coalizione guidata dagli USA il 18 marzo 2015 a Baaj, a 130 chilometri da Mosul.

Nell’attacco sono rimasti uccisi tre esponenti dell’Islamic State of Iraq e Sham (ISIS) mentre Baghdadi ha un grave danno spinale che lo rende inabile a riprendere il comando del movimento. Il califfo è ricoverato in un luogo segreto a Mosul ed è curato da una radiologa proveniente dall’ospedale cittadino e un chirurgo, entrambi militanti di ISIS.Solo poche persone possono fargli visita anche se la notizia ormai di va diffondendo fra quadri dell’organizzazione.

Il testo “Al-Ahkam al-Sultaniyya wa-l-Wlilayyat al-Diniyya” (L’ordinanza del governo e delle istituzioni della Fede) prevede la rimozione del califfo per fallimento morale o incapacità fisica. E in questo caso, la seconda situazione è evidente.

Al suo posto subentra Abdul Rahman Mustafa al-Qadashi, noto come Abu Alaa al-Afri, già professore di fisica e jihadista da tempo, designato a sostituire Abu Omar al-Baghdadi ucciso da un raid USA a Tikrit nel 2010, ma poi la scelta cadde su da Abu Bakr al-Baghdadi.

Riconosciuto per la grande capacità di oratore e di leader, Abu Alaa ha militato in Al Qaeda e alla fine degli anni ’90 è stato probabilmente addestrato in Afghanistan.

In seguito, si è arruolato nell’ala irachena di Al Qaeda comandata da Abu Masab al-Zarkawi, poi ucciso in un raid americano.

La formazione, indebolita dalle campagne aeree della Coalizione e dalle sconfitte subite sul terreno da curdi e unità scelte di Hezb’Allah libanese e Al Quds iraniane entrambe guidate dal generale Qassem Suleimani, starebbe pianificando operazioni ritorsive in Europa.

La nomina di Abu Alaa potrebbe infatti favorire la ripresa solida con Jabhat al-Nusra e non solo nel territorio siriano dove il Fronte sta conquistando territorio, come di recente, Idlib, ma anche per le operazioni all’estero.

Il Guardian si avvale di fonti locali e vicine a ISIS. Più volte, infatti, sono state diffuse notizie poi rivelatesi false su al-Baghdadi.

Nel novembre 2014, il Ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al-Jaafari, ne aveva annunciato la morte in un raid a Qaim e il Governo di Baghdad ne aveva confermato il ferimento a Ovest dell’Iraq.

La stessa notizia veniva poi riferita con due scenari diversi: il Ministero dell’Interno sosteneva che il raid era stato eseguito da Forze speciali dell’Intelligence mentre il Ministero della Difesa diffondeva la tesi di un raid aereo della Coalizione.

A gennaio, il Premier iracheno, Hayder al-Abadi, in un’intervista al quotidiano londinese “Al-Hayat”, aveva confermato che al-Baghdadi era rimasto ferito a Qaim, salvandosi miracolosamente.

Perché attentati in Europa?

Lo spiega Gilles Kepel, orientalista e docente all’ “Institut d’études politiques” di Parigi, che ripropone un documento di Al Qaeda del 2004 disseminato su internet.

imagesUn ingegnere di Aleppo, militante di Al Qaeda con il nome di battaglia Abu Musab Al Suri, portavoce di Osama bin Laden, pubblica il suo “Appello alla resistenza islamica globale” (www.lemonde.fr) e critica l’operazione dell’11 settembre che provocò la guerra in Afghanistan e la perdita delle basi del movimento, costretto alla fuga.

La proposta di Suri è in linea con le indicazioni che aveva dato lo stesso Osama bin Laden nel novembre 2002 quando fugge da Tora Bora, ormai sotto assedio e invita i militanti a proseguire il jihad anche da soli.

Teorizza di attaccare l’Europa non con operazione organizzate da un Comando centralizzato che invia combattenti in Paesi sconosciuti.

Suri sostiene la necessità di avvalersi dei musulmani europei non assimilabili alla cultura occidentale, indottrinarli, addestrarli e farli rientrare nei Paesi di residenza, pronti a eseguire azioni armate, privilegiando tre obiettivi: gli ebrei, gli “apostati”, cioè quei musulmani contrari al jihad e al servizio della repressione Occidentale, e gli intellettuali e artisti accusati di accusare o dissacrare l’Islam.

In effetti, gli attentati di Madrid del 2004, quelli di Londra del 2005 e quelli più recenti a Parigi (2012 e 2015) e Danimarca (2015) sono in linea con queste indicazioni.

L’appello di Suri, recentemente colto anche in Canada, Australia, Kenya potrebbe avere un’accelerazione in questo periodo per la mutata conformazione delle reti terroristiche, presenti in Africa, Medioriente, Asia.

Formata con un modello di comando piramidale, Al Qaeda è andata modificandosi anche per gli spazi di arruolamento creati dai social network e il facile accesso ai campi di addestramento dopo l’inizio delle ribellioni arabe.

Anche nella stessa Europa, con un volo verso Turchia, non è poi difficile raggiungere la Siria.

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