USA – IRAN. ANALISI SU IPOTESI DI ACCORDO SUL NUCLEARE

USA – IRAN. ANALISI SU IPOTESI DI ACCORDO SUL NUCLEARE

Un’analisi a caldo dello ‘storico’ accordo sul nucleare. Chi è pro, chi è contro…possibili conseguenze. Rimane un accordo ‘storico’ e speriamo che siano positivamente ‘storiche’ le conseguenze.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini 

accordo-nucleare-iran-usa-mogherini-595x300Con due giorni di ritardo rispetto al termine fissato (31 marzo) a Losanna, il Gruppo dei 5 + 1 (i 5 membri permanenti nel C.d.S. ONU, più la Germania) annunciano la bozza definitiva dell’Accordo che sarà firmato il 30 giugno. E’ una svolta epocale che ridisegnerà il Medio Oriente e non solo.

Ne analizziamo i punti salienti per Iran, USA e protagonisti ineludibili.

Il testo finale prevede la cancellazione di tutte le sanzioni contestualmente al rispetto degli accordi assunti.

USA e Unione Europea cancelleranno sanzioni primarie e secondarie imposte dal 2006 e le precedenti a mezzo di una Risoluzione dell’ONU per evitarne la mancata implementazione minacciata dal Congresso statunitense a guida Repubblicana.

L’Accordo entrerà in vigore in diverse fasi di 10, 20 e 25 anni e nella prima fase le attività iraniane saranno sottoposte a strettissimi controlli da parte dell’Agenzia Internazionale dell’ Energia Atomica (AIEA).

L’Iran sospenderà i 2/3 della capacità di arricchimento dell’uranio e la centrale di Natanz sarà la sola struttura di arricchimento attiva.

Gli altri siti saranno riconvertiti in centri di ricerca tecnologica.

Altro successo storico è che contestualmente all’intesa si avvieranno programmi di cooperazione internazionale e in materia di sicurezza.

L’opposizione all’Accordo: USA, Iran e Israele

Durante gli incontri dell’Iran con il G. 5 + 1 in Svizzera, 47 dei 54 Senatori Repubblicani avevano assunto un’iniziativa senza precedenti e firmato una lettera indirizzata alle Autorità iraniane nella quale dichiaravano che eventuali impegni assunti dall’attuale Presidente non sarebbero vincolanti per il suo successore.

In Iran esulta tutta la popolazione, compresi i conservatori iraniani.

Mohammad Yadzi

Mohammad Yadzi

Rinforzati dalla nomina dell’Ayatollah Mohammad Yazdi, ultra-conservatore, a Capo dell’Assemblea degli Esperti, consesso che orienta la nomina della Guida Suprema, l’area radicale aveva chiesto che l’eventuale Accordo venisse sancito dall’ONU. Ebbene, così è avvenuto e non hanno più nulla da criticare.

Inoltre, la collaborazione di sicurezza è una vittoria inaspettata per i conservatori.

Tutti alle prossime elezioni Presidenziali avevano deciso di votare, contro il moderato Rowani, il Generale Qassem Suleimani, imbattibile eroe della guerra attivata contro la neo-nata Repubblica Islamica Iraniana dall’Iraq di Saddam Hussein (1980-1988) e delle missioni svolte in Afghanistan, Siria, Iraq e ora contro l’Islamic State of Iraq an Sham (ISIS), Capo dal 1994 delle Brigate Al Quds. E ora lo voteranno senza se e senza ma.

Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, riconfermato nelle elezioni del 17 marzo, ha ricevuto il portavoce della Camera USA John Boehner e un gruppo di Senatori del Congresso in Israele il 31 marzo, data scelta per la coincidenza con la chiusura dei colloqui sul nucleare iraniano.

'Bibi' Netanhyau

‘Bibi’ Netanhyau

Ad Accordo avvenuto, è il Ministro dell’Intelligence Yuval Steinitz, stretto collaboratore del Premier, a bocciare l’intesa e ricordare l’opzione militare, già sperimentata nel 1981 bombardando il (presunto) reattore nucleare iracheno a Osirak senza che gli USA ne fossero a conoscenza.

Una voce contraria viene anche dagli USA, dove un esponente della dottrina Bush, John Bolton, pochi giorni addietro aveva dichiarato sul New York Times la guerra come unica soluzione per “esportare la democrazie” nel “Grande Medio Oriente” e che Israele da solo “può realizzare ciò che è necessario”.

Gli fa eco Eyal Zisser che sul quotidiano “Israel YaYom” sottolinea come i Paesi del Golfo siano contrari agli accordi USA – Iran e “prenderanno l’iniziativa e resisteranno alla sfida iraniana” con uno “sviluppo molto positivo per Israele”.

Critiche alla posizione di Tel Aviv da media ed esponenti israeliani.

Durante il negoziato sul nucleare, l’emittente qatarina “Al Jazeera” e il quotidiano britannico “Guardian” entrano in possesso del documento “Spycables” relativo alla valutazione del pericolo sul nucleare iraniano tra il Mossad e il Primo Ministro nel corso degli anni.

Dai documenti emerge fra l’altro che quando il Premier nel 2012 mostrava all’ONU il disegno di una bomba con la miccia accesa sottolineando che l’Iran avrebbe avuto l’atomica entro un solo anno, il Mossad riteneva il pericolo remoto spiegando che l’Iran lavorava all’arricchimento di uranio per i reattori a scopi civili per rifornimento energetico e ricerca scientifica.

Il Mossad aggiungeva che: il 5% dell’uranio arricchito e la provvista di 100 chili di uranio al 20% erano in linea con le necessità del rifornimento dei reattori; non emergevano indicazioni tali da ipotizzare un innalzamento dei livelli di arricchimento per scopi militari.

Inoltre, gli ex Capi del Mossad Meir Dagan, dimessosi nel 2011, ed Efraim Halevy hanno pubblicamente e in più occasioni ridimensionato la minaccia iraniana sostenuta dal Primo Ministro.

Nel maggio 2014, inoltre, il Generale Uzi Eilam, per 10 anni membro della Commissione per l’Energia Atomica Israeliana, durante un’intervista spiegò che per realizzare l’atomica l’Iran avrebbe avuto bisogno di oltre 10 anni.

Conseguenze nel quadro geostrategico nell’ipotesi di un Accordo.

L’Accordo avrà ripercussioni nell’intera regione mediorientale perché rafforza l’Iran e la “mezzaluna sciita” formata da Iran, Iraq, Siria, Libano e formazioni palestinesi filo-sciite.

Teheran non rimarrà più il solo vincitore sul terreno della guerra insieme a Hezb’Allah libanese e Curdi sull’Islamic State of Iraq and Sham ( ISIS) ma coordinerà i suoi sforzi con gli USA.

L’Iran, come riconosciuto pubblicamente dal Segretario di Stato USA, è l’unico in grado di porre fine alla guerra in Siria, ma ora occorre riconoscere che è anche l’unico che può annientare ISIS dalla regione e non solo.

Non dovrebbe accadere più il recente episodio avvenuto nel febbraio 2015, quando Israele con un raid aereo sul lato siriano del Golan ha ucciso 12 militari delle unità speciali di Iran ed Hezb’ Allah, fra cui due generali (uno libanese, l’altro iraniano) che combattevano contro ISIS.

L’Asse arabo sunnita e la Turchia agevolano, pagano e armano formazioni anti-siriane, molto delle quali si congiungono all’ISIS, portandosi le armi ricevute. Ora non dovrebbe accadere più.

Permangono criticità.

E’ possibile una corsa al nucleare fra i Paesi del Golfo.

Il Pakistan, potenza nucleare che vive con gli aiuti economici sauditi, potrebbe essere nell’area il primo a realizzare l’interesse saudita ad aprire impianti per la produzione di energia atomica.

©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

L'Ayatollah Khamenei

L’Ayatollah Khamenei

Comments are closed.