Dalle ceneri della Fenice Rossa alla transizione dei sistemi informativi russi; dalla fine del KGB alla creazione dell’FSB di Putin. Parte Seconda

Dalle ceneri della Fenice Rossa alla transizione dei sistemi informativi russi; dalla fine del KGB alla creazione dell’FSB di Putin. Parte Seconda

La seconda parte di questo sintetico studio sui servizi segreti russi. La potenza del KGB anche dopo il suo scioglimento; la sua trasformazione. L’avvento di Vladimir Putin, ultimo ‘zar’, per ora…, del secolare imperialismo russo. Salvo pochi addetti ai lavori, queste trasformazioni non sono molto conosciute ma occorrerebbe saperne di più per meglio comprendere la personalità dell’uomo forte del Cremlino, che sotto una solo apparente alternanza con Medvedev, detiene un potere monocratico come ai tempi dei Romanov.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella PasqualiniUnknown

La fine della guerra fredda imponeva allo spionaggio russo un nuovo ruolo. La missione del KGB non era più la diffusione e la conservazione del comunismo. Il passaggio a un’economia di mercato, poneva un cambio obbligato di rotta nella natura dello spionaggio. In realtà, l’interesse nella tutela dello stato fu sostituito dal desiderio di ricchezza personale. I servizi di sicurezza non erano interessati a segreti di stato perché gli sforzi erano concentrati sulla scoperta di informazioni compromettenti sul conto di individui,  allo scopo di estorsione. Di qui la maggiore enfasi sullo spionaggio economico. Nei primi anni 90, I prestiti della Banca centrale russa vennero per lo più effettuati seguendo le istruzioni del Parlamento russo o dei più alti ufficiali della sezione esecutiva del Cremlino. Sicché Mosca concesse capitali di avviamento a quelle attività con cui il governo aveva costituito società a capitale misto in cambio di credito. In questo modo, fu possibile riciclare il denaro attraverso una rete di banchieri corrotti, società di copertura e corrieri del KGB, incanalandolo in lucrosi investimenti societari sotto il controllo della criminalità organizzata, sia in occidente che in patria. Con il denaro ottenuto, la polizia segreta creava una società di copertura. Queste avevano spesso un indirizzo temporaneo, mentre il denaro preso in prestito andava ad altri destinatari come pagamenti per servigi resi. L’escamotage era un metodo per sottrarre denaro alle casse dello Stato o alle banche per trasferire il denaro legalmente.images-2

Un’importante conseguenza del crollo dell’URSS fu la privatizzazione dei servizi di spionaggio e sicurezza. I numerosi cambiamenti organizzativi che si verificarono tra il 1991 ed il 1993, quando venne smantellato l’ex KGB, insieme alla grande domanda di servizi di sicurezza professionali per proteggere le banche e nuove attività economiche sorte dopo la fine del comunismo, indusse molti cekisti (1) a lasciare i ranghi dei servizi per trovare un impiego più lucroso nel settore commerciale nei servizi di sicurezza privati. Essi fecero questo passo mantenendo i vecchi legami e contatti, applicando le tecniche operative usate durante il servizio in agenzia per conseguire i propri obiettivi economici privati. Conseguentemente agli inizi del 90 si verificò una forte competizione tra sicari nella sfera economica. Molti ufficiali del servizio segreto si misero in società con i titolari di attività economiche di successo o potenzialmente tali con intenzione di imporre il loro controllo secondo lo stile del KGB. Usando la sua pratica tradizionale, anche le agenzie nate dal KGB sfruttarono la propria posizione per costringere a entrare in società gli imprenditori che non volevano farlo. Chi si rifiutava era letteralmente braccato e arrestato, mentre l’attività veniva confiscata e passava di proprietà delle agenzie. Le amministrazioni bancarie preferivano, inoltre, assoldare ex appartenenti dei servizi di sicurezza come guardie del corpo, poiché questi avevano le competenze necessarie per proteggere i loro clienti. Perciò, poiché la criminalità era controllata dalla maggioranza delle banche in Russia, i servizi incominciarono a lavorare direttamente per queste, producendo scontri tra cekisti.

Quando la nuova oligarchia ottenne il controllo di gran parte dell’economia, gli omicidi degli uomini d’affari a Mosca e in altre aree urbane raggiunsero alti livelli. Nel 1993 ci furono 102 omicidi su commissione di uomini d’affari e nel 1994 il numero era salito a 562. I killer a pagamento non si concentravano solamente sui banchieri o gli esponenti politici. Nel mirino finirono anche molti giornalisti che seguivano le attività della criminalità organizzata o criticavano le operazioni nelle banche. Dietro a questi omicidi c’erano le agenzie governative. Solo personaggi ricchi e potenti potevano assoldare un bravo killer. Il costo di un omicidio normalmente si aggirava dai 20.000 ai 50.000 dollari, fino a un massimo di 100.000. I killer più ricercati erano solitamente ex esperti in sabotaggio dei dipartimenti di spionaggio del Ministero della Difesa o del primo dipartimento principale dell’ex KGB. I loro obiettivi erano importanti banchieri, industriali e squali del mondo della criminalità. Molti omicidi su commissione erano, di fatto, compiuti sia dall’agenzia di spionaggio interno che da operativi delle forze armate del GRU (Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie), che appoggiandosi ai servizi di sicurezza privati ottenevano una valida copertura ed i canali necessari per indagare e sorvegliare i target in preparazione degli assassini.

La sede del KGB: la Lubianka.

La sede del KGB: la Lubianka.

La vittoria dei comunisti nelle elezioni parlamentari del dicembre 1993 era stata per Eltsin un chiaro segnale di una perdita di potere. Tre mesi dopo lo scioglimento del Parlamento, avvenuto il 21 dicembre del 1993, il presidente riorganizzò nuovamente i servizi nel tentativo di potenziarne i ranghi contro la crescente influenza dei comunisti. L’MB fu sciolto, dichiarandolo irriformabile e rinominandolo Servizio di Controspionaggio Federale FSK (Federalnaya Sluzhba Kontrrazvedki). Il nuovo apparato di sicurezza dello Stato passò dallo status di ministero a quello di agenzia. Quindi, nel febbraio del 1994. una volta che la transizione dall’MB all’FSK era relativamente stabile, Eltsin nominò alla guida dell’agenzia Sergej Stephashin, che era stato capo della commissione istituita nel 1991 per indagare sui servizi di spionaggio  e di sicurezza.

Lo scoppio del conflitto in Cecenia nel 1994 fu caratterizzato da operazioni su larga scala dell’FSK, con la collaborazione dell’SVR per indebolire il fronte ribelle. Poiché uno dei compiti dell’SVR sarebbe stato quello di favorire i rapporti con “l’estero vicino”, in altre parole le ex repubbliche sovietiche, il servizio di sicurezza interno e quello esterno collaborarono per influenzare gli eventi in Cecenia, ma a causa di errori che comportarono alcuni episodi d’imbarazzo all’esercito russo, il direttore dell’FSK fu rimosso dal suo incarico. Da tale evento, nel 1995 scaturì la nuova riforma dell’FSK, che sarebbe stato chiamato Servizio di Sicurezza Federale FSB (Federal’naja služba bezopasnosti Rossijskoj Federacii) sotto la guida di Barsukov l’ex capo del Direttorato della Guardia (GUO). L’aspetto più importante era che il servizio di sicurezza ottenne di nuovo il pieno controllo dei dipartimenti delle prigioni e delle indagini, aumentando di gran lunga il suo potere (2). La nuova agenzia vide l’aumento dei vice direttori che furono portati a otto: due primi deputati, cinque deputati responsabili dei Dipartimenti e delle Direzioni ed un vice direttore la cui competenza andava  dalla Città di Mosca alla direzione regionale di Mosca.

Il fatto che i russi anche dopo il crollo dell’impero sovietico continuassero ad operare senza sostanziali limitazioni all’estero, dimostra che le reti del KGB erano molto ben radicate negli Stati Uniti come negli altri paesi della NATO. Con la perdita d’influenza politica internazionale e la rottura di molte reti di spionaggio seguita alla fine del comunismo, la Russia s’impegnò nel ricucire la propria rete informativa abbastanza velocemente per riguadagnare il proprio posto nello spionaggio mondiale. Le condizioni in cui operava il servizio di spionaggio dopo il collasso del comunismo erano completamente cambiate. Esso perse gran parte dei fondi, in particolare quelli che erano affluiti dai paesi satelliti durante la guerra fredda e non ebbe più collegamenti con circa 150 stazioni SIGINT dei paesi dell’ex patto di Varsavia. L’indipendenza da Mosca di molti paesi dell’Europa orientale e di quelli baltici creò un vuoto nel controllo di numerose reti spionistiche in quei paesi. La fine della guerra fredda impose un nuovo orientamento ai servizi informativi occidentali, allo stesso tempo lo spionaggio esterno russo modificò le proprie esigenze. Le priorità delle agenzie divennero più che in passato: economiche, industriali e tecnologiche. In secondo piano nella lista delle preminenze compariva anche lo spionaggio politico seguito dalla reintegrazione dell’estero vicino e del traffico d’armi.images

Durante la guerra fredda, la politica sovietica in Medio Oriente aveva supportato stati inaffidabili come: Libia, Iraq e Iran. Nonostante il crollo del comunismo i Russi intendevano attuare una politica attiva in Medio Oriente. L’addestramento dei terroristi e dei funzionari dei servizi dei Paesi che si opponevano agli interessi degli Stati Uniti fu perpetrato con una certa continuità. Una linea di condotta accertata da una riunione avvenuta all’inizio del 1995 tra il direttore del servizio informazioni estero (SVR) ed il suo omologo iraniano. Questi incontri culminarono nella firma di un accordo di cooperazione, che oltre ad ordini per la fornitura di attrezzature per comunicazioni ed ascolto, comprendeva l’invio di esperti russi in Iran e la creazione da parte del servizio informazioni di Mosca di un centro regionale di addestramento per i funzionari dei servizi: dell’Azerbaigian, del Pakistan, dell’Oman e degli Emirati Arabi Uniti. L’intenzione di Teheran era senza dubbio che Mosca contribuisse al miglioramento dei servizi di sicurezza informativi iraniani, compito a cui lo spionaggio russo era ben felice di provvedere. Secondo il servizio di informazioni egiziano il 10 novembre del 1995, una delegazione di circa 250 ufficiali della sicurezza iraniana ritornarono da una visita di sette mesi a Mosca che aveva come scopo l’addestramento per mezzo dei servizi russi.

Nel 1995 le agenzie del Cremlino si orientarono con più convinzione sullo spionaggio economico, con l’intenzione di valutare l’influenza esterna sull’economia della Russia, favorire l’integrazione tra le ex repubbliche sovietiche, prevenire le minacce straniere alla sicurezza economica della Russia, coadiuvare il governo nel favorire l’investimento estero e contrastare l’attività di riciclaggio di denaro da parte di gruppi criminali. Il vero motivo di questo interesse dei servizi era però, la supervisione del commercio d’armi dalla Russia. In definitiva, i servigi dello spionaggio russo nei primi anni novanta si concretarono nella raccolta di informazioni che rispondevano più che alle esigenze dello stato, a quelle dei responsabili del massiccio furto di risorse russe, quantificabili in capitali per miliardi di dollari.

(1) La Čeka, abbreviazione di črezvyčajnaja komissija, era un corpo di polizia politica sovietico creato da da Lenin e Feliks Edmundovič Dzeržinskij nel 1917, per combattere i nemici del nuovo regime russo.

(2) Nel 1995, l’FSK è stato rinominato e riorganizzata nel Servizio di Sicurezza Federale (FSB) dalla legge federale del 3 aprile 1995: “Sulle Organi del Servizio di Sicurezza Federale della Federazione Russa”. Integrata con il decreto n ° 633, firmato da Boris Eltsin, il 23 giugno 1995. Il decreto ha  attribuito all’FSB compiti più specifici, come la possibilità di condurre lavoro di crittografia.

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