PAKISTAN. I DRONI E LA PACE… NON SOLO DRONI

PAKISTAN. I DRONI E LA PACE… NON SOLO DRONI

 

Nuova arma micidiale usata in Pakistan: i droni. Chi uccide non rischia…e forse l’obbiettivo è più facile da raggiungere…minori danni collaterali…non credo. Non agevoleranno condizioni di pace, questo è sicuro.

Il Direttore Scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

I DRONI E LA PACE…

L’1 novembre 2013 a Danday Darpa Khel nel distretto di Miranshah (Waziristan del Nord, Pakistan) un drone statunitense ha ucciso 4 persone tra le quali Jamshed Zulfikar Mehsud (n.d.b. Hakimullah), leader dei “Tehrik-e-Taleban” (TTP), formazione pakistana che riunisce una trentina di gruppi operanti nel Nord Ovest del Pakistan.L’episodio ha scatenato la furiosa reazione del Governo pakistano per due principali motivi.

In primo luogo, appena due giorni prima il neo-eletto Premier Nawaz Sharif (insediatosi a giugno 2013 a capo del nuovo Governo civile dopo le elezioni del precedente maggio)  aveva  annunciato l’apertura di un dialogo con il movimento per una possibile pacificazione proprio in ragione di un’inaspettata apertura di Mehsud, esponente di spicco della più forte tribù del Waziristan del Sud  e forse l’unico in grado di coinvolgere nel progetto la frammentata guerriglia pakistana.images-1

Il timore che la scomparsa di Mehsud segni il fallimento dell’iniziativa del Premier Nawaz sembra confermata pochi giorni dopo quando il movimento nomina come successore Maulana Fazlullah, il religioso integralista che aveva formato un “Emirato islamico” nella Valle dello Swat e che è a capo di una milizia della North West Frontier.

In realtà nel maggio 2008 nel corso degli interventi dell’esercito per sradicare dalla vallata i Taleban afghani e l’ala residuale di Al Qaeda in fuga dall’Afghanistan dopo la disfatta di Tora Bora (novembre 2002), Fazlullah, grande esperto di tecnologia, si era accordato con il TTP e aveva raggiunto un accordo con i Governativi che prevedeva fra l’altro per lo scambio dei prigionieri (portato a termine) e la cessazione delle iniziative della guerriglia contro l’Esercito.

Gli USA espressero profonde riserve sull’accordo perché “contrari a trattare con i terroristi”, suscitando non poche perplessità a Islamabad che ben conosceva il considerevole supporto fornito dagli USA alle “organizzazioni combattenti” (fra cui Al Qaeda) presenti in Afghanistan durante la guerra contro l’URSS (1979 – 1989). L’accordo non durò a lungo.

Fazllulah con la sua milizia fu costretto a lasciare la Valle, ripresa la strategia stragista e si oppose da allora a ogni segnale di apertura al dialogo, arrivando a eliminare anche in seno alla sua organizzazione esponenti favorevoli ad aperture con il Governo.

In secondo luogo, il Pakistan ha ribadito agli USA che la policy dei droni viola la sovranità del Paese e ha procurato dal 2008 al 2013 numerose vittime civili fra le 2.227 persone rimaste uccise.

Sull’attività dei droni in Pakistan una serie di documenti indica significativi ma differenti dati anche per la difficoltà di reperire documenti ufficiali.images-3

L’esperto delle N.U. Ben Emmerson presentò un bilancio (marzo 2013) di almeno 330 raid dal 2004 con l’uccisione di 2.200 persone di cui 400-600 vittime civili, aggiungendo che in Pakistan le vittime del terrorismo erano state oltre 40 mila, considerando anche i numerosi attacchi contro le comunità cristiane (circa 200 mila, sono il 2% su 180 milioni,) e sciite (poco meno di 1,5 milioni, costituiscono il 17%), obiettivi privilegiati di gruppi legati ai TTP; 7 mila i soldati sono caduti durante il conflitto interno nella Swat e nelle  “Federally Administered Tribal Areas” (FATA) confinanti da Nord est a Sud est con l’Afghanistan a da Nord ovest dalla Swat al Punjab; la spesa era stata di circa 70 mld USD.

Secondo uno studio (luglio 2013) della ”Political Agent” di Wana (capitale del Waziristan del Sud) gli Usa fra il 2006 e il 2009 hanno eseguito 75 raid che hanno causato 746 morti, di cui 147 vittime civili fra le quali 92 bambini, contraddicendo la versione statunitense secondo la quale le vittime civili sarebbero “solo” 50 su 2.000.

 L’Alta Corte di Peshawar in una causa civile promossa dalla “Foundation for Fundamental Rights” contro la CIA ha emesso (aprile 2013) una sentenza facente stato di 896 civili uccisi tra il 7 e il 2012 nel Nord Waziristan e 533 morti civili nel Waziristan del Sud.

Secondo una ricerca (luglio 2013) del “Bureau of Investigative Journalism” dal 2004 al 1° novembre 2013 sarebbero stati uccisi dai droni circa 3.460 persone tra le quali solo tre esponenti di spicco nel 2013: Mullah Nazir (gennaio), Waliur Rahman (maggio) e Hakimullah Mehsud (1° novembre).

Sull’uso più generale dei droni – per ora praticato da USA e, in minore misura, da Israele e UK – in un articolo di Michael Walzer apparso sulla rivista “Dissent ” si indicano durante il primo mandato dell’amministrazione del Nobel per la Pace Presidente Barak Obama 310 attacchi in Pakistan, fra 54 e 64 in Yemen e fra 10 e 23 in Somalia con un numero di vittime che nel solo Pakistan oscilla fra i 2.629 e 3.461 con una stima di civili uccisi fra 476 e 891 più 176 bambini.

L’eliminazione di Mehsud e il perseverante utilizzo dei droni da parte degli USA non facilitano il tentativo pakistano di riequilibrare una situazione d’instabilità e tensioni derivanti da numerosi fattori spazianti dall’irrisolta disputa con l’India lungo la frontiera con il Kashmir alle campagne di attentati devastanti di diversa matrice (religiosa, settaria, etnica),  dall’elevato livello militare di formazioni terroristiche in grado di controllare intere aree  a un alto tasso di corruzione che ne erode le potenzialità.

E’ presumibile che con la morte di Mehsud si allontani l’ipotesi negoziale di Nawaz Sharif con il TTP il cui attuale leader Fazlullah, pronto all’apertura con il Governo nel 2008 e sperimentatane l’inaffidabilità, ha assunto una posizione di rigida chiusura come ha dichiarato lo stesso giorno del suo insediamento al posto di Mehsud e dimostrato – come ritenuto da altri gruppi terroristici – con la strage eseguita (gennaio 2013) a Mingora, della Swat Valley in danno di 22 membri della madrasa (scuola coranica) della formazione “Tableghi Jamaat”, seguaci dell’originale scuola di Deoband (fondata intorno al 1920 ad Uttar Pradesh, India, al confine con il Nepal, a 170 km Nord est dalla capitale) perché dichiaratisi favorevoli al colloquio inter-religioso.   images-2

Perché nonostante il Ministro dell’Interno pakistano Nisar Alì Khan abbia definito l’azione come ”un attacco degli americani alla pace nella Regione”, del caso sarà investito il Consiglio di Sicurezza dell’ONU e Imran Khan, capo del “Pakistan Tehrek-e- Insaf” (di opposizione) che comanda la provincia del Kyber Paktunkhwa (dove Mehsud è stato ucciso) da dove passa parte della logistica NATO per l’Afghanistan, ne abbia minacciato la chiusura, l’amministrazione Obama proseguirà nell’aumento costante dell’uso dei droni, coma sta facendo in Iraq e Afghanistan dopo il ritiro da quei teatri.

NON SOLO DRONI…

Il 20 febbraio 2014 caccia ed elicotteri da combattimento pakistani hanno bombardato Dattakhel, Shawan e Mir Ali nella zona di confine fra il Nord Waziristan e l’Afghanistan uccidendo 35 telebani del Teheerek-e-Taleban Pakistan (TTP) e distrutto rifugi di milizie jihadiste uzbeke, turkmene e tagike.

Solo due settimane prima a Islamabad si erano incontrati esponenti del Governo di Nawaz Sharif ed emissari non combattenti autorizzati dal TTP del mullah Fazlullah.

Il Premier Nawaz Sharif  aveva definito “storico” quel primo incontro avvenuto dopo 7 anni di guerra e appena tre mesi dopo che un drone USA aveva ucciso il 1° novembre 2013 Hakimuallah Mehsud, lo storico capo del TTP. La disponibilità dei Talebani poteva essere un segnale di discontinuità rispetto al passato di guerra totale fra il Governo e i jihadisti?

La guerra in realtà non era mai finita.images-3

Nel primo mese dell’anno in corso il TTP ha ucciso oltre 70 persone e anche durante i negoziati la guerriglia ha compiuto una serie di attacchi suicidi contro civili, poliziotti, militari e fedeli del sufismo in preghiera  a Karachi portando il numero delle vittime negli ultimi 4 mesi a 460 oltre a 1.200 feriti.

Durante la campagna terroristica il TTP ha presentato richieste che ha definito non trattabili:

–       introduzione della sharia;

–       sistema educativo di impronta islamica;

–       liberazione di tutti i prigionieri;

–       cessione di tutte le Aree Tribali del Khyber Pakhtunkwa con ritiro dell’Esercito;

–       fine del sistema bancario basato sugli interessi;

–       rottura del patto con gli USA;

–       sostituzione del modello democratico con un regime islamico.

Per chiarire la posizione, la formazione ha comunicato che l’attività militare sarebbe continuata fino al soddisfacimento della piattaforma negoziale inoltrata.

Ed è passata subito ai fatti: il 16 febbraio il nucleo Mohamand del TTP ha ucciso i ventitre ranger catturati nel 2010.Lo stesso Premier ha autorizzato l’Esercito a colpire il TTP con raid protratti nel tempo per depotenziarne l’apparato militare come sta accadendo in questi giorni.

Fra il 24 e il 25 febbraio bombardamenti nel Sud e nel Nord del Waziristan hanno ucciso oltre venti combattenti tra i quali un esponente di spicco dell’organizzazione Asmatullah Shaheen Bhittani. Dall’altra parte, il TTP in un attentato a Peshawar ha ucciso due paramilitari.

La possibilità di una pacificazione appare sempre più lontana mentre la situazione pakistana avrà pesanti ricadute negative sull’Afghanistan.

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