Qualche notizia sull’8 settembre 1943 e giorni precedenti. Documenti italiani e anglo-americani.

(Estratto dal recente volume pubblicato da Stato Maggiore Difesa- Ufficio Storico ‘La Resistenza dei militari Italiani fino alla vittoria finale’. Sono state omesse le note di riferimento a corredo di quanto scritto)

È interessante rileggere una parte del testo del messaggio del maresciallo Badoglio diffuso alla radio italiana, alle 19.45 di quel giorno 8 settembre 1943, ma ricordiamo che l’armistizio era stato firmato il 3 settembre precedente e non era stato annunciato per volere di Eisenhower. È da ricordare che quella sera il convoglio navale alleato, protetto da grandi forze navali britanniche si stava avvicinando alle spiagge di Salerno… difese dai tedeschi che avevano già disarmato gli italiani.

Tra l’agosto 1943 e l’8 settembre furono diramate dal Comando Supremo e dallo Stato Maggiore dell’Esercito una serie di direttive con indicazioni molto chiare nei confronti dell’alleato tedesco, del quale si erano ben capiti gli intendimenti, anche perché l’intelligence militare italiana era riuscita a averne un quadro quasi completo, sia pur con grande difficoltà, vista l’area di sospetto che ormai si era diffusa tra i tedeschi nei confronti dell’alleato italiano.

La situazione generale e la sicura reazione violenta dell’ex alleato nazista era molto chiara a quei Comandi. Già nella prima settimana di agosto 1943 era stato inviato dallo Stato Maggiore dell’Esercito il Foglio 111CT, nel quale, a seguito e conferma degli ordini verbali che erano stati dati, si segnalava di reagire ad eventuali violenze tedesche… di sorvegliare attentamente i movimenti delle truppe tedesche e l’eventuale loro fiancheggiamento da parte di elementi fascisti…

Il 31 agosto 1943 il Capo di Stato Maggiore Generale, Ambrosio (si era ormai molto vicini alla firma dell’armistizio), aveva dato ordine al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Mario Roatta, di preparare le direttive da diramare ai Comandi competenti, proprio per evitare dubbi sul comportamento da tenere in caso di atti ostili da parte delle Forze armate tedesche; atti sicuramente prevedibili. Queste direttive si concretarono in quella che è rimasta nota come la Memoria n. 44/OP.

Gli altri documenti importanti del Comando Supremo furono due Promemoria ‘segreti’ del 6 settembre. Anche in questo caso è interessante la Premessa al Promemoria n.1 che riguardava il caso in cui le forze tedesche avessero intrapreso di iniziativa atti di ostilità armata contro il governo e le stesse forze armate italiane, chiarendo che questi atti fossero in misura e con modalità tali da rendere manifesto che non si trattasse di episodi locali dovuti ad azione di qualche irresponsabile bensì di azione collettiva ordinata. Questi atti potevano tradursi in occupazioni di comandi, centrali di collegamento, stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, interruzione delle trasmissioni, disarmo di guardia, accerchiamento di reparti ed intimidazione di resa, azioni belliche vere proprie…come in realtà avvenne ovunque.

Il punto 7 del Promemoria stabiliva che le misure previste dovevano essere attuate quando fosse arrivato il seguente dispaccio convenzionale in chiaro ai Capi di Stato Maggiore: ‘Attuate misure di ordine pubblico memoria N.1 – Comando Supremo’, qualora i collegamenti fossero stati interrotti e si fossero concretate le circostanze di cui al punto 1 del Promemoria.

Non bisogna peraltro dimenticare anche quell’ordine del Comando Supremo inviato nella notte dell’9 settembre (datato 8 settembre), agli Stati Maggiori delle tre Forze Armate, il 24202/OP81. Erano ordini specifici per Superesercito, Supermarina, Superaereo, al Comando Gruppo Armata est, al Comando 11a Armata, al Comando Superiore delle Forze Armate nell’Egeo, che facevano seguito e riferimento al proclama di Badoglio relativo alla cessazione delle ostilità. All’ultimo punto, il sesto, si affermava ancora una volta che le truppe di qualsiasi Arma dovevano reagire anche senza speciale ordine contro ogni possibile violenza armata tedesca e anche della popolazione italiana per evitare di essere disarmati e sopraffatti. Non doveva essere presa iniziativa di atti ostili contro i tedeschi, i quali, però, attaccarono per primi e quindi la reazione era già stata implicitamente autorizzata, ai sensi dei documenti sopra indicati. E i militari reagirono in vari modi, iniziando una concreta resistenza. Si può correttamente pensare che, considerata la situazione bellica, morale e psicologica, avrebbero comunque resistito a chi dimostrava di voler sottomettere e governare un territorio già sovrano, forse anche senza le autorizzazioni superiori.

Pur senza averlo comunicato agli italiani, era stato comunque deciso dagli anglo americani che l’annunzio sarebbe dovuto essere l’8 settembre, per esigenze operative, e colse di sorpresa, non per il contenuto, quanto per la data anticipata rispetto a quanto erano stati indotti a pensare erroneamente sia Roma al Comando Supremo sia nei Comandi altrove dislocati (si pensava al 12 settembre), che non riuscirono a mettere in atto i piani già predisposti, soprattutto quello di non permettere ulteriori passaggi nazisti alla frontiera del Brennero; i tedeschi invece, agirono con grande prontezza perché già i loro servizi di intelligence avevano preavvertito con molta precisione i Comandi nazisti della firma di Cassibile. Poche ore dopo l’annunzio dell’armistizio avvenne lo sbarco della 5a armata americana al comando del generale Marx Clark sulla costa italiana a Salerno.

La ragione dell’annunzio dell’armistizio da fare non più̀ tardi dell’8 settembre aveva avuto una sua importante e segreta esigenza operativa per evitare un rafforzamento tedesco sulla linea di sbarco a Salerno. Nonostante questo, i due giorni successivi gli Alleati, però, ricevettero dei violenti attacchi da parte della 10a Armata tedesca, che, opportunamente, Kesselring, divenuto Comandante Supremo per l’area del Mediterraneo, aveva disposto sulle alture del Golfo di Salerno. Dopo dieci giorni di combattimenti, gli angloamericani riuscirono a avanzare verso Napoli mentre l’Armata tedesca si ritirava sulla Linea del Volturno, la prima linea di difesa che le truppe naziste dovettero organizzare ritirandosi verso nord. 

©MGPasqualini

Comments are closed.