Afghanistan…speranze quasi nulle.

Afghanistan…speranze quasi nulle.

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Kabul 2006 (©photo firuzeh. Riproduzione riservata).

Leggendo quel che succede in quella terra ‘di mezzo’ tra Medio Oriente e Asia Centrale, una domanda sorge quasi spontanea: quale risultato ha conseguito una ’occupazione’ basata su modelli occidentali? Non capisco la ratio dell’inizio e la fine dell’occupazione: ne conosco i prodromi storici e le ragioni invocate, e quelle sottese, degli USA, ma mi domando se abbiamo appreso la lezione che: forse andando a incidere su equilibri per noi occidentali ‘misteriosi’ e incomprensibili, si possono peggiorare le situazioni? A meno di prendere la decisione ferrea di andare fino in fondo, cioè sottomettere territori e popolazioni con un sistema di governo completamente estraneo a tradizioni e ‘sentire’ locale e imporlo militarmente, come in lontani secoli passati, attendendo la giusta sollevazione del popolo? Ove gli occidentali hanno deciso di ‘raddrizzare’, a loro modo di vedere, situazioni locali in Medio Oriente, in realtà per interessi economici e di influenza su un territorio strategico, la storia li ha condannati o lo sta facendo, videlicet la Libia, tanto per dirne una. Ultime le rivelazioni recentissime sulle mosse di Sarkozy in quel settore, sempre che siano vere e controllabili, senza ombra di notizie false.

Forse non sono più i tempi di tali imposizioni ‘imperialistiche’. È vero. A ben vedere però, la lotta tra mondo occidentale e quello musulmano c’è sempre stata, solo che ai nostri tempi quel mondo islamico, una volta forte, colto, produttore di arte e poesia, è molto cambiato e presenta un volto terribilmente distorto, la parte più assurda e feroce che si credeva sopita per sempre.

E questa parte distorta ha varie correnti all’interno che si fanno la lotta con sempre maggiore crudeltà e danni ‘collaterali’: attacchi alle moschee che dovrebbero essere edifici di culto ma sono anche e soprattutto ormai edifici di proiezioni e propaganda politica, dove la tecnologia digitale è ancora piuttosto arretrata e certo non alla portata di tutti, come in Afghanistan, per esempio.

Chi non ricorda come Khomeini fece passare il suo ‘verbo’ in Iran, dove ai tempi dello Shah, erano proibiti gli assembramenti? I fedeli musulmani si riunivano in moschea dove gli altoparlanti diffondevano le idee dell’Ayatollah, trasmesse tramite delle cassette, il massimo della tecnologia nel 1978!

Le moschee sono un momento di aggregazione fideistica e politica, soprattutto. Quindi: la parte avversa, in questo caso Islamic State Khorassan (ISIS-K), cerca di rendere insicuri quei luoghi, scatenando paure lecite e indebolendo allo stesso modo gli attuali governanti che, obiettivamente, non sembrano avere la stoffa per condurre in porto una barca in tal tempesta umana, economica e di valori fondamentali o che si credono fondamentali, come escludere l’elemento femminile dalla vita e dal governo del Paese o evitarne l’educazione (nonostante affermino il contrario i vari membri del governo talebano). Certamente: al ridotto, in termini di territorio, Stato Islamico, erede virtuale del defunto Osama bin Laden, serve tale debolezza per allargarsi e ricostituire un nuovo possibilmente potente DAESH, con magari futura visione di espansione violenta in territori confinanti e non.

È un fatto chiaro agli occhi di tutti che la popolazione afghana risenta terribilmente di quello che molto probabilmente percepisce come un ‘tradimento’ degli occidentali che dovevano migliorare le loro condizioni. Il ritiro del 30 di agosto scorso ha lasciato totalmente incompiuto l’obiettivo previsto, anche se esso era solo quello di evitare che un Islam ostile si radicasse di nuovo nella terra degli Afghani…ammantandolo anche con dichiarazioni sul miglioramento delle condizioni degli abitanti, in termini economici e di diritti umani.

Se lasci a metà o a meno della metà l’opera, hai fallito su tutto.

Ricordate l’occupazione sovietica? Anche Mosca sosteneva di essere in Afghanistan per migliorare la situazione generale, alfabetizzare aree rurali e spingere verso una modernizzazione, ovviamente dii stile comunista e, guarda un po’, migliorare anche la situazione femminile. Si ritirarono: arrivarono poco dopo i taleb e l’Europa non capì, nonostante Ahmad Shah  Massoud avesse cercato di mettere in guardia l’Occidente. Fu ucciso pochi giorni prima dell’attacco alle Torri Gemelle. A quel punto gli USA si svegliarono da un preteso torpore (avevano in qualche modo agevolato il precedente insuccesso sovietico), comprendendo che la situazione stava sfuggendo di mano e quindi intervennero, non da soli sul territorio. Quanto è successo dal 30 agosto di questo anno in poi è ben noto.

Non ho ancora capito il ritiro della coalizione alleata. Sì, certo: vi erano gli accordi di Doha tra talebani e americani per un ritiro e questi accordi dovevano essere onorati. Forse capirei di più se potessi leggere le informative dell’intelligence, non solo americana ma soprattutto inglese e israeliana, relativi agli ultimi tre anni di occupazione, quanto meno. Al momento non posso e quindi mi limito a dover fare supposizioni, perché di qualsiasi argomento si parli, sono solo interpretazioni e analisi, senza documenti di un certo valore.

Non ho ancora capito l’enorme dispendio di energie economiche americane e non solo, si parla di milioni e milioni di dollari in armamenti, ma non in educazione culturale di base, infrastrutture solide con altrettanto solida professionalità degli addetti. Non era difficile comprendere che non sarebbero bastati 20 anni per accompagnare la terra afghana a una reale ‘modernizzazione’ di teste e ambiente. Non era difficile comprendere anche la corruzione dilagante relativa alla massa di denaro che comunque correva nel paese, non fosse altro appunto per l’economia distorta data dagli impieghi civili, a servizio delle forze occupanti che avrebbero dovuto lentamente tradursi in lavoro su efficienti strutture locali, slegato dalle forze di occupazione.

Già: forse è facile dirlo ora, ma la storia dovrebbe pure insegnare qualcosa. Chi conosce la storia?

Pericoli di radicalizzazione della popolazione che è rimasta, affamata, vessata? Fortissimi, purtroppo e instabilità, a meno che la stabilità sia imposta da Cina e Russia non con invasioni umane ma con cappi economici, perché al momento il governo di Kabul non ha un soldo in tasca. È ben noto negli ambienti internazionali che prima della ritirata alleata, l’Afghanistan era considerato importante nell’indice del terrorismo internazionale…ora è assurto all’invidiabile primato di Numero Uno! Splendido risultato, indubbiamente, dopo due invasioni.

MI sia consentito da donna, il ricordo delle ultime 4 donne trucidate, secondo notizie giunte, in modo terribile. Nessuno sforzo è servito per far capire che una società ha bisogno di esseri umani, indifferentemente dal loro ‘genere’.  Confermo: ci voleva molto più tempo.

Ora è così. Speranze di cambiamento: al momento, non pervenute.

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