PICCO RADIOATTIVO IN EUROPA – GENNAIO – FEBBRAIO 2017?

PICCO RADIOATTIVO IN EUROPA – GENNAIO – FEBBRAIO 2017?

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Da un collaboratore di OA molto attento a questi fenomeni. Lascia perplessi anche la dichiarazione di Trump di pochi giorni fa…

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Il giorno 19 Febbraio appare sui social media, la notizia, riferendola a NATO ed IAEA (senza nessun riscontro reale sulle pagine degli stessi) di una possibile rilevazione di Iodio 131 e Piombo 210 nei paesi Baltici, in Polonia ed in Lituania.

Per ben comprendere i fatti che possono esserci circa questa notizia occorre premettere quanto segue. Innanzitutto lo Iodio 131 ha un’emivita brevissima, circa otto giorni, il che colloca l’evento temporalmente al massimo all’11 Febbraio 2017, quindi pochissimi giorni prima, tra l’11 ed il 19 Febbraio. Per i non addetti alla materia occorre notare come lo Iodio 131 possa avere solo origine nucleare antropica, non essendo presente in natura, a differenza del Piombo 210 che lo è.

Alcuni media riportano, il giorno 17, stralci di notizie, modestamente circostanziate però, di un possibile evento nucleare sopra il circolo polare artico, dettagliando il fatto che fosse Iodio 131 quasi prevalentemente di tipo particolato quello presente in atmosfera. Ora, questa parte della notizia, ancora non “sparita” da molti siti diversi, evidenzia una sola possibile tipologia di evento: esplosione o incendio di centrale nucleare, di reattore di unità della Marina oppure ordigno nucleare o di qualsiasi altro tipo di danno, anche piccolo del combustibile nucleare. Infatti, lo Iodio 131 proveniente dalle fughe radiologiche di centrali atomiche, laboratori o reattori è sempre in forma prevalentemente gassosa; quello proveniente da esplosioni ha sempre una notevole concentrazione in forma di particolato. La tipizzazione dello stesso radionuclide è confermata con dati ufficiali del cosiddetto “Ring of Five”, un network di radiosorveglianza ufficiale europeo. Gli scenari riportati dai media che si riferiscono al sito dell’autorità francese però molto fantasiosi e inverosimili.

La lettura dei sismogrammi europei, infatti, non indica eventi negli ultimi novanta giorni che indichino una detonazione nucleare superficiale o profonda, così come i test avvenuti da tutte le parti sono troppo distanti spazialmente per consentire un raggiungimento del suolo europeo dello iodio 131. Anche volendo valutare un’eventuale esplosione aerea di tipo airburst, senza contatto con il suolo, bisogna ricordare che essa produce differenti e più intensi tipi di ricadute e non soltanto radioiodio.

Si apre così un ventaglio d’ipotesi alquanto interessanti, per esclusione da correlare all’evento:

  1. A) incidente grave a una delle centrali nucleari o una facility legata al nucleare, di gravità almeno un 4 o 5 sulla scala INES (scala internazionale di eventi nucleari o radiologici), non dichiarato.
  2. B) Incidente o sabotaggio, di una centrale nucleare, di ricerca o unità militare di superficie o sottomarina in transito o in porto.
  3. C) Detonazione nucleare anche di elevato kts (kilotoni) sopra il circolo polare artico.
  4. D) Detonazione nucleare di un ordigno portatile sotto il kt ovunque sul territorio europeo.
  5. E) Rilascio in atmosfera di radionuclidi tramite camino industriale o in maniera diretta quale errore o incidente di produzione.

Lo scenario A è poco probabile perché solo le centrali molto isolate sarebbero non raggiungibili dai media e dallo sguardo della popolazione, non impossibile considerando soprattutto quelle finlandesi, svedesi e norvegesi ma poco probabile. La rete di monitoraggio europeo delle centrali nucleari è efficiente, e vi è sempre la vigilanza della IAEA, l’ente internazionale per l’energia atomica, molto efficiente e rapida nell’individuare l’evento.

Lo scenario B è in linea con i numerosi “incidenti” avvenuti negli ultimi giorni al complesso chimico di Valencia, alla metropolitana di Parigi, il black out di Bruxelles, i due incendi della raffineria di San Nazario, l’esplosione alla centrale nucleare francese di Flamanville, e, qualche tempo prima in Germania nello stesso giorno, in due stabilimenti BASF, dove appare chiaro che vi sia una lunga serie di incidenti gravi o gravissimi troppo frequenti per essere semplicemente una fluttuazione statistica. Può essere avvenuto nella penisola scandinava, essendo ben fornita di centrali atomiche? Certamente, ma di nuovo valgono le considerazioni del punto A: dovrebbe essere avvenuto in una struttura segreta oppure molto distante dagli occhi di pubblico e giornalisti.

Lo scenario C porta con sé interessanti considerazioni sulla collocazione spaziale, sia per la grande presenza di sottomarini e navi nucleari, di provenienza Flotta del Nord Russa e di aeromobili strategici  con possibile carico nucleare; sia per la scarsa copertura satellitare – civile -della zona; sia per la scarsa se non esistente popolazione locale che rende possibile tutto, in zona. Notevole poi il fatto che la circolazione atmosferica polare artica agisce come un gorgo, avviluppandosi su se stesso ed essendo molto fredda, contiene sotto una sorta di corona “fredda” l’eventuale fallout, limitandone la diffusione e la dispersione, e, infatti, immediatamente contigua vi è l’area di Novaya Zemlya, destinata a essere area di smaltimento di scorie nucleari, oltre che poligono e area di test anche molto recenti.

Lo scenario D è suggestivo, e possibile, perché sotto al kt, non si ha impatto sismico rilevante ed i danni sono simili a quelli di una gigantesca esplosione convenzionale. Ipotesi che viene subito alla mente, poiché vi fu una lunga serie di sabotaggi in industrie chimiche in Cina che culminarono proprio con una gigantesca esplosione nel porto di Tianjin nel 2015, attribuita ad una reazione chimica spontanea tra agenti chimici pericolosi, ma che, alla conta dei danni, appare veramente altro, quale effetto di un piccolo ordigno atomico, anche nei filmati diffusi sulla rete. Non vi sono però sui canali formali e informali notizie che farebbero pensare a questo e le c.d. “atomiche portatili” le SADM americane e le RA115 russe sono ormai reliquie della prima Guerra Fredda.

Lo scenario E per quanto poco evocativo e significativo dal punto di vista geopolitico, appare come probabile e possibile, poiché sia reattori nucleari sia reattori di ricerca nucleari possono in caso di incidente interno significativo rilasciare, nonostante la presenza dei filtri appositi anche radionuclidi in atmosfera tramite i camini (ciminiere). In tal senso, anche se non vi sono notizie molto chiare sulla dinamica, un istituto di produzione di radioisotopi ungherese finì sotto inchiesta da parte IAEA e UE nel 2011 per un rilascio significativo di Iodio 131 in atmosfera circolato su tutti i cieli di Europa, sempre senza pericoli per la salute e la sicurezza.

Andando allora a ritroso sui media il giorno 13 Febbraio l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare Francese riporta sulla propria pagina internet di anomali picchi di Iodio 131 in vari Paesi Scandinavi, in Francia, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca e Germania. La concentrazione massima è stata rilevata nella ultima settimana di Gennaio.

Appare poi evidente come la collocazione spaziale del primo riferito rilevamento in terra finlandese rende plausibile un evento nelle basi sottomarine di Severmonsk, in quella aerea di Arkhangelsk o nel sito di dumping di sottomarini nucleari di Novaya Zemlya che è stato oggetto negli anni Novanta di affondamenti volontari e individuato come poligono nucleare, già oggetto di numerosi test nucleari russi  in passato e attualmente, oggetto di progetti speciali sempre in tematica nucleare.

Il giorno 16 le Autorità finlandesi emettono una nota ufficiale di rassicurazione sul nullo impatto sulla salute e sull’ambiente dell’evento.

L’andamento spazio/temporale delle attivazioni delle reti di monitoraggio appare perfettamente compatibile e congruo con le correnti Jet Stream europee che attraversano l’Atlantico del nord all’altezza dell’Inghilterra, a sud, e dalla Groenlandia Nord superano l’Olanda e sul Mar Baltico, discendono giù sull’Europa all’altezza della Polonia, dirottando poi prevalentemente per la gran presenza di montagne all’altezza di Svizzera ed Austria, discendendo poi in Francia e Spagna. La corrente più nordica invece attraversa tutta la Penisola Scandinava, proseguendo verso la Russia.

I livelli rilevati durante tutto l’evento non sono tali in nessun caso da creare pericolo per la salute e la sicurezza pubblica.

Anche la ricostruzione fatta dalla Commissione di Ricerca e di Informazione Indipendente sulla Radioattività, sempre francese, mostra la sequenza temporale dei rilevamenti del transito avvenuto dal giorno 9 gennaio al giorno 16 gennaio sulla Norvegia, Finlandia e Polonia, dal giorno 16 al giorno 23 al giorno in Germania, dal 18 al 26 in Francia e dal giorno 17 al giorno 24 in Spagna, già indicando una durata incidentale molto lunga. I valori riportati nella infografica dell’Agenzia Nucleare francese sono fuori scala anche per le stazioni di monitoraggio tedesche e svizzere, soprattutto per l’ultima settimana di gennaio con valori invece iniziali modestamente alti nella penisola scandinava.

La revisione dei dati delle stazioni di monitoraggio di Helsinki ed altre, sempre sul Baltico, riportano di nuovo valori fuori scala nella finestra temporale tra il giorno 30 Gennaio ed il Giorno 7 Febbraio, con valori molto alti di Iodio 131, riportando mistero sull’origine dell’evento, anche perché Helsinki “siede” su una sorta di “gorgo” atmosferico di ritorno nella corrente Jet Stream, convogliando in zona, in “ritorno” l’aria che ha attraversato tutto il Mar Baltico.

Il giorno 20 Febbraio è circolata sui social la notizia del 2011 della perdita di materiale radiologico da parte di un laboratorio ungherese ed alcuni centri di analisi geopolitica, anche “quotati”, indicano una possibile correlazione, relazionandola poi al report dell’Agenzia per la sicurezza nucleare francese sopra citata e a vecchie notizie dell’Agenzia Reuters.

Il 21 Febbraio alcuni commentatori scientifici, individuano, in maniera congrua la collocazione dei primi rilevamenti nel nord della Finlandia, attribuendo però il fatto ad attività medicale e/o rilascio da parte di un impianto di trattamento delle acque.

Appare anche fuori collocazione la notizia, apparsa solo su stampa locale, di un piccolo incidente, con lo shutdown di sicurezza del reattore, quindi un incidente di valore 0 sulla scala INES, della centrale di Krsko, in maniera similare ad un incidente avvenuto alcuni anni prima, notizia che non trova né smentita né conferma.

Eventuali incidenti di natura militare non dichiarati sono possibili, soprattutto congrui con un incidente a un sottomarino nucleare, dato che gli eventi che avvengono in navigazione profonda lasciano poche o nulle tracce radiologiche nell’ambiente; al contrario invece un incendio di reattore di un sottomarino nucleare avvenuto però in superficie. In tal senso occorre ricordare come a maggio del 2016 il Ministero delle Emergenze russo ha provveduto a spegnere l’incendio di un vecchio sottomarino nucleare in demolizione attraccato nella penisola della Kamtchatkca. Questo evento spazialmente lontano, considerate le circostanze di estremo degrado in cui avviene il decommissioning dei reattori nucleari della vecchia flotta sovietica, pone attenzione l’accento su possibili ulteriori incidenti.

Meritano una nota le stesse dichiarazioni di Trump, fatte il giorno 18 febbraio, durante un comizio in Florida, dove ha alluso a un evento terroristico avvenuto in Svezia il giorno prima, quindi il 17, notizia interpretata dagli stessi commentatori della Casa Bianca come riferimento all’aumento dei crimini violenti nel paese.

Nello stesso giorno però, occorre notare, come un BOEING WC-135C Constant Phoenix, CallSign COBRA 55, si posiziona in volo “orbitale” sopra Londra. Il WC135 è una piattaforma aerea USAF d’indagine sui test nucleari con sensoristica dedicata e fino a ben 33 specialisti di equipaggio, compresi scienziati di missione.

Di difficile collocazione la rilevazione anche di Piombo 210, in valori 4/5 volte superiori alla scala naturale. Il Piombo 210 è, infatti, presente anche in natura, e difficilmente è correlabile ad eventi nucleari noti, soprattutto perché, anche se potrebbe essere assente la notizia per motivi di sicurezza, di Stronzio e Cesio, che accompagnano sempre gli eventi nucleari, anche se con una diffusione molto più locale dello iodio radioattivo.

In tal senso appare notevole ricordare come i russi abbiano annunciato lo sviluppo (e proprio la destinazione primaria per l’Artico per l’alimentazione in loco di basi militari) di mini-reattori nucleari, così come in generale si è molto sentito parlare di reattori nucleari di IV Generazione raffreddati a piombo liquido.

***

Ricapitolando sin qua le notizie, filtrando eventuali dati non scientifici e dando come validi i dati presentati dai francesi e dalle altre autorità nazionali:

  1. a) vi è stato un rilascio di radioisotopi, soprattutto Iodio 131 prevalentemente a frazione di particolato in atmosfera in Europa del Nord, che poi ha investito il resto di Europa;
  2. b) i valori sono blandi e non pericolosi per la salute e la magnitudo molto limitata;
  3. c) la collocazione spaziale è difficile per il clima freddo e turbolento di questa stagione: l’analisi sommaria della diffusione delle correnti individua come vettore principale in maniera molto congrua le correnti atmosferiche di  tipo Jet Stream e colloca spazialmente forse l’evento nel Mare del Nord, nell’Oceano Atlantico di fronte alle coste norvegesi più o meno all’altezza della Scozia con possibile estensione sino all’ingresso del Mar Baltico, con ampio margine di possibilità che sia avvenuto a terra;
  4. d) l’analisi invece storica dell’attivazione delle stazioni di monitoraggio indica una prima rilevazione in terra finlandese, in stazioni non lontane dalla Penisola di Kola, con successiva attivazione a cascata delle stazioni più a sud. Occorrerebbe conoscere le dinamiche atmosferiche e la loro interazione con le correnti atmosferiche alte, sempre possibili, ma le correnti atmosferiche prevalenti di questo periodo dell’anno hanno un movimento circolare che segue la direttrice Atlantico -> Paesi Scandinavi -> Russia, rendendo difficile correlare i due dati, il che invece avvenne molto più facilmente per gli incidenti di Chernobyl e di Fukushima;
  5. e) si tratta di un rilascio in più fasi e la tipologia d’isotopi fa pensare ad un incendio del materiale combustibile oppure una piccola esplosione, data la presenza di particolato e non solo la presenza di gas radioiodio;
  6. f) non vi è traccia al momento di altri radioisotopi, di contro, che accompagnano le esplosioni o gli incidenti nucleari, seppur di solito collocabili spazialmente più vicini e più concentrati nei pressi del luogo dell’evento, ma si nota la completa assenza di elementi quali Cesio 137 e Stronzio 90 e molti altri;
  7. g) rimane di difficilissima collocazione la presenza di Piombo 210 fuori scala;
  8. h) è possibile che l’evento si sia originato su un’unità a propulsione nucleare in movimento o attraccata in porto o su una centrale o facility di terra;
  9. i) l’assenza della presentazione di dati più recenti successivi ai primi giorni di febbraio rende impossibile apprendere se l’incidente è comunque proseguito nei giorni successivi.

Approfondimenti su:

NOTIZIE UFFICIALI CIRCA LA PRESENZA DI RADIOIODIO NEI CIELI EUROPEI

http://www.irsn.fr/EN/newsroom/News/Pages/20170213_Detection-of-radioactive-iodine-at-trace-levels-in-Europe-in-January-2017.aspx

http://www.stuk.fi/-/pienia-maaria-radioaktiivista-jodia-tammikuun-ilmanaytteissa

ESCLUSIONE UFFICIALE CIRCA LA PRESENZA DI ALTRE TIPOLOGIE DI RADIOISOTOPI

https://newsroom.ctbto.org/2017/02/20/media-advisory/

PRESENZA SUI CIELI INGLESI, MISSIONE E TIPOLOGIA DEL WC 135 Constant Phoenix

https://theaviationist.com/2017/02/19/u-s-air-force-deploys-wc-135-nuclear-sniffer-aircraft-to-uk-after-spike-of-radioactive-iodine-levels-detected-in-europe/

http://www.af.mil/AboutUs/FactSheets/Display/tabid/224/Article/104494/wc-135-constant-phoenix.aspx

OPINIONI QUALIFICATE SULL’ORIGINE DEL PICCO

https://motherboard.vice.com/en_us/article/nobody-is-sure-what-caused-a-mysterious-radiation-spike-across-europe

PRIMA OSSERVAZIONE DEL FENOMENO

https://thebarentsobserver.com/en/ecology/2017/02/radioactive-iodine-over-europe-first-measured-finnmark

NOTIZIE RIGUARDANTI LE ATTIVITA’ RUSSE NELLA ZONA DI KOLA E DI NOVAYAYA ZEMLYA

https://thebarentsobserver.com/en/industry/2015/11/arkhangelsk-goes-ahead-radioactive-waste-plans-Novayaya-zemlya

https://it.wikipedia.org/wiki/Novayaja_Zemlja

https://thebarentsobserver.com/en/industry/2015/11/arkhangelsk-goes-ahead-radioactive-waste-plans-Novayaya-zemlya

https://thebarentsobserver.com/en/security/2017/02/russia-builds-arctic-missile-shield

https://thebarentsobserver.com/en/security/2016/10/sub-launched-cruise-missile-hits-target-near-Novayaya-zemlya

ALTRE NOTIZIE DI RILIEVO

https://thebarentsobserver.com/en/arctic/2015/11/russia-build-military-mini-nuclear-power-plants-arctic

INCENDIO DI SOTTOMARINO RUSSO IN FASE DI DECOMMISIONING

http://bellona.org/news/nuclear-issues/2016-05-nuclear-submarine-fire-in-russia-far-east-again-raises-questions-surrounding-safe-dismantlementa-decommissioned-russian-nuclear-submarine-moored-off-a-naval-base-on-the-kamchatka-peninsula-caught-fire

NOTIZIE SULLA CENTRALE DI KRSKO

http://www.tgvallesusa.it/2017/02/incidente-nucleare-alla-centrale-nucleare-krsko-slovenia/

(N.di A: la notizia appare come “Bufala” su alcuni siti di debunking, ma nel contempo lo staff del sito continua ad insistere che è vera, l’incidente del 2008 è invece presente sugli elenchi ufficiali IAEA ed ISPRA)

NOTIZIE SULL’EVENTO SIMILARE DEL 2011

https://www.iaea.org/newscenter/pressreleases/source-iodine-131-europe-identified

http://www.reuters.com/article/us-europe-radiation-iaea-idUSTRE7AG1F820111117

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BOEING WC-135C Constant Phoenix (©USAF)

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