Il Gambia e il nuovo Presidente

Il Gambia e il nuovo Presidente

Il nuovo Presidente del Gambia, Adam Barrow.

Il nuovo Presidente del Gambia, Adam Barrow. (©photo OA)

Chi conosce il Gambia e quello che accade in quel lontano Stato? Qualche notizia…

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Gambia, un piccolo Stato indipendente dal 1965 in cerca di Democrazia. In questi ultimi giorni si è parlato poco della situazione in Gambia e quindi proveremo con questo breve articolo ad analizzare alcuni punti salienti. Il fatto più importante è la sconfitta elettorale e morale dell’autoritario Presidente.

Il 1 dicembre 2016 il presidente del Gambia Yahya Jammeh, dittatore ex militare, andato al comando con un colpo di Stato, più di vent’anni fa, è stato sconfitto in un’elezione che si è rivelata più libera di quanto previsto.

Il Presidente sconfitto, prima ha ammesso la sconfitta, telefonando addirittura al vincitore, l’imprenditore del settore immobiliare Adama Barrow (sunnita), per fargli le congratulazioni. Subito dopo però ha cambiato idea e ha deciso di restare al potere.

Secondo Human Rights Watch, nel Paese da molti anni sono comuni le violazioni dei diritti umani, con casi ripetuti di sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie e tortura. Questo lascia intendere il clima di paura in cui vive la popolazione.

E’ esattamente da venti anni che la paura regna in Gambia, uno stato dove la lista delle vittime di violazioni dei diritti umani è altissima. Un territorio nel quale i giornalisti, i difensori dei diritti umani e dell’ambiente, i militanti politici sono stati perseguitati per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione.

Dopo essersi impossessato del potere nel 1994, Jammeh ha adottato una serie di leggi che garantivano l’impunità agli aguzzini del regime, dissuadendo le vittime dal cercare di ottenere un qualsiasi risarcimento, sempre secondo Human Rights Watch.

Nel 2001 la sua dittatura ha emanato una  modifica della legge sull’immunità che permetteva al Presidente di  mettere le forze di sicurezza al riparo da ogni accusa per atti commessi nell’ambito dello Stato di emergenza e dava loro carta bianca per reprimere qualsiasi riunione ritenuta illegale.

Nel luglio 2013, il governo di Banjul ha modificato la legge sull’informazione e la comunicazione e così i giornalisti, i blogger o i semplici internauti accusati di “propagare notizie false” possono finire in carcere anche per 15 anni ed essere multati fino a 55.000 euro, una cifra molto alta per questa piccola ex colonia britannica completamente circondata da Senegal.

Pochissimi giorni fa finalmente la svolta: la Comunità economica degli stati d’Africa occidentale (CEDEAO) aveva infatti ordinato a Jammeh di cedere il potere a Barrow (democraticamente eletto). L’organizzazione stava silenziosamente pianificando un’azione militare per costringerlo a farlo, mentre i presidenti e primi ministri di altri paesi della CEDEAO facevano la spola da Jammeh per provare a riportarlo alla ragione.

Il 19 gennaio, poiché Jammeh rifiutava ancora di cedere il potere, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione in sostegno della Comunità, chiedendo però di “usare prima gli strumenti politici”, com’è giusto che sia, tuttavia, non appoggiando alcuna azione militare, classico compromesso del Consiglio di sicurezza, cioè…dire la cosa giusta ma senza imporre un’azione forte e concreta.

L’organizzazione regionale africana è andata avanti comunque. Il 20 gennaio una forza multinazionale di settemila soldati, provenienti da cinque paesi dell’Africa occidentale, ha varcato il confine tra Senegal e Gambia. Barrow, che era fuggito in Senegal per evitare l’arresto o conseguenze peggiori, ha giurato come presidente e ha immediatamente ordinato all’esercito gambiano di non opporre resistenza.

Il 21 gennaio Jammeh ha continuato però a sfidare gli ultimatum. Alla fine si è imbarcato su un aereo per la Guinea, da dove ha raggiunto la Guinea Equatoriale, paese ancor più isolato e oscuro del Gambia. Un ‘tira e molla’ che gli ha consentito di prendere tempo, probabilmente allo scopo di far sparire dalle casse del governo del Gambia più di dieci milioni di euro.

Sono finiti in questo modo i ventidue anni di dittatura di Jammeh che dal 2005 ha trasformato il Gambia in una repubblica islamica riuscendo nel suo intento.

Si apre una nuova fase?

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Un militare del Gambia (©Photo OA)

Un militare del Gambia (©Photo OA)

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