CINA E RUSSIA IN SIRIA e in IRAQ.

CINA E RUSSIA IN SIRIA e in IRAQ.

Oggi pubblichiamo due articoli, i primi di una serie, in traduzione, pubblicati su siti russi, indicati alla fine del testo. Questa rubrica, consideriamola come…’spigolature’… è curata da un nuovo collaboratore, il dott. Marco Pintacuda che conosce bene la lingua russa e traduce gli articoli che ritiene siano di un certo interesse per chi non conosce quell’idioma. Non possiamo fornire un panorama esaustivo di tutta la pubblicistica russa ma qualche articolo con notizie provenienti da quel mondo può costituire una curiosità scientifica. Forse quanto scritto negli articoli potrebbe risultare non veritiero ma servirà comunque per ulteriori valutazioni e eventuali approfondimenti.

Osservatorio Analitico ringrazia il dott. Pintacuda per la sua collaborazione, come sempre…volontaria e si augura di averlo costantemente tra i collaboratori. Benvenuto!

Il primo articolo, in particolare, è stato originariamente pubblicato su un sito inglese (v. referenza in fondo all’articolo). Interessante il fatto che sia stato ripreso e tradotto in russo…come il secondo, scritto da un autore, probabilmente siriano, e ripreso da un sito russo, dimostrando l’attenzione che Mosca e commentatori  hanno verso le problematiche del Medio Oriente. La politica di Putin in quella regione strategica risulta chiara…almeno a chi si occupa di geopolitica. Non sono escluse sorprese ma è evidente che Zar Vladimir continua ad avere gli stessi obiettivi che furono imperiali dei Romanoff (e predecessori) e sovietici.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

1) L’aviazione imbarcata della Cina si unisce agli attacchi aerei russi in Siria, e la Russia avrà una base aerea in Iraq

Articolo del 2 ottobre 2015, pubblicato sul sito russo il 6 ottobre 2015, tradotto dal russo da Marco Pintacuda

Fonti militari e d’intelligence della pubblicazione on-line israeliana DEBKAfile riferiscono che venerdì 2 ottobre la Cina ha avvisato Mosca che cacciabombardieri cinesi J-15 presto si uniranno alla campagna aerea russa, iniziata il 30 settembre. Baghdad, nel frattempo, ha proposto a Mosca l’utilizzo di una sua base aerea per la messa a segno di attacchi allo Stato Islamico, che ha occupato vaste zone del territorio dell’Iraq, riferisce debka.com.

Aerei da guerra J-15 decolleranno dalla portaerei cinese “Liaonin-CV16”, che si è accostata alle coste della Siria il 26 settembre, secondo i dati di DEBKAfile. La prima operazione militare dell’aeronautica militare cinese nel Vicino Oriente, e anche della prova della portaerei in condizioni di guerra reali saranno un avvenimento significativo per Pechino.

Giovedì sera il ministro degli esteri della Cina, Wang Yi, è intervenuto con commenti sulla crisi siriana alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a New York: «Il mondo non può permettersi di starsene ìn disparte e guardare, con le mani in mano, ma non deve nemmeno perettere uno sconsiderato intervento (nel conflitto)”.

Un fatto non meno rilevante si è verificato circa in quello stesso momento, quando il primo ministro dell’Iraq, Haydar al-‘Abadi, intervenendo negli Stati Uniti, nel programma PBS NewsHour, ha detto che saluterà l’immissione di truppe russe in Iraq per la lotta contro i guerriglieri dell’ISIS nel suo paese. Come ragione supplementare, ha indicato che ciò darà anche a Mosca l’opportunità di regolare i conti con 2.500 islamisti ceceni, che, secondo le sue parole, combattono dalla parte dell’ISIS in Iraq.

Baghdad e Mosca hanno da poco concluso un accordo sull’utilizzo da parte dell’areonautica militare russa della base aerea di Al-Taqaddum, a Habbaniyah, 74 km ad ovest di Baghdad, come punto intermedio nel corridoio aereo russo verso la Siria e come campo di partenza per la messa a segno di attacchi contro le posizioni dell’ISIS e le sue infrastrutture nel nord dell’Iraq e in Siria.

Il centro operativo congiunto russo-irano-siriano-iracheno ha iniziato ad operare dalla scorsa settimana sulla base del ministero della difesa iracheno e del quartier generale militare di Baghdad per il coordinamento dei trasporti aerei russi e iracheni verso la Siria, e anche per l’attuazione delle incursioni aeree russe. Questo centro di comando organizza anche il trasporto delle forze iraniane e sciite filo-iraniane in Siria.

La Russia, in questa maniera, ha creato una enclave militare in Iraq, così come anche in Siria, dove ha sottoposto a controllo la base nei pressi di Latakia sulla costa occidentale del paese. Nel contempo, la base aerea di Habbaniyah serve le truppe degli Stati Uniti che operano in Iraq, il numero delle quali, secondo stime, è composto da 5.000 uomini.

FONTE: http://mixednews.ru/archives/88574, traduzione dall’inglese al russo di Sergeij Lukavskij per MixedNews.

Per chi volesse leggerlo direttamente in inglese, il link originale è il seguente:

http://www.debka.com/article/24926/Chinese-warplanes-to-join-Russian-air-strikes-in-Syria-Russia-gains-Iraqi-air-base

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2) Soldati dei reparti speciali cinesi presso Aleppo — timori giustificati dei terroristi siriani

17 ottobre 2015, 05:44

Articolo scritto da Safar Julani (Siria) e traduzione dal russo di Marco Pintacuda.

La reazione internazionale agli avvenimenti in Siria è sfociata nel conflitto politico e d’informazione tra gli Stati Uniti d’America e la Russia. Su questo sfondo è interessante la posizione di un altro grandissimo giocatore geopolitico, capace di accelerare considerevolmente la soluzione di questo conflitto, la Repubblica Popolare Cinese (RPC).

La politica estera della Cina in relazione ai confitti locali, è rimasta sempre repressa, Pechino ha assunto una posizione d’attesa, astenendosi durante le votazioni al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma nel caso in questione l’attività della Cina costringe a cominciare a riflettere sui suoi interessi in quetsa regione.

Ancora nel 2012 Pechino esortò le nazioni di tutto il mondo a non interferire negli affari interni della Siria e successivamente, congiuntamente a Mosca, bloccò al Consiglio di Sicurezza dell’ONU le risoluzioni, che consentivano all’Occidente di esercitare una forte pressione su Damasco. Nel settembre 2013, dopo l’arrivo nella regione di una squadra navale americana con a capo una portaerei, vicino le coste della Siria apparvero navi da guerra della Cina e della Russia. Inoltre, nel 2014 Pechino annunciò la propria prontezza ad infliggere incursioni aeree alle posizioni dell’ISIS in Iraq.

Tutto ciò testimonia del desiderio della Cina di porre fine all’attività delle organizzazioni terroristiche nella regione e di non permettere dell’estremismo islamico in Asia Centrale e nella Regione Autonoma Uigura del Xinjiang della RPC. Con queste stesse cose avendo provveduto ad una stabile fornitura di risorse per la propria economia. Di conseguenza le voci, che sono apparse tra i guerriglieri, sulla partecipazione di soldati dei reparti speciali cinesi ai combattimenti presso Aleppo, possono essere del tutto giustificate.

FONTE: http://www.novorosinform.org/articles/id/2156

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Bombardieri J-15 delle Forze Aeree cinesi.

Bombardieri J-15 delle Forze Aeree cinesi.

 

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