Burkina Faso: come è lontano dall’Europa ma….può diventare l’ennesimo territorio dove l’ISIS può espandersi. Qualche notizia su fatti recenti.
Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini
La ribellione che a fine ottobre ha costretto il Presidente Blaise Compaoré, da 27 anni al potere, a dichiarare lo stato d’emergenza, lo scioglimento del Governo e le sue dimissioni ha reso il Burkina Faso un Paese in bilico.
Di certo, i manifestanti sono riuscita a superare anche i rinforzi militari di Togo e Benin richiesti da Compaoré in uno scontro che ha registrato una trentina di giovani uccisi e numerosi feriti.
Ciò nonostante, i dimostranti sono arrivati a sfondare lo sbarramento militare e assaltato il Parlamento, impedendone la modifica costituzionale per un terzo mandato presidenziale alle elezioni del 2015.
Quanto la situazione sia instabile emerge quando il generale Honoré Traoré, indicato dai militari ma giudicato dalla popolazione in lotta troppo vicino al dimissionario Presidente, si è autoproclamato Capo di Stato provvisorio.
Traoré non ha neppure avuto il tempo di autocelebrarsi che il colonnello Isaak Zida nello stesso pomeriggio ha annunciato il coprifuoco e la chiusura delle frontiere.
Il giorno successivo inoltre, i manifestanti che si dirigevano verso la televisione nazionale per accompagnare il generale in pensione Kouamé Lougué, preferito dalla popolazione, per autoproclamarsi Presidente, furono fermati dai militari che hanno dato avvio a scontri con un bilancio di un morto e decine di feriti. Poi, le parti coinvolte, i partiti di opposizione e di maggioranza e militari si sono riunite per trovare un’intesa. La Costituzione, sospesa, è allora tornata in vigore e una coalizione rappresentativa ha gestito un breve periodo di transizione per preparare nuove elezioni. All’unanimità, i militari hanno scelto come Capo interinale dello Stato il colonnello Isaak Zida.
Ma intanto dove si trova Compaoré? E chi è Isaac Zida?
Alla prima domanda risponde il Presidente francese Hollande durante la visita in Canada. Alla seconda un esponente statunitense.
La Francia ha gestito la fuga di Compaoré a Yamoussoukro, capitale della Costa d’Avorio, sotto la protezione del Presidente Alassane Quattara, che ricambia l’aiuto ricevuto per la conquista del potere contro il Presidente uscente, Gbagbo che rifiutava di riconoscere la sconfitta elettorale.
La Francia, che ha colonizzato il Burkina Faso fino all’indipendenza nel 1960, ha nel Paese 3.600 cittadini e dispone di migliaia di soldati e di forze speciali per la lotta contro il terrorismo nell’intera fascia sahelo-subsahariana.
La stessa “guerra” che portano avanti anche gli USA. Gli statunitensi in Burkina Faso hanno l’ U.S. Africa Comand con una base delle Operazioni Speciali per tutta l’Africa Occidentale.
Il portavoce dell’U.S. Africa Comand, Mark Cheadle, dà la notizia che il colonnello Isaak Zida, neo eletto Capo di Stato ad interim, ha seguito negli USA corsi di addestramento contro il terrorismo nel 2012.
Il colonnello Zida usa un linguaggio simile a quello dei giovani burkinabè, che si ispirano al rivoluzionario Thomas Sankara, autore del colpo di Stato del 1983, amico di Fidel Castro e nell’immaginario collettivo giovanile ritenuto l’ ”uomo che aveva realizzato il Paese dei giusti”.
Sankara venne ucciso nel 1987 durante il golpe che avrebbe portato al potere il suo vice, Blaise Compaorè, per decenni alfiere degli interesse francesi, statunitensi e occidentali in generale e accusato dalla vedova del leader di essere il responsabile della morte del marito per prenderne il posto.
Il colonnello Zida è il vice Comandante della Guardia Presidenziale formata da 2 mila uomini per le operazioni speciali, che seguono addestramenti adeguati, hanno in dotazione le migliori armi e sono generosamente retribuiti. E quindi odiati dai soldati che non ne condividono i privilegi.
Zida conosceva bene Sankara e condivide con Compaoré il sospetto – mai dimostrato – di non essere estraneo al commando che uccise Sankara su interessate pressioni esterne.
Da Unione Africana e USA arrivano precise richieste di stabilità. L’U.A. concede due settimane ai militari per cedere il potere a un Governo civile, pena sanzioni.
Il portavoce del Dipartimento di Stato USA comunica che lo Stato non ha ancora deciso se interrompere l’aiuto militare finora assicurato, attesa la situazione del Paese.
In sintonia con U.A. e USA, Zida preannunzia il rapido ritorno all’ordine costituzionale, premessa dl passaggio di potere a un organo transitorio civile.
Per riportare il Paese alla stabilità saranno fondamentali il ruolo delle Forze Armate e il confronto fra la maggioranza espressa dal Balai Citoyen e che ha dato inizio e respiro alla rivolta e l’opposizione.
Durante il colpo di Stato realizzato dalla popolazione, l’Esercito non ha dato prova di unità né di coerenza. Poche sono state le unità riunitesi alle proteste mentre la quasi totalità si è schierata a difesa di Presidente, Istituzioni e asset pubblici e privati, e si è scontrata con i dimostranti.
A dimissione avvenuta di Compaoré, i militari hanno prima proposto Kouamé Lougué, generale a riposo ma apprezzato dalle masse, poi il vice Capo di Stato Maggiore Honoré Traoré, troppo vicino al precedente Presidente, fino a trovare l’unanimità sul colonnello Isaac Zida.
Per quanto riguarda la cittadinanza, anche se la maggioranza rimprovera all’opposizione un approccio molto comprensivo per la politica socio-economica del Presidente troppo penalizzante per i meno abbienti, non emergono profonde divisioni, come dimostrano le proteste che hanno portato fino a un milione di persone in piazza.
E’ dunque certo che un altro Paese africano è in bilico e può diventare facile preda dell’espansione dei movimenti jihadisti presenti nell’area dove il leader di “Al Qaeda in the Islamic Maghreb” (AQIM), Mokhtar Belmokhtar ha recentemente giurato fedeltà a Daish (Al Dawal al Islamiyyah fi Iraq wah Sham).
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