Who is the spy? Breve commento al mondo dello spionaggio tra storia, miti e leggende.3

La terza parte di una veloce panoramica sulle spie tra storia, miti e leggende…piuttosto metropolitane…

Il Direttore Scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

L'ombrella della perfetta spia....

L’ombrella della perfetta spia….

Il fine ultimo dello spionaggio è il conseguimento di obiettivi militari, politici economici e psicologici volti alla tutela dell’interesse nazionale. Talune volte questo interesse passa per quello che viene chiamato targeted killing ovvero uccisione autorizzata. Su questo aspetto del “gioco” e sulla valutazioni riguardo la moralità di questa pratica si sono spesi fiumi di inchiostro, ed è dall’11 settembre del 2001 uno degli elementi più controversi su cui si fonda la lotta al terrorismo. In questo contesto ci occuperemo brevemente del tema lasciando le speculazioni morali e filosofiche ad esperti più qualificati. Lo scopo di questa sintetica analisi è di dare al lettore una panoramica dell’argomento senza entrare nel merito delle tecniche vere e proprie.

 Come per ogni settore del progresso scientifico anche l’assassinio ha subito un progressivo affinamento delle metodologie. La storia offre migliaia di esempi di assassini perpetrati per interessi politici ed economici, si pensi all’uccisione di Giulio Cesare o alla misteriosa morte di Alessandro Magno. Del resto gli antichi sapevano bene che lo stiletto, la daga o il veleno potevano essere il mezzo risolutivo per ottenere vantaggi strategici importanti. Se non fosse così, potremmo vedere nell’assunzione di piccole quantità di veleno alle quali si sottoponeva giornalmente Mitridate non un tentativo per acquisire l’immunità da sostanze tossiche, ma come un semplice atto di masochismo. La stessa etimologia della parola assassino, deriva dal gruppo dei Nizariti noti come: “La setta degli assassini”(sostantivo plurale arabo al-Hashīshiyyūn, coloro che sono dediti all’hashish). Attivi intorno all’VIII – IX secolo d.C. in Siria ed in Persia avevano il loro rifugio nella città di Alamūt (farsi الموت) una fortezza nelle aride colline a sud del Mar Caspio.

Premessa l’origine storica del termine assassino, è importante comprendere che ci sono dei momenti in questa guerra segreta in cui bisogna attaccare con assoluta spietatezza e lottare con furia letale. Questa furia e crudeltà devono essere sfruttate e dirette per procurare il più grave danno possibile. Il killer professionista sia esso un soldato o un guerriero freddo (un assassino assoldato da un governo o da forze rivoluzionarie) ha il dovere di uccidere a comando i nemici del suo paese, ai quali non può essere permesso di continuare a vivere. Agenzie informative come il KGB o il GRU (Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie) così come la CIA (Central Intelligence Agency) hanno fatto largo uso di assassini durante la guerra fredda. Questi compiti, per la maggior parte delle volte, venivano svolti per il KGB dal primo ‘direttorato’ principale e per il GRU dalle forze speciali degli Spetsnaz che inquadravano nei loro ranghi vere e proprie squadre di assassini impiegati principalmente in scenari di guerriglia e operazioni contro insurrezionali. Sembra che la CIA utilizzi tuttora la Special Activities Division (responsabile per le operazioni segrete che comprendono il sabotaggio e l’omicidio in altri paesi).

Cyanide gas gun

Cyanide gas gun

Molti degli strumenti utilizzati per le missioni di targeted killing sono vere e proprie opere d’ingegneria artigianale. Durante il periodo della guerra fredda le varie agenzie informative dei due blocchi, hanno compiuto ogni genere di sforzo ingegneristico per poter dare ai propri agenti sul campo un vantaggio tattico rispetto ai propri competitors. Sono state realizzate armi da fuoco con calibri più impensabili. Uno dei più ingegnosi gadget nei quali molti agenti di sesso maschile potevano incappare conoscendo un’affascinante donna al bancone di lounge bar sorseggiando un Long Island Iced Tea o un Manhattan, era un semplice rossetto meglio noto come Kiss of Death che racchiudeva all’interno una pistola con un proiettile da 4,5 mm. Da non sottovalutare inoltre i giorni piovosi, dove lo Spy Umbrella del KGB, era in grado iniettare del veleno tramite una lama celata nella punta. Georgi Markov il famoso dissidente Bulgaro morì assassinato nel 1978 proprio grazie a questo dispositivo. Per restare in tema di veleni vennero ideate anche delle pistole a gas che somministravano dosi di cianuro per mezzo di dardi, ovvero Cyanide Gas Gun.

Oltre alle armi più particolari esistevano anche gadget utili alla raccolta d’informazioni, come macchine fotografiche che si nascondevano all’interno dei vestiti. Nel 1970 il KGB introdusse una rudimentale, ultra innovativa per quei tempi, telecamera. Il suo obiettivo si camuffava in un bottone del giaccone e per effettuare lo scatto si premeva un interruttore nascosto nella tasca. Che dire allora dello Steineck Watchcam, un “comune” orologio che consentiva di scattare delle foto o la Fountain Pen Camera, una penna che diventava una macchina fotografica, rilasciata dalla CIA nel tardo 1970. Oggi questi strumenti ci sembrano antiquati rispetto ai nostri smartphone dotati di fotocamere ad altissima risoluzione e ai nuovissimi smartwatch.

Nel peggiore degli scenari possibili per una spia vi è quello della cattura; a questo pensò la CIA nel 1960, quando ideo il Seriously Savage Rectal Houdini Kit.

Il kit 'rettale'

Il kit ‘rettale’

 

Gemelli da polsino per nascondere microfilm

Gemelli da polsino per nascondere microfilm

Una particolare capsula che doveva essere usata come una supposta, inserita quindi per via rettale. Se si veniva catturati si poteva evacuare il contenitore che nascondeva un vero e proprio kit per evadere. L’agente che incorre nella cattura deve aspettarsi anche metodi di interrogatorio poco ortodossi, conditi da sieri come il sodio pentotal in grado di sciogliere le lingue anche meno intenzionate a parlare. E’ per tale motivo che in piena guerra fredda cominciarono a girare nell’ambiente delle spie i Cyanide Specs, degli occhiali che nascondevano, sulla punta della loro stanghetta, una pillola di cianuro.

E’ altrettanto utile saper celare le informazioni e nel 1950 il KGB realizzò la Coin Cache, una moneta che al suo interno poteva nascondere microfilm e micro documenti grazie ad uno scomparto segreto. Creare un diversivo a volte è utile se si è messi alle strette e con la Carbon Bomb ed il Kit Camouflage si aveva la possibilità di creare dei bei fuochi d’artificio. Si trattava di un pezzo di carbone semplice, che in realtà era in grado di esplodere grazie al suo esplosivo interno. La spia era dotata anche di un kit che gli consentiva di dipingere il carbone dello stesso colore degli altri pezzi presenti, in modo da camuffarlo perfettamente. Esistevano altri tipi di granate come per esempio: la Mensa Bomb, una borraccia la cui spoletta era collegata al tappo e che avrebbe definitivamente spento la sete di chi beveva. Come nelle migliori tradizioni dello spionaggio una spia è sempre elegante e a questo si ispirò il KGB nel 1950 quando creo dei gemelli da camicia i Cufflink Cache, che probabilmente furono impiegati per il contrabbando di microfilm durante il passaggio dei confini.

Gli oggetti descritti sono ormai oggetti da museo, ma rappresentano parte del progresso scientifico e tecnologico arrivato fino a noi. Tutt’oggi agenzie come quelle americane possiedono un catalogo particolare di dispositivi come il CIA E & E (dove le due e stanno per Escape e Evasion). E’ in sintesi un portafoglio utilizzato dal personale della CIA operante all’estero che è utilizzato dagli agenti per assicurare la loro sicurezza durante una missione o per aiutarli a fuggire se scoperti o catturati. Alcuni di questi articoli sono presenti nella lista dagli albori dello spionaggio americano e sono i resti o l’evoluzione di gadget utilizzati dall’antenato della CIA ovvero l’Ufficio dei Servizi Strategici (OSS).  Altri provengono dalle migliorie sui kit preconfezionati del SOE (Special Operations Executive) e dalla divisione fughe dell’Intelligence Militare (MI9) per gli agenti e gli equipaggi alleati che erano intrappolati dietro le linee nemiche.

Con la fase più calda della guerra fredda questa lista delle attrezzature si è espansa a vista d’occhio e con l’esigenza delle agenzie americane di agire su scala mondiale sono stati creati dei depositi che potessero essere facilmente raggiunti in caso di approvvigionamento. Ognuno di questi negozi di gadget d’intelligence possiede una lista d’inventario, la quale è regolarmente aggiornata. Per inciso, il personaggio di “Q” che rifornisce James Bond dei fantastici gadget si riferisce alla qualifica di Quartermaster ovvero la parola in lingua inglese che sta per ufficiale addetto al vettovagliamento. Alcuni oggetti che si richiedono per esigenze più particolareggiate devono essere ordinate direttamente a Langley, in Virginia, presso il quartier generale della CIA (nome in codice KURIOT) e più esattamente presso la Divisione dei Servizi Tecnici (TSD).

Molti sono gli aspetti della scienza dell’intelligence e molti rimangono noti solo a chi fa parte del gioco. Lo stesso significato della parola intelligence (intelletto) sta ad indicare che prima di tutto questo è un mondo fatto di piccoli passi, lungo una strada buia e contornata spesso di insidiosissimi ed affascinanti banchi di nebbia. Se è vero che la tecnologia soprattutto al giorno d’oggi è in grado di semplificare la raccolta informativa, al contempo, si deve ricordare sempre che questo è un mondo di uomini e che sono questi gli attori di quella grande commedia che è la vita. Nessuna macchina, né gadget, arma o qual si voglia novità introdotta dalla scienza, potrà mai essere superiore a quella che è la suprema chiave di volta dello spionaggio presente in tutti noi ovvero l’insita capacità umana del pensiero cognitivo. Del resto che cos’è la mente se non la migliore e la più fine delle armi.

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