L’analisi di intelligence per la tutela del Patrimonio Culturale

L’analisi di intelligence per la tutela del Patrimonio Culturale

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Tra le meritorie attività dell’Arma dei Carabinieri, vi è anche la tutela del patrimonio artistico e culturale italiano, conseguendo moltissimi successi di recupero di opera d’arte, non ultimo un famoso orologio antico trafugato 60 anni fa dal Palazzo del Quirinale.

Il Direttore Scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Roberto Riccardi, Generale di Brigata alla guida del Comando Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, ha tenuto una lezione dal titolo “L’analisi di intelligence per la tutela del Patrimonio Culturale” durante il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Riccardi ha ricordato che il Comando di Tutela del Patrimonio Culturale trova origine nell’articolo 9 della Costituzione quando prevede che “La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

“L’Italia – ha affermato – ha cercato nel corso dei secoli di salvaguardare il proprio patrimonio artistico e storico. La legge n. 1089 del 1939, ancora in vigore, vieta l’esportazione illecita dei beni culturali. Il Comando Tutela dei Beni Culturali nasce nel 1969, in coincidenza con una serie di furti di opere d’arte in Sicilia, tra i quali quello realizzato all’oratorio di San Lorenzo a Palermo dal quale fu sottratto il celebre quadro di Caravaggio “Natività”. L’anno dopo, l’Unesco invitava gli tutti Stati a dotarsi di strutture per tutelare i beni culturali e nel 1972 istituisce la Lista del Patrimonio Culturale Mondiale, all’interno della quale l’Italia ha visto riconosciuti un gran numero di siti”.

Riccardi ha anche ricordato quali sono gli ambiti di attività del Comando di Tutela del Patrimonio Culturale. “In primo luogo – ha ricordato – il Comando si occupa di contrastare l’attività illecita degli scavi clandestini dei tombaroli. Scavi e furti che negli ultimi anni hanno riguardato soprattutto le aree coincidenti con la Magna Grecia e dove gran parte del patrimonio è ancora nascosto sotto terra. E nell’ultimo anno, con l’aiuto della tecnologia e soprattutto con delle attività di prevenzione finanziarie, si è registrata una diminuzione dei furti pari al 30%.  Il Comando ha sedici nuclei regionali che operano all’interno del territorio italiano, che si occupano di contrastare questi fenomeni criminali con la proficua collaborazione del Ministero dei Beni Culturali e dell’Avvocatura Generale dello Stato”. “Non bisogna dimenticare -ha poi ricordato – che a livello internazionale operano, nel contrasto alle attività illecite per la tutela del patrimonio artistico, l’Unesco, l’Europol, i Caschi Blu della Cultura nonché l’Istituto Internazionale per l’Unificazione del Diritto Privato. Inoltre, le Corti Europee e le Corti Internazionali hanno equiparato il furto di opere d’arte ai crimini di guerra e la Convenzione Internazionale dell’Aja del 1954 cerca di contrastare a livello internazionale i fenomeni dei furti di opere d’arte legate alle guerre.

L’Italia, ha proseguito, conferma la sua attenzione alla tutela dei beni culturali, poiché il Comando ha la banca dati più importante del mondo, avendo provveduto a censire un milione e trecentomila opere d’arte rubate.  Ed il Comando dell’Arma dei Carabinieri attraverso la sua incessante attività ha recuperato, in più di mezzo secolo, tre milioni e mezzo di opere d’arte che sono state restituite all’Italia ed al mondo. È fondamentale – ha concluso Riccardi- difendere il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese per consegnarlo ai nostri figli possibilmente arricchito al fine di aggiungere bellezza al mondo. Sono convinto che coinvolgendo e collaborando insieme ai cittadini si può fare un lavoro decisivo per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale”.

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