Michael Ledeen, un ‘amerikano’ alla scoperta dell’Italia. Intelligence e non solo.

Michael Ledeen, un ‘amerikano’ alla scoperta dell’Italia. Intelligence e non solo.

copertina Vento

Marco Cuzzi-Andrea Vento, Le versione di Michael. Un “amerikano” alla scoperta dell’Italia”. Intervista a Michael Ledeen, Biblion Edizioni, Milano, 2018, p1-201, con postfazione di Bepi Pezzulli.

Un libro interessante e ‘intrigante’. Michael Ledeen: chi era costui? Personaggio discusso: piaccia o non piaccia, ha attraversato la storia dell’Italia repubblicana, in momenti difficili e controversi. Sulla rete delle domande dei due sagaci storici-intervistatori, offre la ricostruzione di anni turbolenti della storia italiana, dal suo punto di vista e esperienza concreta.  Il giovane studente universitario americano, di origine ebraica, (si definisce ebreo tradizionale), nato a Los Angeles nel 1941, non era però uno studente qualsiasi. Dopo la laurea, rimase in Italia come assistente universitario vicino allo storico George Mosse e poi a Renzo De Felice.

Era divenuto un buon amico di Bettino Craxi. Trattando della ben nota crisi di Sigonella (1985), quando Craxi si era fatto negare al telefono per l’ambasciatore americano Rabb ma aveva risposto alla telefonata di Michael, per spiegare il comportamento di Bettino, egli stesso ricorda che era abitudine del governo di Washington inviare a studiare all’estero giovani particolarmente brillanti i quali, dopo la laurea, dovevano restare dove avevano compiuto gli studi e inserirsi nella società locale ma non solo: dovevano anche inserirsi e conoscere il ceto politico! In questo quadro per un caso, egli aveva conosciuto Craxi quando costui era un oscuro funzionario del partito socialista. Era poi accaduto che Craxi fosse diventato premier e contemporaneamente egli fosse Consigliere alla Casa Bianca sotto la presidenza Reagan.   Quindi gli rimase ‘facile’ intervenire nel difficile momento in cui l’aereo della Egypt Air che portava gli assalitori palestinesi della nave Achille Lauro, con a bordo anche Abu Abbass, fece scalo, peraltro non autorizzato, per dichiarati motivi tecnici, nella base aerea italiana di Sigonella (che comprendeva anche una Naval Air station americana), scortato da 4 F-14 Tom Cat, affiancatisi sopra il cielo di Malta, mentre nel frattempo un C 141 Lockeed con una cinquantina di paracadutisti della Delta Force stava atterrando su quella pista. Ledeen fu il tramite tra la Casa Bianca e il governo italiano nella più difficile emergenza diplomatica tra Roma e Washington, proprio per questo suo contatto personale molto diretto con un vecchio amico con il quale scambiò anche in quel difficile frangente battute distensive. Ha confermato nelle sue risposte che si era sostituito al traduttore ufficiale Thomas Long jr., non traducendo fedelmente per ben due volte quel che era stato detto tra il Presidente Reagan e Craxi…

E quando il giorno dopo l’interprete, decisamente contrariato, si mise alla macchina da scrivere per relazionare quanto era successo, Michael strappò il foglio e gli disse qui alla Casa Bianca non facciamo memoriali sulle conversazioni del presidente. Ricorda che il giorno dopo aveva trovato sulla sua scrivania una lettera firmata dallo stesso Presidente che lo ringraziava per il lavoro di traduzione svolto, intuendo dunque che Reagan era stato informato delle traduzioni non proprio fedeli, approvando l’operato.

La storia di Sigonella è piuttosto nota anche con molti particolari, ma quelli da lui aggiunti sulla base delle domande circostanziate la rendono ancor più interessante perché egli fornisce qualche ulteriore dettaglio su quel che accadde dietro le quinte. Nei ricordi di momenti convulsi e complessi ognuno dei protagonisti psicologicamente trattiene quel che più lo ha interessato nella vicenda. Ecco la valenza delle risposte dell’americano sulla vicenda: da annotare.

Questo intelligente ‘sulfureo’ personaggio, che indubbiamente conosce molti segreti della vita politica italiana, seppe bene inserirsi nella società italiana anche se spesso nega di aver conosciuto personaggi che hanno fatto la storia della Repubblica, quali Gelli per citarne solo alcuni.

Nonostante si dica sempre che questo difficile personaggio fosse un’antenna CIA, egli manifesta nelle sue risposte una ostilità forte verso questa Agenzia per la quale dichiara di non aver mai lavorato e la tesi che io sia stato un loro agente è sempre stata una pura invenzione di quel mondo di sinistra e soprattutto comunista che la CIA americana ha combattuto e danneggiato… Gli uomini della CIA mi hanno sempre attaccato per quello che ho detto e hanno scritto contro di me, lo dichiara nel capitolo relativo alla Pista bulgara e brigate rosse: il terrorismo ispirato da Mosca.

Ne critica ampiamente le operazioni, i sistemi adottati nelle varie crisi internazionali, la capacità professionale e progettuale dei singoli agenti nonostante tutto il flusso di denaro che la CIA ha sempre ricevuto.

In realtà ammette di aver lavorato per la Defense intelligence americana (DIA), la principale agenzia d’intelligence militare, fondata nel 1961 da McManara.

Ne ha anche per la massoneria quando tratta delle sue frequentazioni romane definite ‘sulfuree’ dagli abili intervistatori. Sostiene tra l’altro che i massoni italiani facevano molta politica e che volevano parlare con lui di politica internazionale e di problemi globali affinché ne riferisse ai fratelli massoni americani, che non sarebbero invece interessati a simili questioni, a suo dire.

In realtà questo non è un unico libro ma sono tre insieme. Il primo riguarda le interessanti domande degli autori-intervistatori che passano in rassegna con acume un cinquantennio della storia italiana dal 1960 in poi, ponendo educatamente quesiti spesso sottilmente provocatori che incidono nel dipanarsi del racconto. Il secondo libro è la storia d’Italia dello stesso periodo come ‘voluta’ ricordare o vista dal personaggio intervistato. Il terzo riguarda il ritratto di Michael Ledeen, la personalità, che esce dalle sue risposte interessanti ma volte acutamente sfuggenti mentre tratteggia una storia italiana che forse in parte non conosciamo, in alcune pieghe nascoste.

Egli sostiene che la sua ‘missione’ per così dire era sempre stata quella di spiegare l’Italia agli americani e l’America agli italiani essendoci sempre stata una reciproca incomprensione…

Spiegazione interessante ma indubbiamente molto riduttiva di quello che è stato il suo ruolo attraverso la storia repubblicana italo-americana dal 1960 in poi. Fu dichiarato ‘persona non gradita’ in Italia dall’ammiraglio Fulvio Martini quando costui era a capo del SISMI (Servizio di intelligence militare, prima della riforma dei Servizi informativi del 1977). Michael venne in Italia comunque, non lasciandosi affatto intimidire da questa presa di posizione dell’Ammiraglio e forse anche per dimostrare che poteva entrare in Italia come e quando voleva.

Le sue risposte sono sicuramente la sua verità, come sempre personaggi di questo calibro usano dare. Forse la parte dove dà le risposte più vere è in quella finale, che lo riguarda come storico, nel capitolo in appendice Nel Pantheon della storiografia: un giovane ricercatore americano tra George Mosse e Renzo De Felice, quando parla di fascismo, di nazismo e ricorda gli incontri con De Felice riportati nel suo volume Renzo De Felice, intervista sul fascismo del 1975. Ha sempre affermato di combattere i totalitarismi che considera la vera categoria del Male assoluto che comprende il fascismo il nazismo e anche il comunismo.

Molto interessante la post fazione di Bepi Pezzulli, avvocato e giornalista italo britannico.

Le sue forse sono le pagine da leggere prima di intraprendere la lettura del volume, non facile per chi non sia addentro alle vicende della storia repubblicana italiana. Una volta giunti alla fine, sono da rileggere per confrontarsi con la propria intuizione sui contorni umani e professionali del personaggio intervistato e del suo pensiero. È una sintesi rigorosa e veloce anche per quello che riguarda le vicende italiane trattate nell’intervista.

Per completezza di informazione citiamo i sette capitoli del volume: I L’apprendistato, II Frequentazioni sulfuree romane, III  Pista bulgara e brigate rosse: il terrorismo ispirato da Mosca, IV Sigonella: Michael tra Ronnie e Bettino, V Viaggio nella fine della prima Repubblica, VI Un secolo che non vuole iniziare: la seconda Repubblica e il contesto internazionale, VII Tra Machiavelli e un buon Chianti, riflessioni nella campagna toscana (2011-2019).

Un libro da leggere. Un personaggio ‘sulfureo’ da approfondire, nel bene, nel male e nella critica.

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