40 giorni da…in Iran. Che succederà?

40 giorni da…in Iran. Che succederà?

IL presidente dell'Iran Rohani

IL presidente dell’Iran Rohani

La situazione in Iran è confusa e esplosiva. Per l’uccisione del generale Suleimani le folle hanno invaso le strade a centinaia di migliaia tanto avere anche 70 morti per la ressa che si era generata. Sembrava dunque che il popolo si fosse ricompattato intorno ai governanti.

Due giorni dopo cade un aereo per un ‘imperdonabile errore’ umano con 176 morti (di cui la maggior parte iraniana), e ritornano le manifestazioni di piazza, quasi come ai tempi del 1978/79, contro il regime al potere.

I pasdaran reagiscono e soprattutto tornano a contenere la folla i basiji, fondati nel 1979 dal Padre della Patria, Ruhollah Khomeini, piuttosto decisi, per non dire pericolosamente violenti, nel reprimere le manifestazioni che non piacciono e i nemici del regime Si hanno notizie solo di una donna ferita perché l’informazione ufficiale sostiene che sono stati sparati solo proiettili inoffensivi.

E’ da ricordare che sicuramente le manifestazioni non sono finite. Per comprendere quale sarà la portata delle stesse e il loro impatto sul regime, bisogna attendere i fatidici 40 giorni dalla morte del generale e da quella della caduta dell’aereo. Dopo 40 giorni si celebra il ricordo del morto, quasi un secondo funerale. Nel 1978, durante le manifestazioni contro lo Shah vi furono numerosi morti e allo scoccare dei 40 giorni passati, erano indette manifestazioni sempre più forti con caduti sul campo. Fu quasi tutto un anno in cui queste celebrazioni si rincorrevano; a un certo punto, quasi quotidianamente, visti i morti giornalieri negli scontri con la polizia e l’esercito durante le proteste contro la Monarchia.

Il punto di svolta critico fu l’incendio del cinema Rex di Abadan, a fine agosto 1978, con circa 400 vittime. La voce popolare, circolata nelle moschee e fuori, fu che il cinema era stato incendiato a arte da emissari del governo affinché si potessero perseguire duramente i manifestanti e far cessare le rivolte.

L’8 settembre 1978 in Meidan-e-Jaleh a Teheran ci fu una violenta manifestazione al termine della quale fu imposto il coprifuoco anche nella capitale. A Shiraz, Isfahan, Abadan era già in vigore. Lì iniziò la fine della storia dei Pahlavi al potere.

Ricordando questi fatti, occorre tentare di prevedere cosa può accadere dopo i 40 giorni. Manifestazioni più violente contro il regime? Pro il regime contro l’America? Con una certa preoccupazione e emozione ho visto in televisione le folle gridare con il braccio alzato a pugno ‘morte all’America’…ricordando che allo stesso modo si gridava 40 anni fa ‘Morte allo Shah’, per le strade dove camminavo.

Da tempo l’Ayatollah Khamenei, Guida Suprema non aveva condotto la preghiera del Venerdì e non si era espresso in modo così duro contro gli USA. Lasciamo stare la parola ‘pagliaccio’ rivolta al Presidente Trump: fa parte del folklore….mi si lasci dire.

Il fatto che abbia incitato le masse presenti contro i ‘diavoli’ americani è indicativo della chiara intenzione di voler a tutti i costi convogliare la rabbia e il dissenso contro il nemico esterno, cambiando o sperando di cambiare obiettivo delle manifestazioni…ma non credo che questo sarà possibile. Ritengo che vedremo altre violenze a breve.

Una domanda s’impone: ma se il regime cade, obiettivo al quale stanno probabilmente lavorando gli americani, chi intendono mettere al loro posto? Un Pahlavi? Non credo anche se lo Shah in pectore c’è: Kurosh (Ciro, il figlio del defunto detronizzato Mohamed Reza), da anni residente in USA.

Elementi da trarre dall’intelligenzia locale, dalle classi medie; in quale bacino trovare amici dell’Occidente di livello e che conoscano gli attuali problemi di un vasto e variegato Paese come è l’Iran? Importarli da fuori, come fu fatto per il dopo Shah? Con i risultati che sono davanti ai nostri occhi? Gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno molto sottovalutato il periodo successivo ai rivolgimenti interni di uno stato mediorientale, sbagliando clamorosamente le previsioni. Esattamente come è successo in Iran e in Libia.

Per il nucleare…meglio che non abbiano questa arma…e comunque aver inviato contro un aereo civile in uscita dallo spazio aereo iraniano ben due missili per errore, convince molto poco chi scrive…trenta persone sarebbero state arrestate per questo ‘errore’ e rischiano di essere giustiziati.

Se così fosse, effettivamente sarebbe opportuno che non avessero l’arma nucleare, come sostiene da tempo Trump. Attenzione però a far cadere ora il regime degli Ayatollah se non vi è un piano sicuro di ricostruzione politica e sociale.

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