Un colpo da maestro…due raffinerie della ARAMCO Saudi in fiamme…
Dopo cinque anni di guerra con Riad, gli Houthi sciiti, o chi per loro, hanno messo a segno un colpo da maestro che fa veramente male ai Sauditi sunniti wahabiti (e non solo a loro) e … chi se non gli iraniani avrebbero potuto, diciamo così, aiutare i ‘poveri’ Houthi a mettere fuori uso due delle più importanti raffinerie in territorio saudita. Anche solo guardando la mappa della dislocazione delle raffinerie, decisamente vicine alle coste iraniane molto più che al territorio yemenita, si può facilmente arguire da dove possono essere partiti i droni! Dieci, non uno e per di più sono passati indenni non intercettati.
Da una televisione libanese con sede a Beirut, la Al Masirah, è partita una ulteriore minaccia di altri attacchi contro siti sauditi. Chi ha in Libano una rete di telecomunicazioni propria efficiente: Hezb’Allah sciiti. E quindi questa televisione è certamente aiutata finanziariamente dagli sciiti iraniani. Sembra quasi un romanzo d’avventura ma è la realtà.
Naturalmente Teheran respinge gli attacchi verbali del Segretario di Stato americano Mike Pompeo che al momento non sembra avere prove inconfutabili alla base delle sue accuse. Sostiene di avere però prove certe che l’attacco non sia partito dal territorio iracheno…e quindi per esclusione, essendo il territorio yemenita distante dai siti attaccati (i droni avrebbero dovuto attraversare una larga parte del terreno saudita), per esclusione, rimangono le coste dell’Iran sul Golfo Persico…abbastanza vicine…
Riporta un articolo di Al Jazeera che il Kuwait avrebbe avuto prova di una ‘intrusione’ di un drone il giorno dell’attacco ai sauditi: il drone, della dimensione d una piccola autovettura, sarebbe sceso a una altezza di circa 250 metri sopra il palazzo reale, e poi si sarebbe di nuovo innalzato, spegnendo le sue luci. Quasi uno scenario da star wars…
Ovviamente i riflessi finanziari di questo attacco sono noti: quasi 6 milioni di barili di petrolio al giorno in meno indicano chiaramente il problema a livello globale.
Però quel che è veramente pericoloso è che un simile attacco mette in serio pericolo la stabilità regionale, vacillante in quella specifica parte della regione strategica mediorientale, dato che già Iraq e Siria sono ampiamente destabilizzate come la Libia più lontana dalla regione saudita, ma egualmente importante a livello regionale totale. Mette in serio pericolo anche eventuali dialoghi difficilissimi ma non impossibili tra gli USA e l’Iran.
Dal 2015 i sauditi tentano di annientare i ribelli Houthi e hanno distrutto lo Yemen, ormai in emergenza umanitaria riconosciuta internazionalmente. E sembra chiaro che l’Iran con l’aiuto che da tempo fornisce agli Houthi, abbia deciso di innalzare il livello di scontro e con tattica e strategia ha colpito proprio i maggiori centri di raffinazione che riforniscono il mondo di petrolio., con conseguenze molto difficili a livello mondiale.
L’Iran mostra ‘i muscoli’ non solo sul nucleare attaccando, tramite i ribelli yemeniti, la Saudia sostenuta da Washington.
Sunniti e sciiti…è iniziato il confronto armato apertamente. C’era e si sapeva ma questa volta lo scontro è alla luce di attacchi terroristici e molto pericoloso. Tensioni geopolitiche di alta ‘gamma’ Un ennesimo nuovo ‘Grande Gioco’ che favorirà alcune imprese finanziarie, sopprimendone altre.
Certamente questo è vero ma a mio parere la partita che si gioca è molto più che finanziaria: è la ricerca del potere massimo nel mondo musulmano fatto anche di finanza che gli sciiti non hanno mai avuto nel passato e che ricercavano in Iran dagli inizi del secolo XX: ci sono arrivati nel 1979. Da lì la voglia di imporre il proprio potere ideologico-religioso, politico e finanziario sul resto dei loro ‘fratelli’ musulmani sunniti e soprattutto wahabiti.
Non si fermeranno a meno che Mosca e Washington non trovino un accordo sulle loro teste ma questo sembra allo stato attuale molto difficile…
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