Il Marocco: lo ZLECA e l’iniziativa cinese “Silk Road Economic Belt”

Il Marocco: lo ZLECA e l’iniziativa cinese “Silk Road Economic Belt”

Un angolo di Fes (photo©firuzeh)

Un angolo di Fes (photo©firuzeh)

Continua un focus sul Marocco, che almeno per il momento gode di una certa stabilità.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Pochi sanno che, lo scorso maggio è entrato in vigore l’Accordo sulla Zona di libero scambio continentale africano. A Rabat è stato visto come un grande avvenimento che naturalmente rappresenta quella politica ambiziosa che il Marocco cerca di avere in Africa, almeno in quella settentrionale, con lo sguardo fisso però all’espansione economica e d’influenza in quella sub sahariana.

L’Accordo, conosciuto come lo ZLECA sarebbe stato fortemente voluto, da quando si è letto sui giornali locali, dal Sultano Mohammed VI in persona: la sua idea è che l’avvenire del’Africa debba essere perseguito all’interno del continente africano con l’aiuto dei suoi stessi abitanti.

Lo ZLECA era stato firmato a margine di un incontro straordinario dei membri dell’Unione Africana nel 2016: 44 paesi vi hanno aderito. Questo accordo vorrebbe sopprimere tutte le barriere doganali per una integrazione economica e commerciale sul continente. Il presidente Nigeriano Mahamadou Issofou ne ha coordinato la lenta marcia di ratifica fin dalla data della firma e, secondo le sue parole, si tratta “di un accordo per il quale i nostri stati hanno deciso di mettere fine alla balcanizzazione e di creare un mercato unificato che va da Algeri al Capo Praia a Gibuti”

Possiamo dire che al momento sembra un progetto molto ambizioso ma che, se realizzato, potrebbe certamente portare un assoluto miglioramento della vita degli abitanti del continente e forse potrebbe arrestare quel processo di migrazione continua e inesauribile di cittadini sub sahariani verso il sogno traditore dell’Europa. L’uso del condizionale è obbligatorio.

Il Marocco, da parte sua, si è impegnato a essere capofila attivo per la realizzazione dell’Accordo. L’obiettivo da centrare sarebbe quello di portare il commercio interno regionale dell’Africa almeno al 60% per il 2022. C’è da notare che il Marocco è stato uno dei protagonisti nel tentativo, recente, di rilanciare le relazioni economiche interne.

Certamente si tratta di un accordo che si poggiava al momento della firma, almeno da parte del Marocco, di convenzioni bilaterali che fonti locali sostengono essere un numero notevole, base concreta per l’avvio globale regionale.  Uno degli obiettivi di Rabat è la crescita di suoi investimenti in seno al continente in molti settori, soprattutto, sembra, per un sistema di cooperazione internazionale nel settore educazionale nel quale vi è grande carenza nell’Africa sub sahariana: al momento ben 8.000 studenti provenienti da Paesi sub sahariani studiano in scuole e università marocchine, con molti aiuti allo studio, anche della lingua francese, che viene impartita in quei stabilimenti scolastici.

L’Accordo è entrato in vigore giovedì 30 maggio dell’anno in corso, dopo essere stato ratificato da 22 Paesi dell’Unione Africana ai quali si sono aggiunti successivamente il Burkina Faso e lo Zimbabwe. Questa soglia era stata raggiunta il 29 aprile precedente, aprendo così la via all’implementazione dell’Accordo, secondo lo statuto che ne prevedeva appunto l’inizio trenta giorni dopo il raggiungimento di quella soglia di gradimento da parte degli stati africani.

Il Commissario dell’Unione Africana per il Commercio e l’industria, Albert Muchanga, l’ha definito, nella cerimonia dell’entrata in vigore, una tappa storica ritenendo si tratti di “parte finale di un impegno coraggioso, prammatico e continentale per l’integrazione economica”. Indubbiamente è un tentativo….molto coraggioso ma non impraticabile, se c’è una volontà decisa senza troppe influenze esterne.

Ancora sul piano economico e sociale, il Marocco ha aderito alla visione geostrategica della Cina, che si sta sempre più rafforzando in Africa, come nel resto del mondo: l’iniziativa della Cintura e della Strada’ (meglio definita in inglese the Silk Road Economic Belt, lanciata nel 2013 dal Presidente Xi Jinping), insieme al suo rientro nell’Unione Africana.

Secondo l’ambasciatore rappresentante permanente del Marocco presso la UA, Mohammad Arrouchi, l’adesione del Marocco e di altri stati africani a questa iniziativa non può che dare benefici al continente africano attraverso partenariati multilaterali nei settori economici emergenti. In un forum tenuto a Addis Abeba recentemente, il tema di un dialogo serrato per costruire una strada economica  di cooperazione fra Africa e Cina è stato molto dibattuto, avendo nel Marocco uno dei protagonisti che ha già interessanti relazioni commerciali con Pechino; relazioni caratterizzate da una evoluzione positiva e una forte  tendenza che si può strutturare nel quadro di una cooperazione triangolare Cina-Marocco-Africa verso un partenariato dinamico e produttivo.

La Cina si è già molto espansa nell’Africa sub sahariana. Si dice che la Cina abbia conquistato il Kenya: …il fatto è che Pechino sta facendo imponenti investimenti nel continente africano, non solo sulla ferrovia strategica Nairobi-Mombasa (un porto che diventerà di grande rilievo, anche per il commercio  cinese), ma soprattutto sulle infrastrutture più importanti (strade, ferrovie, centrali elettriche, aeroporti…), in molti paesi africani. Il continente è ricco in risorse naturali, anche se continua a esportare disperati verso le coste europee e se in passato fu terreno di conquista per potenze europee, ora lo è sicuramente, dal punto di vista commerciale, per una potenza asiatica, anche se ciò sembra essere solo per una situazione economico-produttiva, non coloniale.

Il Marocco e la Cina avevano firmato nel novembre 2017a Pechino, un Memorandum d’intesa su questa iniziativa cinese che, secondo la visione economica marocchina, tende a rilanciare l’antica ‘via della seta’ attraverso la creazione di una rete commerciale e infrastrutturale che allaccerebbe l’Asia all’Africa e all’Europa e la stessa Africa all’Europa.

Nel linguaggio diplomatico marocchino, l’iniziativa cinese è a favore dello sviluppo pacifico e della cooperazione economica piuttosto che di una alleanza geopolitica o militare di un processo aperto, inclusivo, e di sviluppo comune e non diretto a creare un blocco  commerciale esclusivo o un club cinese. Questo è quanto  è stato sottolineato dal Gruppo dell’Unità Africana designato a promuovere l’iniziativa cinese, ovviamente con il pieno appoggio del Marocco.

Lo ZLECA e l’iniziativa cinese della nuova ‘via della seta’ potrebbero integrarsi, ovvero il progetto cinese potrebbe favorire quello scambio commerciale intercontinentale che porterebbe benefici…almeno sulla carta al continente.

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