Basta fare un rapido giro tra Casablanca, Tangeri e le stesse città imperiali (Fes e Meknes), per vedere come lo sviluppo, in particolare l’edilizia, stia prorompendo in Marocco, almeno al nord. Da questa constatazione segue subito un’altra considerazione: l’economia sta marciando rapidamente, forse troppo, forse anche per un ottimo afflusso turistico, essendo il Marocco, rispetto a altri Paesi che lo circondano, dotato di una notevole stabilità, almeno in questo momento.
Occupiamoci di un porto importante per il Mediterraneo e che nella storia ha avuto un peso indifferente…soprattutto nella storia dello spionaggio (!): Tangeri.
Un’interessante intervista con Rkia Alaoui, presidente del Consiglio regionale del turismo di Tangeri, pubblicata su un quotidiano locale, spiega tutte le misure prese per migliorare la situazione turistica e ricettiva del porto.
Quattro sarebbero gli assi prioritari individuati per raggiungere l’obiettivo: miglioramento delle connessioni aeree con l’Europa, in particolare, sia per i turisti sia per quei marocchini che, vivendo all’estero, desiderano rientrare più facilmente nel luogo d’origine e quindi …spendere sul loro territorio. L’intervistata indica ad esempio l’apertura di un volo diretto tra Tangeri e Istanbul (dove lavorano molti emigrati), in un prossimo futuro.
La seconda priorità riguarda lo sviluppo e il miglioramento di prodotti regionali, artigianali e non, condizioni sine qua non per attirare clienti dall’estero oltre che dalle altre città marocchine, sempre per incrementare anche un turismo interno, ritenuto importante ai fini dello sviluppo Paese.
La terza priorità riguarda un accurato marketing affidato alla digitalizzazione per far scoprire con facilità le attrazioni commerciali e turistiche della regione, cercando di posizionare la regione nord del Marocco come scelta naturale sia dei marocchini sia della clientela straniera.
A livello di infrastrutture molto viene fatto per migliorare la ricezione al porto di Tangeri; una banchina speciale è stata costruita per imbarcazioni da diporto e un’altra è in via di costruzione, anche per migliorare le condizioni di lavoro dei pescatori, valorizzare il loro prodotto, forse anche con l’occhio a una possibile utilizzazione di pescherecci per scopo turistico.
Proprio per il territorio portuale vi è un progetto ambizioso di restauro e riconversione della grande muraglia, dell’antica dogana e una rivalutazione dell’antica stazione ferroviaria, anche come luogo per esposizioni permanenti, incontri d’affari, congressi internazionali.
Non si può dimenticare che Tangeri è anche un porto di transito per molte crociere con migliaia di passeggeri e occorrono mezzi adeguati per permettere ai gitanti di raggiungere facilmente la Medina con i suoi artigiani, il centro città (che certamente per ora non è particolarmente affascinante) e valorizzare la Corniche con i suoi bar e ristoranti che permettono una piacevole fruibilità del panorama marino.
Girando sia per la Medina sia per le vie del porto è indubbio che si sente un dinamismo interessante. Se poi con la macchina si entra o si esce da Tangeri, è giocoforza notare anche la realizzazione di alcuni importanti opere viarie di decongestionamento e facilitazione del traffico locale cittadino, anche se nel mese di Ramadan (quando ho visitato Tangeri), al tramonto, quando finisce il digiuno, il traffico impazziva letteralmente con non pochi disagi.
Molti sono gli investitori che in questo momento stanno scommettendo sul territorio di Tangeri (come in altre città): stando alle cifre ufficiali, 9 miliardi di dirham sono stati destinati dal Governo fin dal 2013 alla trasformazione e forte modernizzazione delle strutture del Porto.
Gli stessi marocchini sottolineano come la città si sia trasformata in modo molto veloce (forse troppo?), negli ultimi dieci anni. Tra l’altro è divenuta la capitale dell’’industria tessile marocchina così come, citano le statistiche, è uno dei maggiori produttori di capi d’abbigliamento di largo consumo. È tra l’altro divenuta una mega zona franca, una delle più importanti nel Mediterraneo e nello stesso Marocco, con l’indotto economico che ciò comporta.
II progetto Tanger-Métropole ha focalizzato la sua attenzione anche sulla Corniche per realizzare tra l’altro qualcosa come 12 parcheggi sotterranei con una capacità totale di 3.000 veicoli. Grandi progetti di costruzione o riconversione sono ancore in fase di elaborazione e comprendono le zone della città anche lontano dal porto.
Per quanto riguarda la parte culturale, il progetto reale prevede il miglioramento della fruibilità di alcuni luoghi storici e archeologici, come per esempio le famose Grotte d’Ercole, vicino al punto dove il Mar Mediterraneo si unisce all’Oceano Atlantico: un punto di rara bellezza naturale da valorizzare ancor di più, anche se già ora ha un ristorante e qualche negozietto di artigianato.
Occorre dire che molto si sta facendo ma molto resta da fare, anche se a un occhio esperto non sfugge il rapido mutamento che sta cambiando il Porto e la cittadina.
Quel che preoccupa è appunto la rapidità con la quale Tangeri e i territori intorno stanno mutando pelle, probabilmente mutando anche l’essenza del tessuto sociale ancora contadino dell’interno. Simili rapidi mutamenti spesso comportano poi degli scossoni violenti nell’architrave nazionale. La stabilità per ora sembra essere una caratteristica importante nel panorama marocchino, soprattutto di fronte ai numerosi progetti educativi e sociali lanciati dal Sultano Mohammed VI (sui quali torneremo con altri articoli).
Sarà debellata la povertà che ancora si nota? O Un troppo veloce inurbamento sarà la chiave per il jihadismo di penetrare meglio nel tessuto sociale così come sembra possa essere successo a Marrakech e dintorni? Come sconfiggere una radicalizzazione che può trovare terreno fertile nella popolazione, ex contadina, ormai proletariato, delle città, nonostante la stretta sorveglianza delle forze di sicurezza marocchine? La domanda è lecita.
V. dello stesso Autore
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