LIBIA, POSSIBILI ELEZIONI? INTANTO HAFTAR SI MUOVE A SUD…

LIBIA, POSSIBILI ELEZIONI? INTANTO HAFTAR SI MUOVE A SUD…

Ghassem Salamé, inviato speciale delle NU per la Libia

Ghassam Salamé, inviato speciale delle NU per la Libia

Una equilibrata analisi della situazione attuale in Libia.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini.

La mediazione dell’inviato ONU in Libia, Ghassam Salamé, ha raggiunto un altro obiettivo: un accordo tra l’uomo “forte” Khalifa Haftar e il capo del governo di Tripoli Al-Serraj, sostenuto dalle Nazioni Unite e dalla Comunità Internazionale, per promuovere elezioni politiche nel Paese.

Questo accordo è stato raggiunto a Abu Dhabi, dopo la conclusione del vertice di Sharm El-Sheik, in Egitto. Sarà questo incontro negli Emirati Arabi Uniti (EAU) importante? Ci saranno davvero le elezioni? La conferenza di Palermo ha dimostrato quanto sia difficile organizzare un incontro tra i due leaders e permettere che tale incontro sia sostanziale e non solo formale. Il vertice di Palermo è certamente stato utile, ma l’assenza di Haftar ai lavori ne ha compromesso la credibilità. Non si era arrivati a un accordo di sostanza, per porre all’esistenza dei vari consigli di transizione e istituzioni provvisorie, che caratterizzano la Libia dal 2011. Il vertice di Abu Dhabi, seppur da monitorarne l’implementazione, ha messo d’accordo i due leader concordando la necessità di elezioni nazionali, l’unificazione delle istituzioni, per promuovere stabilità e sicurezza nel Paese.

Vedremo se alle parole seguiranno i fatti. La prima data proposta di elezioni presidenziali e legislative fu a maggio scorso nel vertice di Parigi. Il Presidente francese Macron e i due leader libici si accordarono per tenere le elezioni il 10 Dicembre 2018. Ciò non è, ovviamente, accaduto. Le Nazioni Unite non hanno fornito molti dettagli sulla riunione di Abu Dhabi, ma ciò che emerge, è l’assenza di immagini riportanti strette di mano e l’assenza di un accordo circa una data di svolgimento di queste elezioni.

Vi sono stati vari incontri simili nei mesi e anni passati e venivano rilasciate immagini che mostravano strette di mano tra i partecipanti. Questa volta no. L’ONU ha rilasciato un Tweet lanciando la notizia di un accordo raggiunto, ma non si menziona la famosa Roadmap, che prevede una conferenza nazionale per decidere il tipo di elezioni, forse perché considerata inutile dai gruppi tribali dell’Est della Libia.

Le Nazioni Unite stanno lavorando da due anni per promuovere queste elezioni per porre fine a otto anni di conflitto. Le divisioni sono però profonde e tribali. Come detto, vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Nel frattempo, l’Esercito Nazionale Libico (LNA) di Haftar ha iniziato, da gennaio, una nuova offensiva militare nella cruciale regione meridionale (il Fezzan), con l’obiettivo dichiarato di liberare i cittadini della regione da terroristi e criminali e combattere il traffico di esseri umani. Tramite l’impiego di Tuareg affiliati alle forze di Haftar (vedi Brigata 173), sono state occupate la città principale della regione (Sabha) e giacimenti petroliferi (quali El Sharara). Il consolidamento della presenza di Haftar nel Fezzan e il ritiro delle forze di Ali Kannah, membro di una tribù Tuareg fedele al governo di Al-Serraj, potrebbero rappresentare un cambiamento delle dinamiche politiche locali. Vedremo nelle prossime settimane se questa maggiore attenzione di Haftar al Fezzan, rappresenterà un punto di svolta nella crisi. ©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

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