Il ritiro delle truppe americane da Siria e Afghanistan. La politica di Trump.

Il ritiro delle truppe americane da Siria e Afghanistan. La politica di Trump.

Uno dei carri armati vietcong che penetrarono nel Comando americano a Saigon e sancirono la caduta della città (photo©firuzeh)

Uno dei carri armati vietcong che penetrarono nel Comando americano a Saigon e sancirono la caduta della città (photo©firuzeh)

 

In fondo la decisione di Trump sarebbe politicamente corretta se…le truppe americane non ci fossero mai andate in quei territori. E’ vero: ci sono andate per difendere le popolazioni locali, per ristabilire una democrazia intesa in senso occidentale, per sconfiggere l’autoproclamato stato islamico (Daesh), per riportare l’ordine nel caos mondiale e per vendicare l’affronto subito con l’attacco alle Torri Gemelle.

Ma evidentemente la lezione appresa in altre guerre non è servita. Ripenso alla guerra in Vietnam, iniziata con l’invio di più di mille ‘consiglieri’ americani nel 1961 per aiutare Saigon a difendersi da Hanoi comunista. Nel 1962 aumentarono progressivamente i consiglieri americani… e così iniziò un conflitto che vide fino a circa 400.00 soldati americani nel 1966 presenti e combattenti in Vietnam. Tutto per contrastare il comunismo del Vietnam del Nord e la politica di quel leader, Ho Chi Min. Nel 1975, il 30 aprile, i vietcong conquistarono Saigon e terminò con la vittoria di Ho Chi Min un conflitto sanguinoso, troppo sanguinoso non solo per gli americani ma anche e soprattutto per i vietnamiti.

Il massacro perpetrato da soldati americani a My Lai, un episodio culmine, nel marzo 1968, è scomparso dalla memoria di tutti ma basta andare proprio lì a My Lai per ricordare e vedere quel che in Europa non è mai stato mostrato nel museo messo su dai vietnamiti e camminare per il villaggio stesso trattato un po’ come le rovine di Pompei a ricordo di un momento, di molti altri, particolarmente crudele. E per non ricordare quello che lì è chiamato il ‘fattore orange’, cioè il napalm che distrusse gran parte della vegetazione della regione e rese invalida molta parte della popolazione.

Oggi Saigon è ufficialmente Ho Chi Min City e i carri armati che entrarono nel Comando americano quel giorno abbattendo i cancelli di ferro, sono in mostra in quel giardino a perenne ricordo della vincita vietcong comunista.

Tornando a tempi più recenti, per quel che riguarda l’Afghanistan, i russi decisero di invaderlo nel 1979 (dimenticando che nel secolo precedente Zar e Inglesi non ci erano riusciti), per sottrarlo a una influenza americana e a una destabilizzazione che si stava affacciando pericolosamente. Rivolte locali e guerra contro i mujaheddin e in seguito contro i talebani che riuscirono a prevalere sui primi, comandati da un guerriero di razza come Ahmad Shah Massoud che fu poi ucciso proditoriamente  I russi furono costretti a lasciare il Paese nel 1989. E’ ben noto quale fu la feroce politica della ‘sharia’ dei talibani e quindi nel 2001 fu Washington a decidere l’invasione dell’Afghanistan: ‘Enduring freedom’fu chiamata l’operazione destinata a struggere i talebani e Al Qaeda.

Il Paese è stato stabilizzato? No. I talebani sono stati definitivamente sconfitti: no.  L’attuale dizione ufficiale  dello Stato è: Repubblica islamica dell’Afghanistan.

Certamente vi è attualmente una organizzazione istituzionale di tipo apparentemente occidentale ma il dubbio permane su quanto tempo essa continuerà a riprodursi, fermo restando che vi sono delle forme di democrazia locale popolare, anche se non esattamente comparabili con quelle occidentali.

L’Italia che vanta alta professionalità nel settore, ha addestrato la polizia locale, non solo per quanto riguarda la gestione dell’ordine pubblico, persino facendo fare lezioni di comportamento verso le donne afghane e le colleghe poliziotte, cercando di trasmettere valori occidentali, di alto contenuto femminista, di sicuro non totalmente compresi dai disciplinati allievi gendarmi. Non bisogna mai dimenticare che gli afghani sono dei guerriglieri nati molto forti. Non credo che tutti i comportamenti molto generosi e onerosi per gli Stati che li hanno supportati abbiano veramente aperto una breccia in alcuni valori tradizionali molto radicati che pur fanno l’essenza e l’identità di quel territorio.

In Siria l’intervento degli attori stranieri pro o contro Beshir al Asad non ha avuto, almeno al momento, alcun effetto se non quello di distruggere un Paese, uccidere molte persone e far migrare dal territorio milioni di siriani, la maggiori parte in Libano, andando a costituire lì altre sacche di povertà e emarginazione insieme ai campi dei palestinesi e mettendo in serio pericolo una difficile stabilità locale. E Beshir al Asad è sempre lì.

E’ evidente che il ritiro delle truppe americane favorisce l’insediamento di Mosca e soprattutto di Ankara nella regione. Si sapeva da tempo  che Washington avrebbe lasciato i curdi al loro destino, una volta raggiunti alcuni obiettivi quali la distruzione in loco dello Stato Islamico:  di nuovo questa popolazione che vanta una lingua in comune, una identità nazionale e un gran coraggio combattente (ha dato un contributo importante nella lotta contro Daesh), non interessa alla politica internazionale per la creazione di uno stato curdo. Gran parte dei pozzi di petrolio più produttivi in Iraq si trovano proprio nella zona curda. I turchi non gradiscono avere ai loro confini autonomi curdi che considerano terroristi….ma l’America si ritira lasciando a altri decisioni fondamentali sulla stabilizzazione locale e sull’assetto delle popolazioni.

Il futuro dirà se la decisione di Trump sia corretta o non ma…certamente è una exit strategy che sembra effettuata senza piani preventivi…sempre che quando furono fatti piani preventivi, essi abbiano avuto successo: l’Iraq, non stabilizzato totalmente, sembra una conferma a questa opinione.

La gestione dei problemi ereditati dal Trattato di Versailles del 1919 e dal Trattato di Pace del 1947 sembra ancora lontana da una soluzione pacifica.

©www.osservatorioanalitico.com– Riproduzione riservata

 

 

Comments are closed.