C’ERA UNA VOLTA LA LIBIA

C’ERA UNA VOLTA LA LIBIA

lungomare Tripoli copy

                                                      Il lungomare di Tripoli prima della caduta di Gheddafi. Tempi lontani.  (photo©firuzeh).

L’articolo che segue è la descrizione attuale di Tripoli, Benghazi e della Libia. Ricordo che qualche anno fa sul lungomare di Tripoli si passeggiava al tramonto. I ristoranti sia occidentali sia locali erano pieni la sera dopo la preghiera. Le moschee visitabili e bellissime.I turisti bene accetti perché portavano valuta straniera. Il più bell’albergo di Tripoli, il Bab El Africa, pieno non solo di turisti ma anche di uomini d’affari mediorientali e occidentali. Il bazar brulicante di gente come lo sono i bazar mediorientali…tappeti, merci varie….la vita c’era. Certamente non erano tutte rose e fiori dal punto di vista dei diritti… ma non c’era questo disastro umano che invece ora scuote quel Paese anche con i campi di concentramento per quei subsahariani che vogliono attraversare il Mediterraneo. Per chi ha conosciuto Tripoli in altri tempi è una riflessione amara sulla condizione attuale. Riuscirà la Libia e la sua popolazione a vedere la fine di questo sfacelo? Temo ci vorranno molti e molti anni ancora, facendo un’analisi seria della situazione.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

A Tripoli la popolazione è di due milioni e 500 mila abitanti, ma a sette anni dalla caduta di Gheddafi, la Libia resta un ricordo lontano.

Uno dei problemi maggiori del Paese è la chiusura delle banche, quindi il blocco del credito a la mancanza di contante.

L’economia di quello che era il Paese più ricco del Nord Africa è ora un Paese primitivo.

Per strada a Tripoli, si incontrano dipendenti delle compagnie petrolifere straniere e soprattutto i responsabili delle milizie maggiori. Hanno tutti ricevuti dollari grazie agli stipendi in valuta straniera che il ministero degli interni del governo Fayez Sarraj versa in contanti alle bande armate che dicono di difenderlo.

Lo straniero occidentale è un nemico, o comunque un potenziale ostaggio da rapire per il riscatto.

I vecchi sostenitori del regime di Gheddafi ripetono che l’intervento NATO ha devastato il Paese e l’ha distrutto: ” Invece di contribuire alla ricostruzione, ci hanno abbandonati e ora siamo vittime delle ingerenze, straniere, soprattutto delle lotte fra Italia a Francia”.

Inoltre, spesso passano ambulanze dirette agli ospedali maggiori e se il ferito a bordo è una persona importante o se è legato al fronte religioso dei Fratelli Musulmani, seguono molti gipponi carichi di uomini armati.

Al contrario, un qualunque civile ricoverato deve pagare in nero per essere curato e mandare i familiari a comprare i medicinali alle farmacie.

Spesso non scende acqua dai rubinetti.

Le immondizie non raccolte ammorbano l’aria specie nei 40 gradi dell’estate.

Con l piogge le immondizie diventeranno pantani.

Le stesse città maggiori, in primis Tripoli e Benghasi, sono letteralmente pattumiere a cielo aperto e i liquami delle fognature arrivano al mare senza alcun filtraggio.

Le code di gente in attesa di fare il pieno di benzina o riempire le bombole per il gas da cucina il più delle volte non ne hanno la possibilità.

In sintesi, a sette anni dalla caduta di Gheddafi, la Libia resta un ricordo lontano. Tanto che sembrano un sogno remoto le foto della città pulita e ordinata di qualche decennio fa.

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