USA E COREA DEL NORD. MINACCIA NUCLEARE ?

USA E COREA DEL NORD. MINACCIA NUCLEARE ?

POTUS, Mr. Donald Trump.

POTUS, Mr. Donald Trump.

Le testate nucleari debbono far paura e sono ben 15.000 in giro per il mondo. Due ‘nuovi’ politici per ora si fanno la guerra a parole e insulti e esperimenti nucleari. Si fermeranno? Hanno la percezione di quel che stanno mettendo in gioco?

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

1.Alla fine di ottobre, Papa Francesco e undici Nobel decidono di contattare il presidente americano Donald Trump e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, per chiedere il disarmo nucleare.

Già all’inizio dello stesso mese, il Nobel per la pace 2017 è assegnato all’ International campaign to abolish nuclear nuclear weapons (ICAN), un netwok per l’abolizione delle armi atomiche, fondato nel 2007 a Vienna e che attualmente unisce 468 organizzazioni e opera in 101 Paesi.

Di fatto, cresce nel mondo il timore di nuove minacce nucleari i cui principali artefici sono indicati nei presidenti Trump e Kim Jong-un:

il primo attacca sin dall’inizio con forza il leader coreano, il quale replica con minacce di attacchi militari a mezzo di ordigni atomici;

il leader americano alimenta i timori già crescenti rimettendo in discussione l’accordo sul nucleare realizzato il 14 luglio 2015 fra Iran e il Gruppo del cinque + 1 (i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Nato, cioè Cina, Francia, Regno Unito, Russi, USA) più Germania.

Nel contempo, l’ICAN arriva nel luglio 2017 al nuovo trattato ONU per la messa in bando delle armi nucleari approvato da 122 Paesi (ma senza la partecipazione delle nove potenze nucleari e dei membri NATO) che entrerà in vigore quando 50 Stati lo ratificheranno.

Come ha spiegato dopo l’assegnazione del premio, la presidente del Comitato del Nobel, Berit Reiss-Andersen, sono 15 mila le testate nucleari presenti nel mondo e l’anno corrente “il premio per la pace è anche un appello agli Stati perché comincino negoziati seri rivolti a una graduale, bilanciata e attentamente monitorata eliminazione delle 15 mila testate nucleari presenti al mondo”.

Inoltre, la direttrice esecutiva dell’ICAN, Beatrice Fihn, aggiunge che “è un premio importantissimo ai milioni di attivisti e cittadini preoccupati e che lavorano dal 1945 alla lotta contro le armi nucleari, un tributo ai sopravvissuti di Hiroshima e anche alle vittime dei test nucleari che ancora si effettuano” (chiaro riferimento a quelli nordcoreani) e in merito alle politiche del presidente americano nei confronti della Corea del Nord dichiara che “ non si può minacciare di uccidere milioni di persone con il pretesto della sicurezza”.

La posizione dell’ICAN si spiega anche per quanto avvenuto all’inizio del mese di ottobre.

Il 12 ottobre due bombardieri strategici USA B – 1B volano con i jet di Seul nei cieli della penisola coreana a ridosso del 30° parallelo, sfiorando la Corea del Nord.

Secondo il Comando di Stato Maggiore congiunto di Seul, i super-caccia USA hanno simulato un attacco aria-terra sul mar del Giappone con due jet militari sud-coreani F-15K.

Per la prima volta quindi, i B-B1 e le forze aeree di Seul e Tokio hanno avuto prove congiunte nelle aree Indo, Asia, Pacifico, e non è un messaggio a caso. Il mese precedente, i B-B1 americani avevano volato vicino alla costa orientale della Corea del Nord, in una prova aerea notturna tutta americana che, secondo l’intelligence di Seul, non era stata rilevata dalle Forze di Pyongyang.

In aggiunta, nello stesso periodo, vi è l’avvicinamento della Marina militare americana, guidata dalla portaerei Ronald Reagan, alla penisola coreana, messaggio che può passare come una provocazione, come dichiara in un’intervista a Ria Novosti il direttore del dipartimento Nord America del ministero degli esteri, Gregory Borisenko, aggiungendo “abbiamo parlato con gli americani più volte, chiedendo loro di risolvere il problema esclusivamente con mezzi politico-diplomatici.

2.La Federazione degli scienziati americani (FAS) stima che nel corrente anno la Corea del Nord abbia “materiale fissile per produrre 10 – 20 testate nucleari, ma in merito non ci sono ancora prove disponibili.”

La stessa FAS sostiene che gli USA posseggono 6.800 testate nucleari, di cui 1650 strategiche e 150 non strategiche pronte ogni momento al lancio. Comprese quelle francesi e britanniche (rispettivamente 300 e 215), le forze nucleari della Nato dispongono di 7.315 testate nucleari, di cui 2.200 pronte al lancio, in confronto delle 7.000 russe, di cui 1.950 pronte al lancio.

Stando alle stime dal FAS, circa 550 testate nucleari statunitensi, francesi e britanniche, pronte al lancio, sono dislocate in Europa in prossimità del territorio russo.

In altri termini è come se la Russia avesse schierato in Messico centinaia di testate nucleari puntate sugli Stati Uniti.

Inoltre, il quotidiano Washington Post riferisce che il Pentagono chiede altri 440 mln di dollari in aggiunta agli 8,2 mld di dollari di fondi già assegnati alla difesa missilistica USA dal Congresso.

In sostanza, con il pretesto che la Corea del Nord con i suoi programmi di sviluppo di ordigni balistici con testata nucleare sarebbe in grado di raggiungere il territorio statunitense, il Pentagono intende impiegare i fondi per aumentare il numero degli intercettori disponibili; 48 milioni di dollari verranno invece utilizzati per incrementare la cybersicurezza.

Aggiungendo quelle cinesi (270), pakistane (120 – 130), indiane (110 – 120) e israeliane ((80), il numero delle testate nucleari viene stimato in circa 15 mila. In testa sono gli USA, che effettuano continui testi dei missili balistici intercontinentali Minuteman III e si preparano a sostituirli con nuovi missili(costo stimato a 85 mld di dollari). Il Congresso ha approvato nel 2015 un piano (costo stimato circa 1.000 mld) per potenziare le forze nucleari con altri 12 sottomarini da attacco (7 mld ciascuno) ciascuno armato di 200 testate nucleari e altri bombardieri strategici (550 mld l’uno), ciascuno armato di 20 testate nucleari.

Nello stesso quadro rientra la sostituzione delle bombe nucleari USA B61-12, schierate in Italia e altri Paesi europei, con le nuove B61-12, armi da first strike. Il potenziamento delle forze nucleari comprende anche lo “scudo antimissili” per neutralizzare la rappresaglia nemica, tipo quello schierato dagli USA in Europa contro la Russia e in Corea del Sud, non contro la Corea del Nord, ma in realtà contro la Cina.

Russia e Cina stanno accelerando la modernizzazione delle loro forze nucleari, per non farsi distanziare. Nel 2018 la Russia schiererà un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat, con raggio fino a 18.000 km, capace di trasportare 10 – 15 testate nucleari che, rientrando nell’atmosfera a velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono), manovrano per sfuggire ai missili intercettori forando lo “scudo”.

Oltre ai nove Paesi che già posseggono armi nucleari, ve ne sono all’incirca altri 35 in grado di costruirle.

Mentre in base a questa pericolosa logica aumenta la probabilità di proliferazione nucleare, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, adottato a grande maggioranza dalle Nazioni Unite nel luglio scorso, viene ignorato da tutte le potenze nucleari, dai membri NATO (Italia compresa) e dai suoi principali partner (Ucraina, Giappone, Australia).

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