Il veleno dell’aspide DAESH (ISIS).

Il veleno dell’aspide DAESH (ISIS).

Un pensiero addolorato per le vittime di Barcellona e per tutte le altre che hanno patito la violenza degli attentati.

Unknown

Non c’è un antidoto efficace al momento per annullare gli effetti mortali dell’aspide DAESH che continua a mordere con effetti mortali. E continuerà a mordere ancora per lungo tempo…

L’Europa, in palese perdita della sua identità, sta faticando non poco a comprendere quel che accade e sembra non avere gli strumenti per contrastare l’ondata di attentati che rispondono a ben precise istruzioni di uno stato autoproclamato in completa sconfitta…sul terreno di combattimento ma con la testa velenosa pronta a colpire: l’avversario ferito è pericoloso.

Si tratta di un avvelenamento in giovani menti di seconda o terza generazione che, vivendo in Europa, sognano di un mitico Eldorado musulmano dove possono avere tutto quello che vogliono perché la propaganda islamica di cosiddetti imam, spesso ignoranti, glielo fa credere. Mandano a memoria il Corano ma non comprendono quello che dice se non quello che i falsi ‘profeti’ fanno loro comprendere per spingerli dove i ‘falsi profeti’ non si impegnano: combattimento sul campo. Mandano a morire i ‘soldatini’ di Allah. Dove è il coraggio degli antichi condottieri arabi? Sparito come il senso di dignità e di valore.

Ius soli e integrazione. Ne stiamo vedendo i risultati negli altri Stati. Francia Belgio, Spagna, Germania: le loro politiche d’integrazione hanno miseramente fallito. Ma hanno provato a integrare? E come?

Francia. Basta farsi una passeggiata nel sobborgo di Saint Denis a Parigi, accanto alla magnifica monumentale Basilica dove sono sepolti i Reali di Francia e alla Maison della Legione d’Onore, per comprendere che non si è ospiti graditi se chiaramente europei: occhiate ostili che ti bruciano la pelle. Il gran mercato del sabato mattina, poi, nulla ha di europeo. Se si cercano spezie arabe o un Hijab per un eventuale viaggio in Medio Oriente, ebbene quello è il posto giusto. E’ un viaggio intorno al mondo, come pubblicizza l’Ufficio del Turismo parigino ma ormai non ha più nulla di affascinante, anzi: per chi conosce qualche luogo del Medio Oriente per averci vissuto, quel mercato nulla ha di quel fascino dei bazar mediorientali. E’ una brutta copia di un mercato europeo e uno orientale, con una mistura del peggio di ambedue…come forse ora sta accadendo a queste società musulmane che vivono in Occidente non accettandone i parametri e le tradizioni culturali ma chiedendo tutto quello che la democrazia occidentale ha dato ai cittadini…non riconoscendone però il valore.

Se si scrive d’integrazione e insegnamento all’ordine, alla pulizia, all’estetica, allora perché se le stazioni del Metro parigino sono normalmente tutte curate, con ampie banchine, quella di Saint Denis è quanto di più squallido si possa trovare, con cemento armato a vista e una banchina molto piccola che, nei giorni di mercato, per l’afflusso di gente, rischia di far cadere qualcuno sui binari? Quello sopra esposto è un certamente esempio banale ma indicativo: del resto gli attentatori del Bataclan di Parigi lì avevano casa, a Saint Denis, pur essendosi radicalizzati in Belgio.

Saint Denis, come altri quartieri europei, è la dimostrazione di come l’integrazione sia miseramente fallita al 90%.

La Spagna ha nella sua lingua parole arabe e sonorità mediorientali fuse con la cultura musicale europea. I monumenti di Siviglia e Cordova mostrano come secoli fa i ‘mori’ sapessero costruire, far musica, avere un profondo senso del bello. El Andalus: il nuovo mito. La sua riconquista e la conquista della terra degli infedeli (dar al harb) per affermare un credo patologico e un disegno di vita che non tiene conto dell’evoluzione del pensiero, anche musulmano, e della istituzione dell’entità statuale, che pure fa loro comodo, come cittadini occidentali, vagheggiando una ‘umma’ (nazione musulmana), utopica che mai riusciranno a fondare perché in lotta profonda anche tra di loro!

Non si rendono conto di come la loro cultura, che pure era di tutto rispetto, si sia imbarbarita e continui a imbarbarirsi in un cupio dissolvi che non riguarda solo l’occidente ma in primis loro stessi.

Il veleno penetra in giovani menti e in quelle meno preparate o deprivate che vedono una possibilità di riscatto nella distruzione e nell’abbattimento di una società nella quale non hanno saputo o voluto integrarsi.

In queste brevi riflessioni non ho toccato di proposito l’argomento concernente la lotta per la supremazia politica e economica, globale, tra sunniti e sciiti, della quale si sono occupati molte volte gli articoli pubblicati in questa sede ai quali si rimanda. Non ho ricordato la politica dell’Arabia Saudita e degli Emirati arabi e del Qatar, per non citare l’Iran: questi stati hanno sovvenzionato e tuttora sovvenzionano jihadisti di varia origine, alimentando un fuoco che essi stessi hanno acceso e che gli sfuggirà di mano se non è già successo. Tutti gli stati citati hanno cospicui investimenti in Europa: si cullano forse nell’idea che in un’Europa musulmana i loro investimenti producano maggiori profitti? Illusione pura. Il profitto non sarebbe contemplato nell’ortodossia coranica, propugnata dai nuovi ‘martiri’ e i loro mentori e nemmeno lo sono gli agi di cui godono, specialmente quando sono in Europa, i giovani e meno giovani rampolli sauditi, qatarini, gli emiri e i sultani.

L’Europa, cioè i governanti…perché i cittadini hanno da tempo compreso, deve prendere rapida coscienza di quello che sta accadendo e agire rapidamente per la difesa delle tradizioni culturali europee, del modo di vivere, delle conquiste democratiche raggiunte…magari rinunciando a qualche aspetto di quella democrazia, per la sicurezza, pur di salvare e rafforzare l’identità europea.

La vista dell’abbigliamento dell’Alto Rappresentante della politica estera europea, Mogherini, in visita in Iran è stata devastante ma illuminante. Il rispetto per la cultura di chi ospita è dovuto ma si deve anche rispetto alla nostra dignità e alle nostre conquiste civili. Quell’abbigliamento è stato la fotografia di come l’Europa non sia pronta o non voglia (il che è peggio), affermare con forza la propria identità e per questo ne va della sua sopravvivenza. Sarebbe stato meglio che la Mogherini non avesse fatto quella visita al Majlis iraniano. Dove sono i suoi pagati consulenti?

Siamo in guerra: sì. Bisogna attrezzarsi con la forza delle proprie leggi da far rispettare senza se e senza ma, con forza e senza alcuna concessione a false forme d’integrazione. Non bisogna ammettere (come ha fatto la Gran Bretagna), tribunali islamici o fare concessioni a tradizioni che collidono con la nostra democrazia.

L’Europa, in decadenza, deve avere un sussulto di dignità e una strategia di guerra per vincere il conflitto: altrimenti soccombe. I Servizi europei d’informazione per la sicurezza dello Stato sono lo strumento principale per vincere le singole battaglie mentre i governanti dovrebbero riuscire a concretare una politica efficiente per evitare che il dar al harb diventi molto presto un dar al Islam. Non riusciremo purtroppo a evitare altri attentati ma occorre trovare rapidamente l’antidoto al veleno che continua a diffondersi, aiutato dalle moderne tecnologie. Non bisogna dare possibilità al veleno dell’aspide di penetrare nella nostra società e occorre reprimere con decisione ove occorra u suoi tentativi di mordere.

Sono d’accordo con l’affermazione fatta in televisione dall’ambasciatore Sanguini: anche io non avrei spento Colosseo o Tour Eiffel; avrei raddoppiato l’intensità dell’illuminazione per ricordare in una luce forte le vittime e dimostrare che risponderemo sempre con maggior forza, coraggio perché no tenim por! E mai la terremo.

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