Stabilità e migrazioni.

Il ministro Minniti

Il Ministro Minniti

E’ molto chiaro che la maggior parte dei Paesi appartenenti all’EU non intendono, almeno per un lungo periodo, farsi carico della migrazione che arriva dalla’Africa, in particolare sub sahariana. Una folla di giovani migranti che fugge alcune volte da guerre ma altre? La maggior parte degli arrivi proviene dalla Nigeria: perché?

Eppure ben si sa che c’è una criminalità nigeriana che controlla traffico di droga, di prostituzione e possibilmente anche di armi.

Aumentano i minori e le minori non accompagnati…. la prostituzione minorile nigeriana e di altri Paesi di provenienza aumenta…di molti minori si perdono le tracce.

In larga parte i migranti sono ‘economici’ e non fuggono da guerre o persecuzioni. E il giovane Presidente francese ha fatto un chiaro distinguo ma comunque arrivano e non se ne vanno, anche quelli ‘economici’. Dunque?

Vengono salvati (purtroppo si hanno ancora molte morti), in mare con precisione, presi fin in prossimità delle coste libiche.

Bene: ormai sono chiari alcuni processi di arricchimento sulla pelle di questi ‘poveracci’: processi che riguardano passeur in Africa (con il beneplacito delle tribù che vivono ai confini della Libia), scafisti e…insomma un indotto finanziario in grande espansione. Sono dati accertati. Chiedere alle tribù di non agevolare questo transito significa sapere quanto ricavano da questo commercio. Offrire un terzo in più per poi concedere due terzi in più, riservarsi un terzo in più per le successive richieste..e soprattutto far arrivare il denaro rapidamente…e non sempre la rimessa sarebbe in contanti! Al ‘suk degli Accordi’. Dati ‘sensibili’. Però è uno dei modi concreti per tentare di fermare le masse in viaggio.

Quel che rimane un mistero è come i Paesi europei non si accorgano (o non vogliano capire) che sono anche loro seduti su una bomba umana esplosiva, lasciando all’Italia il peso economico e umano di una situazione che sta sfuggendo di mano, per essere ottimisti.

Punto primo: l’Italia ha problemi sociali, economici e…politici ma sostanzialmente è un territorio molto stabile. La presenza però, anche se minima, di una parte di popolazione appena arrivata può mettere in pericolo tale accertata stabilità.

La popolazione migrante si divide in due parti: quella musulmana proveniente dal Medio Oriente, in gran parte siriana o irachena che fugge dalle guerre, che conosce le regole primarie di stati istituzionali, anche se non accetta abitudini e costumi occidentali e vuole imporre i propri. La maggioranza dei migranti, però, è sub sahariana con una religione spesso non dichiarata e soprattutto sembra non conoscere le regole del vivere occidentale: non si parla di aspetti religiosi ma di quelli riguardanti la vita lavorativa e del convivere civile. Spesso arrivano dall’interno di Stati come la Nigeria, il Senegal (ora pochi), il Mali, il Niger…questo vuol dire che conoscono una vita di tipo clanico, tribale e non si ‘orientano’ in un occidente sconosciuto…quando poi sono elementi poco raccomandabili anche nel loro Paese. Vedi recenti dichiarazioni dello stesso governo nigeriano.

Punto secondo: il dialogo da instaurare con questi due gruppi è assolutamente diverso, premesso che occorrerebbe rimpatriare immediatamente chi non ottiene lo status di rifugiato…ma questo sembra impossibile anche per gli oneri finanziari che comporta e per i mancati accordi con gli stati di provenienza. Occorrono mediatori culturali formati ad hoc, soprattutto per i sub sahariani.

Questi, in particolare, arrivano, probabilmente, con in mente forse un lavoro ma sapendo che comunque per i primi mesi (anni) saranno ricevuti, sfamati, alloggiati e accuditi (Radio Migrante…chiamiamola così). Come è giusto che sia…però comprendono quasi subito che lo stato che li riceve è molto permissivo nei loro confronti anche se non ne comprendono il perché ma ne godono i benefici.

Ci meravigliamo che molti di loro girino con un coltello…normale per chi vive vicino alla savana. E’ un oggetto di uso comune, come per gli yemeniti portare la Jambia (un pugnale ricurvo, molto affilato)…ci sono poi quelli che, essendo stato loro rifiutato lo status di rifugiato, hanno ricevuto un decreto di espulsione che il più delle volte non solo non capiscono perché non sanno l’italiano ma anche perché non sanno leggere.

Espulsione: con quali soldi potrebbero acquistare un passaggio aereo o di qualsiasi altro mezzo per ritornare in patria? E quindi restano allo stato brado: o sviluppano problemi psicologici gravi o per sopravvivere spacciano o rubano perché lo stato che li ospita non può, dico non può, offrire loro del lavoro. Devono mangiare, vestirsi, lavarsi e dormire. Normali esigenze dell’essere umano. Per non accennare a altre urgenze tipiche di maschi in età feconda: perché stupirsi di tentati stupri o anche riusciti…o palpeggiamenti…è solo ipocrisia morale. E ci stupiamo che nei centri di accoglienza o altrove vi sia una prostituzione ad hoc…forse è meglio questa che altro…il problema è che, come al solito, questa non è ‘spontanea’ ma gestita spesso da ‘madame’ nigeriane o altri individui che ne fanno mercato e arricchimento personale. Di qui poi vedi in mano a richiedenti asilo telefonini anche molto moderni.

Per ora ho elencato problemi che tutti conosciamo. Quel che però l’Italia e gli altri Paesi europei non comprendono che la stabilità della stessa Europa, non solo dell’Italia, è messa in pericolo da questa migrazione. In genere essa si attende una sistemazione qualunque (lavorativa o non) e poiché l’Italia e l’Europa non sapranno integrare questa gran massa di disperati, saranno costoro e non gli europei, a destabilizzare seriamente il territorio (iniziando da quello italiano), con le loro proteste. I sub sahariani non conoscono le regole occidentali ma hanno capito o glielo hanno fatto capire che mettendosi in mezzo a strade e autostrade o rovesciando cassonetti, in linea di massima ottengono quel che vogliono: posto dove stare (amano risiedere vicino a grandi centri), cibo diverso…è pur vero che alcune cooperative che se ne occupano, non danno un cibo degno di questo nome, lucrando su quanto lo Stato italiano dà loro per nutrire il migrante (business is business)…è però altrettanto vero che i migranti sub sahariani non sono abituati al cibo occidentale e quindi ‘pretendono’ quel che loro aggrada.

Faccio un riferimento storico che in pochi conoscono e che io (giovanissima studiosa) ho vissuto in loco proprio in quei giorni: il 12 ottobre 1968 i territori spagnoli di Fernando Poo (isola) e Rio Muni (nel continente africano) divennero indipendenti con il nome di Guinea Equatoriale. Le popolazioni indigene festeggiarono in modo normale ma i 70.000 (nella sola isola), operai nigeriani che lavoravano nelle piantagioni di caffè e di cacao organizzarono dei balele (festeggiamenti) che invece ebbero una deriva forse non del tutto imprevista: reclamarono lo stesso giorno, vista l’indipendenza, salari più alti, diritti di vario genere. Anche nei giorni successivi misero a fuoco alcune piantagioni rivoltandosi anche contro le stesse giovani autorità guineane e quelle religiose locali, iniziando così un periodo di destabilizzazione nello Stato di recentissima indipendenza. Altri problemi sorsero in seguito ma furono i nigeriani, non i nuovi guineani, a iniziare rivolte e disordini. Un esempio storico da ricordare.

Per tornare ai nostri giorni e al nostro territorio, abbiamo assistito più volte a risse fra sub sahariani o mediorientali, tra di loro. Ci sono già stati episodi di migranti alloggiati che hanno fatto qualche barricata per non accogliere altri ‘fratelli’ migranti perché c’è anche un problema di eccesso di popolazione ospitata in alcuni centri per ‘richiedenti asilo’. I loro problemi interni graveranno sul resto.

Quanti di questi migranti potremo integrare? A quanti dare un lavoro chiaro…affinché possano pagare i ‘contributi’ anche per le pensioni degli autoctoni (gli italiani), come peraltro fa notare il Presidente dell’INPS italiano?

O a fronte di tante delusioni, di non ottenere quel che speravano, nella loro disperazione cercheranno di destabilizzare, sia pur incoscientemente, l’Italia?

Possibile che per egoismo e cecità la maggior parte dei Paesi europei, maggiormente i Balcanici, non vedano i pericoli di un ammassamento in una zona ristretta di questa migrazione epocale irreversibile, che aumenterà nel corso dei prossimi anni in maniera esponenziale anche per ragioni climatiche? E se l’Italia non dovesse più avere tutta la sua sicurezza e stabilità, ne saranno infettati anche gli altri stati europei.

L’Europa ha già perso la sua identità; non si torna indietro, quantomeno per normali fenomeni demografici ormai acclarati (si riproducono in numero maggiore rispetto agli europei e quindi…v. per l’Italia http://www.un.org/esa/population/publications/ReplMigED/Italy.pdf).

Almeno però saper gestire questa transizione che non sarà poi molto lunga…al massimo venti/trenta anni sarebbe un buon punto di partenza.

Sembra proprio che i governanti europei non sappiano che fare o forse lo sanno e lo nascondono ai normali cittadini che non sono razzisti ma si fanno molte, troppe domande, per ora senza risposta, vivendo una difficile realtà quotidiana nella quale si inserisce anche un terrorismo internazionale di matrice jihadista, spesso realizzato da giovani mediorientali di seconda o terza generazione (v. Francia, Belgio, Gran Bretagna). Ma questo è un altro ennesimo problema del mondo occidentale del quale sarebbe opportuno tener conto se possibile.

(v. anche di Paciello www.osservatorioanalitico.com/?p=7834)

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