MEDIO ORIENTE. CHI COMBATTE CHI

MEDIO ORIENTE. CHI COMBATTE CHI

La distruzione a Deir al Zor

La distruzione a Deir al Zor

La situazione di chi combatte chi in Medio Oriente non è davvero molto chiara. Seguire i vari nemici-amici-in coalizione o non, non è semplice. Fermo restando che gli equilibri in quella regione sono in continua quasi quotidiana variazione, cerchiamo di capire quel che accade in questi giorni grazie a un esperto del settore.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

  1. Premessa

Il giornale israeliano Ha’aretz indica che le milizie sciite in Iraq e Siria si stanno posizionando lungo il confine siro-iracheno sotto la super visione iraniana e se le milizie uniranno le loro forze “l’Iran sarà in grado di avere un passaggio sicuro che gli permetterà di disporre truppe, armi e convogli rifornendo sia il regime di Assad, che Hezb’Allah in Libano, passando attraverso il corridoio terrestre in Iraq”.

Sul quotidiano Yedot Haaronot, il ministro dell’informazione israeliano afferma che “Cacciare Daesh e i ribelli dalle frontiere permette alle milizie legate all’Iran di controllare zone strategiche dalla zona desertica situata a Ovest di Mosul fino alle Alture del Golan” (1.200 kmq occupate da Tel Aviv nella guerra del 1967 e unilateralmente annessa, in violazione delle Relazioni dell’A.G. e dal C.d.S. ONU).

Fra gli altri attacchi israeliani nel Golan, uno dei più importanti è quello del 19 gennaio 2105, quando elicotteri bombardano un convoglio di tre auto uccidendo 4 pasdaran, il generale dei Guardiani della Rivoluzione, Mohammad Allahdadi, e un ex comandante della brigata Sarollah dei Pasdaran oltre a 6 militanti di Hezb’Allah fra i quali il 21 enne Jihad Moughniyah, figlio del capo militare di Hezb’Allah, Imad, ucciso nel 2008 a Damasco con un’autobomba. Il gruppo del convoglio era pronto ad affrontare i jihadisti di Daesh.

Il premier Netanyahu aggiunge che “la zona di frontiera tra Siria e Iraq è attualmente la più importante nella regione visto che è lì che si decidono gli equilibri di forza in tutta l’area”. Ma non parla dei numerosi jihadisti che, feriti dalle formazioni sciite iraniane ed Hezb’Allah libanese nelle battaglie sulle Alture del Golan, vengono curati da medici israeliani in loco o negli ospedali di Israele.

In altri termini “ cacciare Daesh e i ribelli dalle frontiere permette alle milizie legate all’Iran di controllare zone strategiche… “.Insomma, la guerra a Daesh non si deve fare. Infatti, proprio in quelle zone, elicotteri e jet israeliani più volte colpiscono decine di militari iraniani e sciiti di Hezb’Allah.

  1. La situazione attuale

Il 9 giugno le truppe governative siriane, insieme a Hezb’Allah, raggiungono la frontiera Nord-Est di Al Tanf e uniscono le loro forze a quelle irachene di al- Hashd al-Shaabi (Unità di Mobilitazione Popolari – PMU). L’agenzia della stampa siriana Sana aggiunge che: ”Le forze siriane sono riuscite in due settimane ad avanzare nella regione desertica di Badia”.

Più precisamente, le truppe di Damasco evitano la base di Al Tanf, occupata dai ribelli sostenuti e difesi dagli USA, che nei giorni precedenti quotidianamente bombardano per tre volte le milizie damascene con gli inevitabili “danni collaterali”, per consentire ai jihadisti di svolgere le loro attività senza interventi dell’esercito siriano. Inoltre, i118 giugno gli USA abbattono un areo siriano che combatteva i jihadisti di Daesh vicino a Raqqa, scatenando la rabbia di Damasco.

Questo avviene mentre l’Iran lancia missili nell’Est della Siria e colpisce basi dei gruppi jihadisti ritenuti responsabili degli attacchi che il 7 giugno a Tehran aveva ucciso 18 persone. In merito, l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, spiega che a lanciare i missili terra-terra a medio raggio dall’Ovest iraniano verso la regione di Deir al-Zor sono stati i Guardiani della Rivoluzione e che “un ampio numero” di terroristi è stato ucciso. I missili di questo tipo non venivano lanciati dall’Iran dal 1988 durante la guerra, hanno preso di mira “centri di raccolta di terroristi “takfiristi” (come gli iraniani chiamano gli estremisti sunniti).

Considerata la situazione, i militari siriani chiudono una possibile avanzata dei ribelli verso Est, raggirandoli con una manovra a tenaglia per impedire che l’ennesimo gruppo di ribelli, “Jaish Souria al Jadid” (Nuovo esercito della Siria), sostenuto da americani e inglesi, abbia la possibilità di espandersi nella regione verso la zona di Deir Ez- zor.

Manovra che non sfugge a un esperto israeliano il quale dichiara che: “la presenza di un corridoio terrestre sicuro permetterebbe a Tehran di mantenere una presenza militare permanente proprio alle porte di Israele”. In altre parole, la vittoria delle forze siriane non consentirebbe più alcun tipo di intromissione da parte della coalizione a guida statunitense nella guerra contro Daesh che Damasco e i suoi alleati stanno portando avanti in tutta la regione desertica orientale e nella provincia di Dair Ez-zor.

Praticamente, questo successo ostacola i piani di Washington che mira alla creazione di un’altra “zona ribelle” pur di mantenere la Siria divisa e frammentata. Infatti, in questi ultimi mesi, gli USA hanno tentato in qualsiasi maniera, sul versante iracheno, di impedire l’avanzata delle al-Hashd al- Shaabi verso la frontiera siriana.

Questa conquista, inoltre, potrebbe impedire anche alle truppe giordane, sostenute da americani e inglesi, di avanzare oltre i confini della Siria meridionale con la scusa della “guerra a Daesh”.

In merito alla conquista della frontiera siro-irachena, il premier iracheno Haidar Abadi sottolinea che la vittoria sul confine “chiude qualsiasi possibilità di fuga verso la Siria da parte dei terroristi di Daesh e favorisce la prossima caduta di Daesh sia in Iraq che in Siria”.

Ugualmente, il generale Serguei Surovikin, comandante delle forze russe in Siria, si complimenta per la liberazione di tutta l’area “per la prima volta dopo 5 anni” e per i rapidi successi contro Daesh in tutta la zona di confine”.

La reazione israeliana è immediata: un duplice e illegale sconfinamento dello spazio aereo e marittimo libanese – con due jet e una fregata della marina – per testare e monitorare le capacità difensive in Libano. Israele non è nuovo a questi sconfinamenti specialmente dopo che il 25 maggio 2000 la Resistenza libanese di Hezb’Allah costringe l’esercito israeliano ad abbandonare il Libano dopo 18 anni di occupazione, dal 1982. E’ da allora che Tel Aviv prova a contrastare l’ascesa del movimento sciita…

  1. a) direttamente, attraverso 33 giorni di guerra nel 2006, che non portano all’obiettivo prefissato dalle forze ebraiche – la distruzione del “Partito di Dio” – ma, al contrario, mettono in evidenza le difficoltà di Tzahal (esercito israeliano) con una serie di sconfitte…
  2. b) indirettamente, sostenendo l’Arabia Saudita e le milizie jihadiste filo-saudite – creati in molti casi per contrastare l’asse sciita rappresentato nella regione da Siria, Iraq, Iran e Libano – con risultati altrettanto deficitari.

Inoltre, negli ultimi due anni sono diventati sempre più insistenti le analisi inerenti al prossimo scontro militare tra Israele ed Hezb’Allah.

In un recente editoriale, Ha’aretz dichiara che “non ci si chiede più se ci sarà un conflitto, ma quando questo avverrà”.

L’amministrazione del presidente Trump sembra aver dato nuovo impulso alla politica aggressiva del governo Netanyahu. Secondo il quotidiano inglese “Financial Times”, “Washington avrebbe dato via libera a un’azione militare di Tel Aviv contro Hezb’Allah, e anche a una possibile invasione del Libano. Di certo, il presidente USA convoca a Washington rappresentanti di Paesi della regione mediorientale, tra cui Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Giordania oltre a rappresentanti europei (Francia e Gran Bretagna) per migliorare una possibile strategia di contrasto contro Hezb’Allah.

In altri termini, il problema non sarebbe Daesh ma il fatto che Hezb’Allah (e altre formazioni sciite) “si permettono” di combattere i jihadisti e le opposizioni “moderate”.

©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

Deir al Zor...come era...(Fonte: Wikipedia)

Deir al Zor…come era…(Fonte: Wikipedia)

Comments are closed.