La lenta agonia del Diritto Internazionale Umanitario nelle guerre asimmetriche e ibride.4.

La lenta agonia del Diritto Internazionale Umanitario nelle guerre asimmetriche e ibride.4.

La targa ricordo dei giornalisti di Charlie Hebdo, uccisi in redazione il 7 gennaio 2015.

La targa ricordo dei giornalisti di Charlie Hebdo, uccisi in redazione il 7 gennaio 2015.

In quest’ultimo articolo della serie si prende in analisi anche il mondo dell’informazione e la sua influenza, a volte negativa, sulla percezione globale del mondo che individueremo con un solo aggettivo: ‘bellico’. Anche una fotografia, ad esempio, ‘tagliata’ in un certo modo può manipolare la reazione di un lettore se a questo non viene data la possibilità di vedere per intero la scena ripresa… spesso i giornalisti e i fotografi di guerra non sono tutelati dal diritto, anche se hanno chiaramente indosso a caratteri cubitali la dicitura ‘press’: 110 i giornalisti uccisi nel 2015, in guerra o in redazione. Situazioni nuove, sconvolgenti che riguardano da vicino anche il mondo del social network.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

In una “guerra umanitaria” la spettacolarizzazione della sofferenza è la chiave di leva delle scelte politiche e militari e aiuta a creare consensualità intorno agli eserciti liberatori delle vittime deboli, oppresse e bisognose di soccorso con la strumentalizzazione delle condizioni di disagio e degrado dei gruppi etnici o sociali sui quali si incentra l’”intervento umanitario”. Una sorta di marketing umanitario che -in stile Pallywood (27) che come riportato sul sito descriverebbe manipolazione e distorsione dei media per truffa da parte dei Palestinesi col fine di vincere la guerra mediatica e della propaganda contro Israele- utilizza spot ad effetto (feriti finti, ospedali finti, immagini finte, notizie finte) e svolge attività di propaganda (28) di idee per influenzare il sentiment opinioni, emozioni, atteggiamenti, comportamenti e per manipolare e distorcere le coscienze attraverso metodi e tecniche di persuasione dell’opinione pubblica e per generare distopie dispotiche (29) con l’obiettivo del consenso e del controllo sociale. Tale sistema disinformativo/controinformativo si avvale della tecnica del gatekeeping, ossia la decisione di selezione e diffusione di notizie pianificate e immagini costruite per alimentare percezioni e convinzioni di insicurezza fear of crime/fear of war con il metodo programmatico di formAzione push/pull del ciclo dell’informAzione per fornire automaticamente info input agli utilizzatori/ricercatori di info output. L’utilizzo smodato, come forse quello a cui stiamo assistendo, di questo tipo di “informazione” ma anche la correlata controinformazione, porta progressivamente ad una desensibilizzazione dell’opinione mondiale su tematiche critiche e soprattutto alla erosione della legittimità e della autorità delle Convenzioni Internazionali nelle guerre e nelle crisi poiché, in un balletto di accuse e controaccuse, ciò che appare evidente è la pericolosa mancanza di una volontà comune di perseguire, nonostante non vi sia in questo un coinvolgimento diretto delle potenze mondiali, il crimine di guerra in sé, chiunque lo abbia perpetrato, nelle opportune sedi internazionali.

Un esempio interessante di disinformazione (o informazione/controinformazione) è il caso dell’artista siriano Tammam Azzam e la circolazione con condivisione a ottobre 2016 di un’immagine con la didascalia in inglese “Statue of Liberty made from bombed rubble of Aleppo, by Syrian artist Tammam Azzam. Devastating” (30); in italiano “Un artista siriano dopo la distruzione della sua casa ad Aleppo, ad opera dei terroristi, ha voluto riprodurre la celebre Statua della libertà con le rovine della propria casa con un messaggio rivolto agli Stati Uniti: “questa è la vostra libertà…” . (31) L’immagine con la dicitura “Statue of Liberty (Photomontage)” è consultabile sul profilo facebook di Tammam Azzam (32) dove è stata pubblicata a settembre 2012. L’opera è stata realizzata con il fotoritocco digitale e non è un messaggio contro gli Stati Uniti ma rappresenta solamente il simbolo della libertà, come dichiarato dall’artista stesso in una recente intervista per smentire i vari rumors. (33) Il caso rileva come nel mondo multipolare e iperconnesso i social network Facebook e Twitter si prestino ad operazioni di guerra non convenzionale complesse e coperte che tendono allo sviluppo di strumenti adatti all’inganno, per esempio la tattica del “controllo del riflesso” che consiste nel confezionare ad arte informazioni false e immagini fasulle in modo da indurre il bersaglio a reazioni già previste e programmate.

L’analisi sin qua realizzata dimostra in generale che le Proxy Wars ovvero le “guerre per procura”, così come il protrarsi all’infinto di guerre civili e crisi umanitarie, hanno come effetto collaterale la violazione continua e, spesso volontaria, delle norme anche elementari del DIU e del DOM in violazione dei principi internazionali di Umanità o addirittura della primissima “Clausola Martens”, di Distinzione, di Proporzionalità e Necessità Militare, di Precauzione, di Limitazione delle perdite inutili e delle sofferenze superflue.

Nello specifico è importante evidenziare che è possibile tracciare, tra i profili di violazione del DIU e del DOM, uno storico di eventi che non hanno visto né una decisa condanna da parte della comunità internazionale né un giusto processo nelle sedi della giustizia internazionale: l’uso dei tanker di cloro per attacchi in Iraq con target civili (34); l’uso di scudi umani non volontari (35); l’uso dei mezzi protetti dai simboli di protezione croce rossa e mezzaluna a scopo bellico in quasi tutti i conflitti ancora in corso; l’uso dell’assassinio mirato anche su bersagli “illegittimi” (civili e politici non comandanti militari), da parte di armate regolari ed irregolari con un picco enorme sull’uso di strumenti tipici del terrorismo come normale mezzo di guerra (non più solo IED, VIEBD, ma anche il contestuale largo uso di uomini-bomba e veicoli bomba guidati da kamikaze), da parte sia delle fazioni ribelli nella guerra civile siriana che da parte di Isis in Siria, Libia ed Iraq, con eventi quotidiani che mietono numerosissime vittime tra i civili e scarse tra i militari.

Nell’attuale fase di <<crisi dell’esogeneità>>, in cui vi è carenza di costanti e abbondanza di variabili, l’entropia del sistema internazionale necessita di essere tenuta sotto controllo riordinata e coordinata. Il rapporto imprescindibile tra il mondo Militare e dell’Intelligence, il Diritto Internazionale Umanitario e il Diritto degli Ordinamenti Militari gioca un ruolo essenziale per stabilire la sintropia e garantire un equilibrio di endogeneità nell’ottica del comprehensive approach (36), ossia l’impiego, al meglio, di tutti gli strumenti di potere – DIME (Diplomatico, Informativo/Interno, Militare ed Economico) il c.d. smart power– disponibili di uno stato/coalizione di stati allo scopo di raggiungere il desiderato end state.

Infatti, la tutela internazionale umanitaria nell’era delle guerre ibride resta una sfida aperta ed è auspicabile che la sintropia e l’endogeneità suddette siano ristabilite con urgenza, sia per cessare le inutili e prolungate sofferenze alle popolazioni civili ma anche per evitare che il contagio di guerre senza regole e per procura si estenda dai confini prima locali e regionali a cui era confinata e raggiunga infine il suo parossismo, magari in un conflitto internazionale o addirittura mondiale senza regole e senza regolamentazione laddove i maggiori players dispongono oltretutto di un vastissimo arsenale nucleare.

27 http://www.pallywood.com/-propos1

28 Bernays Edward, Propaganda, 1928 http://asset-4.soupcdn.com/asset/0324/0984_4ce7.pdf

29 Orwell e Huxley, distopie per un futuro dispotico http://www.lintellettualedissidente.it/%20letteratura-2/orwell-e-huxley-distopie-per-un-futuro-dispotico/

30 https://twitter.com/ianbremmer/status/789852854227984384/photo/1

31 https://www.facebook.com/VENTORIBELLESEMPRECONVOI/photos/a.362122087202373.84604.181839815230602/1248876491860257/?type=3&hc_ref=SEARCH ;

https://www.facebook.com/informareXresistere/photos/a.101777153911.91013.101748583911/10155028212208912/?type=3&hc_ref=SEARCH

32 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151029297552353&set=t.524987352

33 http://english.alarabiya.net/en/variety/2016/10/23/The-truth-behind-Syria-s-Statue-of-Liberty.html

34 http://www.nbcnews.com/id/17254507/

35 https://www.justsecurity.org/27005/human-shields-weapon-strong/

36 http://www.nato.int/cps/en/natolive/topics_51633.htm

I link degli articoli precedenti:

www.osservatorioanalitico.com/?p=7293

www.osservatorioanalitico.com/?p=7308

www.osservatorioanalitico.com/?p=7324

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La 'Statua della LIbertà' di Tammar Azzam

La ‘Statua della LIbertà’ di Tammam Azzam

 

 

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