La lenta agonia del Diritto Internazionale Umanitario nelle guerre asimmetriche ed ibride.2.

La lenta agonia del Diritto Internazionale Umanitario nelle guerre asimmetriche ed ibride.2.

(Fonte: Balkis Press)

(Fonte: Balkis Press)

In questo articolo, il secondo della serie, si entra nel vivo del problema: forze regolari, forze irregolari….forze ibride che contraddistinguono il nostro momento storico. La Direzione di OA  è interessata anche a questo tipo di analisi della storia, difficile, affascinante, terribile che stiamo vivendo.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Nel diritto internazionale una definizione considera forze regolari le forze armate di uno stato e forze irregolari le milizie indipendenti non inquadrate nelle forze armate. (6)

In ambito italiano le attività irregolari sono definite come “…azioni di varia natura condotte da soggetti non statuali organizzati militarmente (gruppi o individui) che mirano a indebolire/eliminare l’Autorità di un Governo o influenzare una forza esterna, coinvolgendo direttamente la popolazione per eroderne il consenso e facendo principalmente uso di metodi asimmetrici.” (7)

Il precursore delle nuove guerre è rappresentato dalle asymmetric wars (8), conflitti in cui il confronto tra due o più belligeranti è impari e ineguale e le asimmetrie non si esauriscono sul terreno tecnologico e dottrinario ma investono anche la dimensione politica, economica, giuridica e culturale della società internazionale, intaccandone la struttura. Esempi di conflitto asimmetrico possono essere considerati quello fra Davide e Golia descritto nel I libro di Samuele della Bibbia (9), quello della lepre e la tartaruga nella favola di Esopo(10), e le guerre coloniali che costituiscono l’archetipo dell’asimmetria.

Tale scenario consente di spiegare la genesi delle hybrid wars (11), guerre di quinta generazione, che si presentano come la fusione delle citate tipologie di guerra in una combinazione complessa asimmetrica e omnidirezionale di armi convenzionali, atti terroristici, comportamenti criminali, violenza indiscriminata, coercizione e disordine con l’impiego della tecnologia a fronte della altrui superiorità militare per gli attori locali.

Gli atti militari di guerra ibrida si incastonano invece per gli attori globali in un più ampio e coordinato scenario di guerra diffusa, spesso mai dichiarata apertamente, fatta di operazioni di cyberwarfare o kinetic military action, guerra economico-finanziaria, campagne di propaganda internazionale e operazioni coperte da ingegneria sociale, psicologica, antropologica e culturale comprese nel framework dei conflitti armati e non armati, dove nel perseguimento della salvaguardia del proprio interesse nazionale si sovrappongono operazioni speciali, operazioni di intelligence ed operazioni di influenza. Quando queste azioni, spesso “non cinetiche” (una delle tante definizioni, in questo caso in uso nella NATO) si sovrappongono a quelle cinetiche, spesso il risultato è lo scoppiare di una crisi di qualche natura, che può prender la forma di una rivolta, di una guerra guerreggiata, di una crisi umanitaria, di una crisi finanziaria con effetti di lunghissimo termine.

L’attuale dottrina di guerra ibrida e quella non lineare, raramente e apertamente oggetto di una “libretta” o di una scuola, prevede probabilmente la violazione, spesso intenzionale, del DIU e in generale e del DOM, per il tramite di soggetti difficilmente riconducibili, anche in senso giudiziario locale e internazionale, all’attore o basista – e mandante – di tale operazione. Questo crea nebbia di guerra e una generale erosione delle salvaguardie della Convenzione di Ginevra del 1949 nonché dei Protocolli Aggiuntivi del 1977 (art. 1, n.1 I PA gli Stati aderenti si impegnano non solo a rispettare ma anche a far rispettare << to respect and to ensure respect >>) e anche delle altre convenzioni internazionali e dei principi fondamentali nella condotta delle operazioni militari; inoltre a questo contribuisce, spesso volontariamente, l’uso di massiccia disinformazione e della propaganda sui conflitti e sulle crisi in atto.

Gli episodi prodromici alla proliferazione di conflitti intra-statali ed inter-etnici, basati sul disequilibrio e sulla disomogeneità delle conflittualità, in violazioni del Diritto Internazionale Umanitario (DIU) e del Diritto degli Ordinamenti di Miitari (DOM) sono molteplici e trovano facile collocazione nella massiccia diffusione delle proxy wars. (12)

Tali “guerre per procura” in passato trovavano una collocazione circoscritta quasi sempre nel recinto regolamentante del DIU e del DOM, poiché condotte in paesi satelliti da forze regolari o da gruppi militari comunque legittimamente costituiti, e vedevano nelle potenze sponsorizzanti l’invio di aiuti, advisor, flussi finanziari, materiali bellici più o meno covert ma sempre comunque definiti e definibili una volta individuati e individuabili. Il progressivo avanzamento tecnologico di capacità di acquisizione d’informazioni operative a mezzo satelliti e droni e l’affermarsi delle operazioni speciali come modalità operativa diffusa negli ultimi 30 anni ha cambiato, contestualmente al venire meno dell’equilibrio mondiale bipolare basato sulla Guerra Fredda, il nuovo modo di poter condurre le operazioni militari.

A questo si è poi evidenziata progressivamente, nei teatri bellici e di crisi, l’enorme sproporzione nel rapporto dei costi/benefici dove il costo di schierare un combattente moderno o un veicolo da contrapporre ad un insurgent locale è divenuto abissale, andando a sprofondare la proporzionalità e l’adeguatezza dei mezzi di guerra.

Rimandando a riflessioni future, anche del punto di vista della archetipiologia visuale la questione, in questa sede basti pensare, un esempio fra tutti, come sia man mano maturata la necessità sia militare sia legata al DIU ed al DOM di sviluppare armi “discriminanti” ovvero bombe “intelligenti” in grado di colpire gruppi o singoli in contesto urbano, al fine di non avere, o almeno limitare le vittime collaterali civili.

A questa necessità si è pian piano affiancata quella di affrontare la c.d. “nebbia di guerra” nella quale da sempre si sono incuneati episodi d’involontaria violazione del DIU e del DOM. Un esempio italiano è riconducibile alla Battaglia dei Ponti di Nassyria in Iraq (13) quando un veicolo, che cercava di attraversare uno dei ponti forzò il posto di blocco italiano sull’accesso opposto a quello di provenienza, fu ritenuto una autobomba e, fatto bersaglio di colpi da parte dei militari italiani che lo presidiavano, esplose catastroficamente, uccidendo i passeggeri tra cui una donna incinta. Una ricostruzione della procura militare italiana accertò che il veicolo era un’ambulanza e l’esplosione fu dovuta anche ad una bombola di ossigeno trasportata su di essa, ma i militari interrogati avevano in precedenza smentito di aver visto lampeggiatori e segnali di soccorso ed affermato di essere stati oggetto di colpi di arma da fuoco.

Anche la medicina militare, infatti, quella campale erede della Guerra Fredda, con modelli di evacuazione concentrici (ROLE), studiati per gran numero di feriti e un ampio numero di medici ed infermieri, tipici di una linea di attrito tra eserciti regolari, ne ha risentito. Dalla prima Desert Storm degli anni ’90 si è dovuto sul campo soccorrere un piccolo numero di feriti ma in un campo di battaglia grande spesso come tutto il teatro delle operazioni, talvolta con i soccorritori stessi quale oggetto di secondary bombing perché bersagli paganti sia per mero costo e tempo di formazione sia per l’effetto detrimentale sul morale di avere il proprio sistema di soccorso distrutto. Si è poi passati nell’arco di un ventennio da un modello di sanità militare, efficiente ed efficace, occupato anche nel recupero delle vittime sul campo, con mezzi e personale protetto dai simboli di protezione, ad un modello di “medicalizzazione dei combattenti” dove, a fronte di una corretta formazione, sono proprio le unità combattenti a provvedere al proprio soccorso ed evacuazione fino alle unità ospedali da campo, senza godere nel mentre della protezione accordata alle unità mediche e di protezione civile.

In questo periodo si è addirittura assistito a un’inversione degli eventi, dove gli ospedali governativi, militari e delle ONG sono divenuti essi stessi un bersaglio primario e non un’eventuale, e deplorevole, vittima collaterale degli eventi bellici.

I fatti salienti concorrenti e concorrenziali alla violazione di principi internazionali umanitari, che dovrebbero assicurare la convergenza tra diritti umani DIU e DOM, sono rappresentati dall’escalation di bombardamenti agli ospedali (la distruzione del pronto soccorso di “Medici senza frontiere” ad Aleppo in Siria (14) a Abs in Yemen (15), a Kunduz in Afghanistan (16), a Shirqat e a Tikrit in Iraq (17) rappresentano la nuova frontiera degli attacchi indiscriminati, evidenziano che vi è poca chiarezza su almeno due dei quattro eventi, e qualcuno contesta che non siano mai avvenuti ma anche una nuova tipologia di targeting verso medici, infermieri e soccorritori.

CONTINUA…

(Si segnala che l’ultima visita ai siti indicati nelle note è del 18.11.2016.)

6. Ronzitti Natalino, Diritto Internazionale dei conflitti armati, pp. 155 e ss, 2006, Giappichelli Editore.

7. La dottrina interforze italiana per le operazioni PID/O-3, 2014, Annesso IX.

8. Ancker J. Clinton & Burke D. Michael, Doctrine for Asymmetric Warfare, 2003, Military Review, http://www.au.af.mil/au/awc/awcgate/milreview/ancker.pdf

9) http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Citazione=1Sam%2017&Versione_CEI74=&Versione_CEI2008=3&Versione_TILC=&VersettoOn=1

10) http://www.lapaginadeibimbi.com/fiaba05.htm

11) Hoffman G. Frank, Hybrid Warfare and Challenges, 2009, JFQ: Joint Force Quarterly, smallwarsjournal.com/documents/jfqhoffman.pdf

12) Mumford Andrew, Proxy Warfare and the Future of Conflict, volume 158 issue 2 pages 40-46, 2013 The RUSI Journal

13) http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/14/sarzanini.shtml ;

http://www.repubblica.it/esteri/2010/10/25/news/wikileaks_nassiriya-8410824/

14) http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/15/aleppo-in-24-ore-bombardarti-quattro-ospedali-eunambulanza-la-citta-sta-collassando-ora-dopo-ora/3101055/

15) http://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=42367

16) http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2016/01/27/news/le_nuove_guerre_all_attacco_degli_ospedali-131525409/

17) http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/iraq-ospedali-distrutti-dagli-attacchi-aerei-iracheni-privati-delle-cure-mediche

Il primo articolo della serie è stato pubblicato il 21 novembre:

www.osservatorioanalitico.com/?p=7293

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