Europa: dal colpo di Stato in Ucraina alla secessione della Crimea

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Una brevissima analisi sul mercato delle armi…niente di segreto ma poco conosciuto…a livello di non addetti ai lavori.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini                        

Da oltre due anni, l’Europa è al centro dei media non solo per l’attivismo nei numerosi conflitti esplosi in Africa e nell’intero Oriente ma anche per l’irrisolto problema in Ucraina che presenta due opposte visioni.

Da un lato si parla di un colpo di Stato organizzato dalle Forze filo-occidentali su indicazione di USA e NATO in chiave anti-Russia.

Dall’alto canto, si narra della spontanea secessione della Crimea, la cui maggioranza della popolazione è di origine sovietica, e dell’ingiusto embargo economico deciso dagli USA contro Mosca con pesanti ricadute negative sull’intera Europa.

Una recente inchiesta di Sky News britannica apre scenari preoccupanti.

Secondo l’emittente, l’Ucraina è diventata un mercato nero di armi che convergono dalla criminalità organizzata da settori statali.

In Ucraina vi sarebbero non solo armi di provenienza sovietica, ma anche americane.

In merito, l’emittente riferisce che Michael Carpentier, vice assistente del Segretario della Difesa USA, ha dichiarato che Kiev ha ricevuto materiale di armamento per oltre 600 milioni di dollari. Da Mosca sarebbero arrivati altre armi e anche volontari per sostenere i separatisti di Lugensk e Donetsk.

Mentre i servizi britannici innalzano nel Paese il livello di allarme per potenziali attacchi terroristici, in Europa – secondo la cennata emittente – cosche mafiose gestiscono il traffico di armi di vario tipo: dall’AK47, preferito dalle cellule terroristiche islamiche e dai “lupi solitari”, alle più moderne armi di fabbricazione occidentale, tutte offerte dentro i confini Shengen.

Il mercato nero sarebbe gestito da romeni che offrirebbero l’AK-47 a 1.700 euro e fucili di precisione austriaci Steyr da tiratore scelto a circa 3.000 euro.

I romeni sarebbero anche in grado di fornire armamento pesante come granate, mine e lanciarazzi RPG.

L’emittente britannica sottolinea i modesti sforzi di Kiev per impedire furti di materiale militare e per contrastare la criminalità organizzata spesso in grado di acquisire la complicità delle varie forze di mercenari aventi matrice nazista.

In sostanza, si tratta si strutture clandestine criminal-nazisti in grado di trasportare le armi nei Paesi Shengen con maggiore facilità rispetto alle cosche balcaniche.

All’emittente britannica fa eco il reportage dell’ “Associated Press”, grazie alla quale si viene a sapere che i cittadini ucraini attualmente posseggono oltre 5 milioni di armi non denunciate.

La responsabilità del fenomeno sarebbe attribuibile a quadri intermedi dell’Esercito e dei richiamati al fronte i quali cercano di integrare le modeste paghe vendendo il materiale in dotazione dei propri reparti.

Vi sarebbe anche il coinvolgimento di gruppi paramilitari, sponsorizzati dall’estero o da magnati locali, che hanno permesso la nascita di interi reparti che non rispondono al governo ma solo ai propri finanziatori.

Il pericolo è che non vi sono ancora informazioni sui gruppi terroristici che potrebbero trarre profitto di questa situazione oltre ai noti mercati dell’area balcanica e dell’Albania.

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