FORME E TEMPO DEL TERRORISMO

FORME E TEMPO DEL TERRORISMO

Quel ponte sul Bosforo...

Quel ponte sul Bosforo…

Una breve excursus storico sul terrorismo…per ricordare…

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini                                                                                                                                                         

I recenti attentati di luglio a Nizza il giorno 14 con 84 morti e oltre 200 feriti e il 22 a Monaco con 10 vittime e 27 feriti si aggiungono al massacro avvenuto il 12 del mese precedente a Orlando negli USA, con un bilancio di 50 morti e 54 feriti.

Stragi che hanno in comune alcune caratteristiche: ognuna è stata eseguita da una sola persona; ogni esecutore ha un vissuto di emarginazione, instabilità psichica, piccoli reati, nessun contatto verificato con organizzazioni islamiste jihadiste, anche se gli attacchi di Orlando e Nizza sono rivendicati da Daesh, non nuova a rivendicare azioni altrui.

La modalità di queste stragi da tempo diffuse negli USA e in Europa segnala che questi crimini si riprodurranno.

Un breve salto nel passato è utile per una più mirata analisi del fenomeno.

La domanda è se ci si trovi di fronte a una guerra di religione fra islam e cristianesimo oppure fra differenti sistemi valoriali tra mondo orientale e occidentale.

Partiamo dai fatti.

Un breve percorso storico ci narra che il rivoluzionario francese Graccus Babeuf nel 1792 sosteneva che “ogni azione è legittima nella lotta contro i tiranni”.

Più recentemente, dati di fatto ci insegnano che molti di coloro che ammettevano la legittimità del terrorismo come essenziale arma degli oppressi sono poi diventati rispettati personalità di Stato: i dirigenti della resistenza francese come De Gaulle, poi divenuto capo di Stato; Menachem Begin, già comandante dell’Irgun, poi primo ministro di Israele; Nelson Mandela, capo dell’ African National Congress, dopo la lunga detenzione divenuto presidente del Sudafrica e insignito del Nobel per la pace.

Emerge anche che il primo teorico che propose nel 1848 la dottrina del terrorismo fu il repubblicano tedesco Karl Heinzen, il quale scrisse fra l’altro che per instaurare la democrazia anche l’attentato suicida è percorribile.

In sostanza, se l’attuale offensiva jihadista e la conseguente propaganda critica spingono a credere che il terrorismo sia un’esclusiva islamista ancora una volta la realtà ci dice che non è così.

Anche recentemente altri terroristi eseguivano attentati in molte parti del mondo: IRA e Unionisti nell’Irlanda del Nord; ETA in Spagna; Action Direct in Francia; Brigate Rosse, Prima Linea e molti altri gruppi extraparlamentari e armati di sinistra in Italia; Rote Armee Fraktion in Germania; Farc e milizie paramilitari in Colombia; Tigri Tamil nello Sri Lanka; Fronte Moro nelle Filippine.

Anche i democratici Stati Uniti durante guerre contro Stati del Sud America non esitavano ad appoggiare gruppi terroristici: contro Cuba per oltre 50 anni, facendo preparare attentati; in Nicaragua, negli anni ’80, contro i sandinisti; in Afghanistan contro i sovietici e con l’appoggio di Arabia saudita e Pakistan, creando brigate islamiste del mondo arabo-musulmano, tra i quali la nascente Al Qaeda allora guidata da Osami bin Laden, che poi avrebbe programmato le stragi delle torri Gemelle dell’11 settembre 2001, mentre la guerra iniziata nel 2001 prosegue ancora.

E ancora più recentemente e tuttora in corso, sono i disastri provocati dalle guerre in Iraq (2003), Libia (2011), Siria (2012).

La guerra “contro il terrorismo”, spesso presentata dai media come “missione di peace keeping”, o “intervento umanitario” (singolari ossimori) autorizza di fatto l’aggressore all’impiego di ogni mezzo autoritario e ogni eccesso (le prigioni di tortura a Guantanamo, Abu Ghraib, nei Paesi alleati compiacenti, il sequestro delle persone sospettate e la deportazione), il tutto come consolidata versione moderna dell’”autoritarismo democratico”.

Peraltro, la storia insegna anche che con il pretesto della lotta al terrorismo molti governi, compresi quelli che si presentano come tali, violano con leggi ad hoc i fondamentali diritti umanitari, come gli eventi in corso in Turchia ci narrano ogni giorno dal fallito colpo di Stato del 16 luglio 2016.

Di certo, la brutalità del terrorismo di matrice islamista ha spinto quasi tutte le altre formazioni armate del mondo a firmare accordi di cessate-il-fuoco e deporre le armi.

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