The specific role of Bulgaria in the Black Sea and as a NATO member State. (versione in italiano)

The specific role of Bulgaria in the Black Sea and as a NATO member State. (versione in italiano)

Alexander Nevski Church in Sofia, Bulgaria

Alexander Nevski Church in Sofia, Bulgaria

Continuano gli approfondimenti sulla crisi ucraina e la sua influenza in quel settore strategico, dopo aver analizzato quello della Romania.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

(traduzione Pasqualini)

Durante la guerra fredda, la Bulgaria è stata uno dei più fedeli alleati di Mosca. Qual è il suo ruolo nella strategia della NATO nel Mar Nero oggi? Per molti secoli, la Bulgaria era culturalmente e politicamente vicino alla Russia, una vicinanza forte di radici religiose e linguistiche comuni che si è particolarmente intensificata durante il periodo sovietico, quando la Bulgaria divenne una sorta di alleato di ferro della Russia/Unione Sovietica. Ha continuato a avere buone relazioni con la Federazione russa fino ad oggi, a causa di questi elementi di vicinanza linguistica e culturale ma soprattutto a causa della sua dipendenza energetica quasi totale dalla Russia. Questa dipendenza sottopone la Bulgaria a una sorta di ricatto energetico, o almeno forme di pressione estremamente potenti.

La Bulgaria, che dal 2007 è interiormente lacerata tra un ‘ “anima europea e occidentale” “progressista ” e la necessità di mantenere buoni rapporti con la “sorella maggiore, la nazione slava”, a seguito della crisi in Ucraina, è giunta un difficile bivio nella sua politica estera. Inoltre, la Bulgaria è diventata un elemento essenziale per la proiezione di potenza degli Stati Uniti verso il Medio Oriente e l’Asia centrale e questa importantissima funzione logistica le impone scelte molto attente in politica estera. Quest’ultima si poggia principalmente sulla conservazione delle rotte commerciali attraverso il Mar Nero e le buone relazioni politiche e commerciali con i suoi vicini, anche se ultimamente la Bulgaria sta cercando di staccarsi progressivamente da questa dipendenza energetica russa, rispettando anche le normative energetiche dell’UE, volte a ridurre sostanzialmente il dominio della Russia in Europa orientale in questo settore. Sta anche cercando di staccarsi dalla dipendenza dalla Russia per la manutenzione dell’armamento, in particolare per quanto riguarda gli obsoleti 29s MiG, poiché in passato, la Russia ha spesso fornito all’aviazione bulgara aerei militari russi e sovietici e provveduto a costosi contratti di manutenzione per gli aerei. Questa fornitura militare ha chiaramente non soltanto un’importanza economica ma anche politica, nel senso che per molti anni la Russia ha fornito alla Bulgaria un flusso costante di armi, dotandola di manutenzione ed assistenza militare, nonostante il Paese sia divenuto un membro della NATO nel 2004.

Questa vendita di armi è vista con preoccupazione da parte delle autorità europee e della NATO come un’interferenza indebita in un paese che è una parte della comunità euro-atlantica ma è percepito dalla Russia come un rafforzamento vitale della sua influenza nella regione strategicamente importante dei Balcani e come fonte di notevole guadagno economico e una leva, a causa della necessità della forza aerea bulgara di ottenere una regolare manutenzione dei suoi aerei MiG. (1)

Questo contenzioso commerciale russo-bulgaro e la minaccia della Russia di negare la manutenzione (2) e la fornitura di parti di ricambio per gli aerei ha radici sia commerciali e politiche sia strategiche, e la NATO e la Russia ne sono ovviamente consapevoli. Nel confronto Occidente-Russia, le questioni non sono mai esclusivamente politiche o puramente commerciali. I due aspetti sono spesso strettamente interconnessi, sebbene la maggior parte delle industrie siano collegate all’apparato statale e lavorino in sinergia con quest’ultimo.

Gli Stati Uniti, d’altra parte, hanno spesso imprese puramente private che possono, o non possono, essere legate all’amministrazione dello stato. Questo contenzioso commerciale bulgaro-russo, implicitamente anche politico-strategico, è un esempio del paradigma sovietico-russo di gioco ‘a somma zero’ con l’Occidente. (3)

La regione dei Balcani sembra essere una delle aree più contese tra la Russia e l’Occidente proprio perché ci sono interessi contrastanti in termini d’importanza strategica, rotte energetiche, interessi commerciali e legami culturali tra i paesi balcanici, in particolare tra la Bulgaria, la Serbia (che ancora non è un membro UE né un membro della NATO) e la Russia. All’interno di questi paesi ci sono anche partiti filo-occidentali che vorrebbero staccarsi dalla corruzione e basso reddito risultati del periodo post-comunista, rifiutando la sua eredità e “nichilismo giuridico” e vorrebbero rispettare i valori occidentali di responsabilità di governo, la trasparenza, la raccolta fiscale reale, il contrasto sistemico alla corruzione e al traffico illegale etc. In ogni caso, i problemi interni della Bulgaria, a causa di una cattiva gestione amministrativa e politica e di divisioni interne, influenza direttamente l’importanza politica e strategica del paese dal punto di vista della NATO. Un’adozione definitiva del modello europeo o occidentale è quindi importante per assicurare la stabilità e per proteggere la Bulgaria da interferenze russe o, almeno, come i bulgari stessi dicono, per metterli su una base politica pragmatica ed equilibrata che tenga conto anche della cultura, di storici rapporti, economici e di sicurezza che legano i due paesi slavi e ortodossi. Infatti, in Bulgaria troviamo movimenti filo-russi e in Russia quelli pan-slavi, come il Partito Liberal-Democratico di Zhirinovsky, che chiede maggiore influenza russa nei Balcani.

Bulgaria come un hotspot di confronto tra la Russia e l’Occidente nei Balcani

La Bulgaria è così diventata uno dei punti caldi di confronto non militare diretto tra l’UE e la Russia e, indirettamente, tra la NATO e la Russia, a causa del rafforzamento delle basi militari statunitensi nel paese e nei porti bulgari del Mar Nero, come Burgas o Varna, in grado di fornire l’accesso al Mar Nero per attrezzature civili e militari. A parte l’aspetto militare, la Bulgaria è a conoscenza dell’importante effetto di trasformazione che la NATO e l’UE possono avere sulla stabilità interna, per esempio, sulla lotta alla corruzione e raggiungere uno snellimento della pubblica amministrazione e della vita politica secondo parametri occidentali (4) o anche sulla lotta contro il traffico di esseri umani, il narcotraffico e il terrorismo internazionale, insieme con la lotta per la stabilità esterna: infatti, la Bulgaria si trova nei Balcani e sulle rive del Mar Nero, in zone a un tempo sensibili e strategiche.

La Bulgaria è quindi interessata non solo a essere un membro attivo della NATO e l’UE, ma anche in un ampliamento delle strutture euro-atlantiche a altre zone del Mar Nero, come l’Ucraina e la Georgia, perché questo migliorerebbe sensibilmente la sicurezza complessiva della zona. La Bulgaria è interessata a buoni rapporti pragmatici con la Federazione russa, il suo antico padrone nel periodo della Guerra Fredda e ora suo confratello ortodosso e anche socio ‘energetico’.

La Bulgaria vuole essere un partner corretto per la Federazione Russa ma senza essere vincolata alla sua energia e ai suoi interessi geopolitici. Nell’arena politica bulgara entrambe le fazioni politiche euro-atlantiste e russofile concordano sul fatto che un modus vivendi deve essere trovato in maniera pragmatica tra la Federazione russa e l’Occidente nel settore sensibile e altamente strategico dei Balcani e del Mar Nero; settore che collega l’Europa occidentale, un enorme consumatore di energia, alla zona ricca di energia del Mar Caspio.

[1] http://www.rg.ru/2015/10/16/mig-anons.html “The MiG corporation threatened not to renew maintenance contracts for Bulgarian air force”

[2]http://news.rambler.ru/politics/31816902/?utm_source=adfox_site_36985&utm_medium=adfox_banner_1467661&utm_campaign=adfox_campaign_495794&ues=1

[3] http://tass.ru/en/defense/829504

[4] http://www.bbn.gov.pl/ftp/dok/07/BGR_National_Security_Strategy_Republic_Bulgaria_2011.pdf

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