Il Centro storico di Bucarest
Nel quadro degli approfondimenti sulla crisi dell’Ucraina si analizza oggi il ruolo che può avere la Romania sulla questione.
Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini
Dal momento dell’adesione della Bulgaria e della Romania alla NATO nel 2004 e per l’Unione europea nel 2007, il Mar Nero è diventato oggetto di particolare attenzione per la comunità euro-atlantica. L’obiettivo più importante di questo interesse è naturalmente il controllo e monitoraggio delle rotte energetiche dal Mar Caspio, insieme alla creazione di una zona di stabilità nella estesa regione del Mar Nero, che è divenuta dal 2007 frontiera con l’Unione Europea.
Negli ultimi tempi, con il crescere della crisi ucraina in uno scontro geopolitico epocale tra la Russia e l’Occidente, l’importanza strategica del Mar Nero ha assunto una nuova dimensione. Questo è avvenuto principalmente a causa dei tentativi da parte della Russia e dei suoi alleati in Ucraina di entrare in possesso di vaste parti della costa ucraina sul Mar Nero. Ciò è essenziale per garantirsi un passaggio, un ponte verso la Crimea, e dominare direttamente la parte settentrionale del Mar Nero e il commercio che vi si svolge. Ciò appare di vitale importanza sia per l’Ucraina, che ha l’accesso cruciale per il Mar Nero sia per l’Unione Europea, che considera l’area del Mar Nero strategica e pertanto l’ha inserita nella sua ‘Politica di Vicinato’.
A questo bisogna aggiungere, ovviamente, le diverse potenzialità di proiezione militare degli Stati Uniti e dell’Unione europea, che coinvolgono anche la Bulgaria e la Romania. La proiezione militare degli Stati Uniti è significativamente forte. Insieme con la NATO, dal Mar Nero nel suo complesso, gli Stati Uniti guardano anche al Medio Oriente, al Caucaso meridionale/Mar Caspio e all’Asia centrale.
L’Unione europea, invece, è principalmente interessata alla stabilità regionale e al commercio energetico attraverso il Mar Nero. Per quanto riguarda la sovranità ucraina, è anche interessata alla inviolabilità dei confini degli Stati europei – fin da dopo la seconda guerra mondiale e ratificata dagli accordi di Helsinki del 1975 – che rappresenta la condizione primaria della sua esistenza come attore politico e giuridico sia su gli scenari europei sia extra-europei. La guerra in Ucraina pone quindi il problema fondamentale della geopolitica europea e dell’Unione Europea: la proiezione militare piuttosto debole dell’UE nei teatri extra-europei e anche in quelli europei, nonché il ruolo piuttosto ambiguo svolto dalla Turchia negli ultimi anni, come già sottolineato in precedenti articoli pubblicati su questo Osservatorio.
Passo ora cercare di valutare e analizzare il contributo della Romania e della Bulgaria alla presenza della NATO nella regione del Mar Nero, la cosiddetta “NATO orientale”, per quanto riguarda le infrastrutture, le capacità militari e politiche e la coesione nel quadro generale UE e NATO. Ulteriori temi di valutazione e analisi saranno i rapporti politici, culturali ed economici tra la Romania e, soprattutto, la Bulgaria, con la Russia; i temi della Moldavia e Transnistria, visti come un problema per i rapporti di forza e la stabilità geopolitica del Mar Nero.
La Romania ha una serie di questioni territoriali irrisolte e memorie storiche inconciliabili, legate alla Russia, risalenti all’Impero russo e all’Unione Sovietica. Allo stato attuale, queste sussistono ancora con il successore territoriale dell’URSS, l’Ucraina. La memoria storica conta: durante la Seconda Guerra Mondiale, la Romania è stata costretta dall’URSS a cedere territori in Bessarabia e Moldova alla Repubblica Sovietica Ucraina, anche se la maggioranza della popolazione era di lingua romena, un fatto spinto anche dall’intervento rumeno contro l’URSS durante quella guerra. A parte le rivendicazioni storiche di quel conflitto, la Romania è molto interessata al suo ruolo nella comunità degli Stati del Mar Nero attraverso il Gruppo di Cooperazione del Mar Nero (Turchia, Bulgaria, Romania, Ucraina, Russia e Georgia), i cui compiti principali sono le operazioni di soccorso, la lotta contro i trafficanti e il terrorismo e che serve anche come strumento utile per rafforzare la cooperazione tra stati rivieraschi.
La NATO, tuttavia, rappresenta per la Romania lo strumento migliore per attuare il completamento del suo potenziale di sicurezza. Permette alla Romania di creare una forza e di intensificare la sicurezza contro potenziali minacce regionali e per il godimento dei diritti della Romania nel Mar Nero. Negli ultimi dieci anni, la Romania è diventata così una sorta di rampa di lancio per la proiezione della NATO e degli Stati Uniti verso il Mar Nero e il suo traffico navale, causando grande preoccupazione in Russia, che considera il Mar Nero un elemento essenziale per la sicurezza delle importazioni di energia dal Mar Caspio. Ciò è particolarmente vero in questo momento, quando la preponderanza russa nel Mar Nero potrebbe presto diventare una realtà palpabile che deve essere affrontata dagli Stati rivieraschi per ristabilire il brusco spostamento di un equilibrio regionale di potere nella ampliata regione del Mar Nero . E ‘quindi facile capire come le preoccupazioni della Romania riguardo all’instabilità del Mar Nero siano ben fondate. La posta in gioco non è “solo” il Mar Nero, ma potenzialmente l’intera costa meridionale dell’Ucraina da Mariupol a Odessa. Ciò, naturalmente, porterebbe a una grave escalation di tensione tra NATO e Russia. Per la NATO e l’UE sarebbe la soglia, la “linea rossa”, da non attraversare, sia in termini politici sia militari, come il tentativo russo di chiudere completamente fuori l’Ucraina dal Mar Nero porterebbe sicuramente a gravi ripercussioni, trasformando il conflitto da regionale a uno a livello europeo. L’invasione russa della costa ucraina del Mar Nero trasformerebbe l’attuale conflitto da militare regionale limitato e politico in uno ben più ampio su scala continentale, anche dandogli una dimensione economica importante. In effetti, la costa ucraina del Mar Nero è anche vitale per le forniture di petrolio e gas dalla regione del Mar Caspio e del Medio Oriente e per il commercio in generale: per esempio, il tratto della “Via della Seta”, che raggiunge l’Europa dalla Cina attraverso l’Ucraina aggirando il territorio russo, e soprattutto il suo porto principale, Odessa. Questa ipotesi porterebbe a un grave squilibrio nel commercio mondiale. Questa opzione, tuttavia, attualmente non sembra praticabile per il Presidente russo. Una prospettiva più che allarmante per la Romania se dovesse diventare realtà.
Il ruolo specifico della Romania nella strategia della NATO per il Mar Nero
Dato questo stato di cose, di conseguenza, la NATO potrebbe sicuramente contare sull’aiuto della Romania, non solo a causa del suo impegno e degli obblighi in quanto affidabile membro della NATO (1), ma anche perché sarebbe nell’interesse della Romania contrastare il predominio russo nel Mar Nero e sulla costa ucraina del sud, in particolare per la città portuale, strategicamente sensibile, di Odessa. Inoltre, gli Stati Uniti potrebbero anche avere un proprio interesse strategico nel favorire esplicitamente Romania rispetto alla Turchia. A un’analisi superficiale, la Turchia sembra essere il candidato più naturale a ricevere sostegno degli Stati Uniti, essendo la potenza regionale più importante in grado di mettere in discussione l’influenza russa. Potrebbe però ridurre notevolmente l’influenza di attori esterni e potenzialmente portare ad una marginalizzazione di influenza degli Stati Uniti nell’area. Inoltre, la Turchia, a causa della sua potenza militare ed economica, potrebbe rivelarsi un partner più assertivo e difficile per gli Stati Uniti. E ‘anche possibile che Ankara potrebbe in realtà vedere una maggiore presenza degli Stati Uniti nel Mar Nero come un fattore di indebolimento della sua posizione regionale e un potenziale vincolo a perseguire una propria politica estera indipendente. Ankara può essere disposta a frenare e limitare i diritti della Turchia e ampliare i diritti di altre nazioni in materia di accesso al Mar Nero, in questo modo notevolmente limitare i propri diritti derivanti dalla Convenzione di Montreux, solo in caso di un conflitto militare vero e proprio con la Russia. Bucarest, d’altra parte, non sarebbe in grado di contrastare l’influenza USA. La potrebbe invece vedere come un fattore per elevare e rafforzare la propria posizione nella regione come la terza più potente nazione del Mar Nero dopo la Russia e la Turchia, il che colmerebbe il divario militare recentemente creato dalla debolezza navale temporanea dell’Ucraina e dall’incapacità di controllare la sue estese coste sul Mar Nero, contribuendo così al ristabilimento dell’equilibrio di potere di recente sconvolto nella regione. In questo modo, la Romania potrebbe ottenere l’accesso a maggiori aiuti finanziari degli Stati Uniti in termini di strutture regionali militari e civili. La Romania si sta mettendo alla testa di un gruppo di paesi dell’est, in particolare la Polonia, che stanno chiedendo insistentemente e senza compromessi un forte aumento della spesa connessa con la difesa e la creazione di una forza di reazione rapida contro una possibile aggressione russa.
Pertanto, aumentare il sostegno militare alla Romania, per esempio con la base aerea degli Stati Uniti Mihail Kogălniceanu, sarebbe non solo creare un cuscinetto contro una potenziale ulteriore espansione russa (2), ma anche aiutare a mantenere un equilibrio meno concentrato di potere nella regione. (3) A sua volta, ciò aiuterebbe Washington a mantenere un accesso più flessibile e meno limitato alla zona. La Romania è anche meno dipendente rispetto ad altri paesi della regione dal settore energetico russo. Storicamente, come già accennato, non ha buoni rapporti con la Russia: vedi il suo atteggiamento durante la Guerra Fredda, quando la Romania sotto il dittatore Ceausescu era relativamente indipendente dagli obblighi del Patto di Varsavia o la volontà politica diretta di Mosca. Questo in genere non si applica ad altri paesi ortodossi della regione, per esempio la Bulgaria, la Grecia, la Serbia o la Moldova – una ex repubblica sovietica con una consistente minoranza russa ed ucraina – che condividono caratteristiche culturali comuni (per un movimento politico-culturale di Pan -Slavismo, spesso usato come strumento politico da Putin in riferimento alle origini slave comuni con la Serbia o la Bulgaria e la fede ortodossa con la Grecia) o una eredità storica con la Russia, così come una dipendenza energetica sostanziale. Tutti questi elementi rendono la Romania, il Paese più importante per gli Stati Uniti e il più importante membro della NATO nella regione del Mar Nero dopo la Turchia.
[1] http://euromaidanpress.com/2015/04/16/why-romania-will-fight-russia/
[2] http://poseidon01.ssrn.com/delivery.php?ID=03610411…&EXT=pdf
[3] http://www.neweasterneurope.eu/interviews/1197-the-new-strategic-reality-in-the-black-sea
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