Transizione verso un nuovo equilibrio globale. Il mondo ‘contropolare’. 2.

Jurij Michajlovič Solozobov

Jurij Michajlovič Solozobov

Riflessioni a voce alta sul cambiamento non solo…climatico…del mondo globalizzato. Spunti di discussione. Le teorie di un politologo russo e altri scrittori sull’argomento.

(La prima parte è stata pubblicata il 1° dicembre 2015)

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

La definizione di mondo contropolare (2015), non ancora completamente acquisita dalla comunità scientifica internazionale, è stata ideata dal politologo russo Jurij Michajlovič Solozobov. Questi, in un suo articolo del dicembre 2014, per il giornale russo Izvestija (4), sottolinea come alla Russia sia stata dichiarata guerra dall’America, dopo la fine della “Pax americana” (periodo corrispondente al “mondo unipolare”), con il blocco economico, che danneggia l’Europa, a tutto vantaggio del risanamento del mercato interno americano. Con questo fine, sono state approvate delle sanzioni contro la Russia, delle quali non si vede la fine, anzi si parla di un eventuale prolungamento delle stesse. “La Russia – continua Solozobov – è stata nominata tra le principali minacce agli Stati Uniti, alla pari dei guerriglieri dello “Stato islamico” e del virus Ebola. Ci hanno considerati uguali ad un miseramente minuto e micidiale virus, per poi dichiarare alla Russia un cordone sanitario, isolarla e sterminarla senza pietà”. (5)

Solozobov fa, quindi, un breve excursus storico, che parte dalla fine del mondo bipolare, quando, con la disintegrazione dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti ebbero le mani libere di comportarsi come più loro piacesse nell’arena internazionale. Viene menzionata la debolezza della Russia di Eltsin e Kozyrev (diplomatico e Primo ministro, sotto la Presidenza Eltsin), nel periodo in cui dall’Occidente si facevano alla Russia promesse di scioglimento della NATO e associazione al “Gruppo dei sette” paesi economicamente più sviluppati del mondo, a cui succedette la crisi economica che colpì il paese nel 1998. Con l’avvento di Putin al potere, prosegue il politologo russo, la Russia si rafforzò e, su sua iniziativa, fu persino creata una Unione eurasiatica, della quale entrarono a far parte anche Bielorussia e Kazakistan e che, contrariamente ai suoi principi fondanti di “ponte economico pacifico tra l’UE e la Repubblica Popolare Cinese”, venne subito additata da Occidente come una URSS2. È per questo che, come scrive Solozobov, gli Stati Uniti, a inizio 2014, “appiccarono il fuoco all’Ucraina” (6).

Quindi, Solozobov, soppesa i vari motivi che caratterizzano la superiorità statunitense a livello mondiale e le peculiarità demografiche e di bilancio militare che rendono impossibile alla Russia di uguagliare gli sforzi americani nel settore difensivo. Passa, poi, a considerare la volontà americana di non rinunciare al ruolo di supremazia mondiale, derivante dal sistema unipolare, non esitando gli USA a sminuire ulteriormente tutti gli altri sottocentri di potere, gli Stati, che potrebbero opporre resistenza, per renderli più facilmente annientabili, non vedendo in essi “nemmeno dei nemici, ma solo pastura per la loro economia”. (7)

Per far fronte a una simile situazione e costringere la potenza americana a riconoscere il diritto alla sovranità reale degli altri Stati, Solozobov sostiene che si debba passare ad un “mondo contropolare”.

Nel mondo contropolare attori minori, detenenti un certo peso regionale, si coalizzano, nell’intento di raggiungere una scala di copertura mondiale e contrastare, così, l’unico polo, che deteneva la supremazia mondiale nel mondo unipolare, ossia, gli Stati Uniti d’America. Nel suo articolo, Solozobov cita, oltre alla Russia e alla Cina, anche l’Iran e, in ottica regionale, il Kazakistan, paese del quale, pur vivendo da anni stabilmente a Mosca, è originario.

Più in generale, come viene fatto presente dall’esperto russo in Scienze storiche, Aleksej Charin, in un suo articolo del settembre 2015 (8), che riprende l’articolo di Solozobov, il nucleo di paesi principali sui quali potrebbero fondarsi queste condivisioni di vedute, che andrebbero a caratterizzare la contropolarità del nuovo mondo, sarebbero quelli partecipanti al gruppo del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), a carattere economico, che nel 2014 si è anche dotato di una propria Banca per lo sviluppo. In sostanza, attorno ai paesi del BRICS si potrebbero formare alleanze definibili, a mio avviso, con terminologia presa a prestito dal processo di integrazione dell’Unione europea, “a geometria variabile”. A seconda, cioè, del momento e della regione geografica, alcuni di quei cinque paesi potrebbero allearsi con stati di dimensioni medie, per tener testa allo strapotere americano. Tutto questo, in un’ottica che, per la Russia e, in generale, per i paesi in situazioni internazionali simili alla sua, Solozobov paragona a quella della Francia di Charles de Gaulle, che non esitò a compiere tanti coraggiosi passi successivi, che le consentirono di prendere le distanze dagli Stati Uniti.

È anche vero, come sottolinea Charin, che ci vogliono dei valori comuni, che rendano attraente per gli Stati di medie dimensioni, unirsi attorno alla Russia, mentre tuttora molti di loro, tra i quali anche paesi come la Cina e l’Iran, nonostante l’aperto antiamericanismo, in molti casi, sembrano condividere gli stessi valori dell’America. Per questo, Charin si chiede “cosa può dare la Russia sul piano economico?”, se la Russia possa fornire qualcosa di analogo ai vantaggi economici provenienti dai rapporti con gli Stati Uniti e se la sua economia sia pronta a questo. Domande, per il momento, in attesa di risposta.

Nel settembre di questo anno, abbiamo avuto un primo esempio di questo tipo di nuove “alleanze” in Siria, dove la Russia ha iniziato ad intervenire pesantemente sul piano militare, seguita dall’Iran e, per la prima volta nella sua storia, sebbene in maniera più “silenziosa” e defilata, dalla Cina.

Un’altro dei principali Stati di media grandezza, che potrebbe avvicinarsi alle posizioni russe è la Germania, le cui decisioni sarebbero in grado di esercitare una certa influenza sull’Europa continentale occidentale e “mitteleuropea” (con eccezione, per molti aspetti, della Polonia e delle tre repubbliche baltiche). Per questo motivo, Berlino rischia di attirarsi le ire di Washington, come già messo in rilievo tra il 2014 e il 2015, da parte della pubblicistica italiana, oltre che, in maniera indiretta, dallo scandalo, che ha colpito di recente la casa automobilistica tedesca Wolkswagen.

Nell’immediato, quello a cui stiamo assistendo a partire da quest’anno, è una lenta tendenza che, secondo la celebre teoria geopolitica dell’”Heartland” (10) del geografo e politico inglese Halford Mackinder, vedrebbe le potenze “continentali” (Russia e Cina) ascendenti e le potenze “marittime” (Stati Uniti e, in seconda battuta, Gran Bretagna) discendenti.

Il mondo multipolare, successivo, ma al contempo, quasi contemporaneo dell’interregno che lo precede – il “mondo contropolare” – è il risultato di quanto in quello si è svolto.

In questo sistema di relazioni internazionali, il polo originario del mondo unipolare (o monopolare, che dir si voglia) – gli Stati Uniti d’America – vedrebbe la propria capacità di agire limitata in modo considerevole dagli stabilizzatisi “poli collettivi” composti da Cina, Russia e, in seconda battuta Iran, gli altri tre membri del gruppo del BRICS – Brasile, India e Sudafrica – e quanti altri paesi ritengano i propri diritti di sovranità nazionale lesi dall’agire dell’ex-potenza unipolare americana. Questi nuovi “poli” riporterebbero quello americano alla situazione iniziale, del “mondo bipolare”, in cui a ogni azione potendo corrispondere una reazione uguale e contraria, ogni polo rifletteva più di una volta, prima di intraprendere iniziative nell’arena internazionale.

Note al testo

4 – “Контрполярный мир” (“Kontrpoljarnij mir”, “Il mondo contropolare”), Izvestija, 9 dicembre 2014.

     Fonte: http://izvestia.ru/news/580537.

5 – Ibidem

6 – Ibidem

7 – Ibidem

8 – “Теория контрополярного мира” (“Teorija kontrpoljarnogo mira”, “La teoria del mondo contropolare”), Gheopolitika –       Informazionno-analitičeskij portal, 1 settembre 2015.

Fonte: http://geopolitica.ru/article/teoriya-kontrpolyarnogo-mira – .VilGBKSi3xi http://geopolitica.ru/article/teoriya-kontrpolyarnogo-mira#.VlhNQXukbxj

9 – Il titolo del numero 8 di “Limes – Rivista italiana di geopolitica”, dell’agosto 2014 la dice tutta sull’errore (o, forse, programma non dichiarato) commesso dall’amministrazione americana, con l’aperto sostegno al colpo di Stato verificatosi tra il 18 e il 23 febbraio di quello stesso anno a Kiev, in Ucraina e ribattezzato dalla stampa mondiale come “rivoluzione”: “Cina-Russia-Germania unite da Obama”. Ebbene, si è dovuto attendere più di un anno per vedere quello che siffatto titolo esprime: una convergenza di interessi e di opinioni di quei tre paesi sull’azione di Washington. Se da un lato, però, abbiamo assistito ad una sempre maggiore collaborazione tra Russia e Cina nelle opportune sedi internazionali (ONU in testa), il ruolo della Germania sembra, a prima vista, più marginale. Berlino da un anno a questa parte ha iniziato a staccarsi dal coro plaudente alle decisioni prese oltre Oceano Atlantico e rafforzate in sede NATO. Se ancora la potenza regionale tedesca non si è apertamente schierata con Mosca e Pechino, ha, comunque, cominciato, negli incontri internazionali che l’hanno vista confrontarsi con gli altri colleghi occidentali, a smarcarsi progressivamente dalle loro decisioni, mostrando una certa neutralità e propensione all’abolizione delle sanzioni economiche decretate lo scorso anno contro la Russia. Proprio questo atteggiamento della Germania sulle decisioni riguardanti, direttamente o indirettamente, la Russia, è per l’America altrettanto pesante che una classica alleanza Germania-Russia. Ecco, quindi, che quest’anno abbiamo assistito alla denuncia americana di qualcosa che già si sapeva fin dal 2012: lo scandalo Volkswagen. Per quanto sia evidente a tutti i lettori avvertiti che le inadempienze della ditta automobilistica tedesca siano ampiamente comprovate, la coincidenza temporale tra lo smarcarsi della Germania dalle decisioni “anti-Russia” congiunte occidentali di ispirazione americana e la denuncia da parte dell’America di quanto portato avanti dalla Volkswagen da diversi anni a questa parte, lascia un po’ perplessi. Le due cose sembrano configurarsi come una specie di ritorsione economica trasversale americana verso l’alleato tedesco, per cercare, se non proprio di “riportarlo nei ranghi”, almeno, di frenarlo in questa sua tendenza all’autonomia decisionale in politica internazionale.

10 – Secondo questa teoria, formulata a inizio del XX Secolo, e basata sulla contrapposizione tra mare e terra, nelle parole di Mackinder, “Chi controlla l’Est Europa comanda l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo”, intendendosi per “Hearland” quella porzione di mondo che va dal russo Volga al cinese Fiume Azzurro e dall’Artico alle cime dell’Himalaya, e per “Isola-Mondo”, quella che va sotto il nome di “Eurafrasia” (Europa, Africa e Asia).

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La teoria dell'Heartland di Sir Halford Mackinder

La teoria dell’Heartland di Sir Halford Mackinder.

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