Una lucida analisi di quel che sta succedendo tra Russia, USA e ISIS. Arriveranno a comprendere che solo insieme potranno piegare l’ISIS e distruggere il Califfato?
Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini
La novità è che la Russia sarebbe disponibile a partecipare ai raid aerei contro l’ “Islamic State” operante in Siria e Iraq. Secondo media israeliani e statunitensi la Russia avrebbe aperto nuove basi militari nella periferia di Damasco e inviato migliaia di soldati e piloti per combattere IS e l’”opposizione moderata”.
La Russia smentisce la notizia precisando che l’aviazione si trova nelle sue basi permanenti impegnata nel normale addestramento delle sue truppe.
Il presidente russo Putin, dal Vertice di Vladivostok, propone la formazione di una Coalizione internazionale per contrastare l’IS Ufficialmente. Aggiunge di averne parlato con il presidente americano, leader di Turchia, Arabia Saudita, Giordania e anche con l’opposizione siriana. Nello stesso tempo, Mosca lavora per mantenere Bashar al Assad al potere e annichilire militarmente IS, in seno al quale sarebbero operativi oltre 2 mila ceceni che minacciano la Russia di una prossima “liberazione” di Cecenia e Caucaso del Nord.
Nel quadro della soluzione politica, la Russia annuncia che Assad organizzerà elezioni parlamentari a breve e dividere il potere con un’opposizione leale.
Gli Stati Uniti osservano l’attività russa con riserva, avendo acquisito notizie inerenti a un’attiva presenza di forze russe già attive in nuovi siti per la difesa di Latakia.
Si prospettano due ipotesi:
. se la Russia nei colloqui si mostrasse disponibile ad abbandonare la Siria dovrebbe coordinare le operazioni anti IS con la Coalizione a guida americana, senza formare una seconda Coalizione;
. nel caso contrario, la rottura con USA e Arabia Saudita, ostili alla permanenza di Assad alla guida del Paese, sarebbe definitiva.
Stando ai fatti, ad agosto emergono almeno quattro dati non coerenti sulla reale posizione di Russia e Usa in merito alla futura sorte del presidente siriano Bashar Assad.
La domanda è cosa farà la Russia…
Questo scenario va arricchito dalla posizione dei numerosi Paesi intervenuti sulla Siria sin dall’inizio delle prime proteste disarmate del marzo 2011.
Da allora, il Gruppo degli “Amici della Siria” e l’ “Asse sunnita” sono rimasti coesi.
L’accordo raggiunto a luglio fra il Gruppo dei 5 Paesi + 1 (i 5 membri permanenti del C.d.S. ONU più la Germania) e l’Iran può considerarsi definitivo avendo il presidente Barak Obama ottenuto già il 2 settembre i voti sufficienti per sostenere il veto presidenziale da opporre nella probabile ipotesi di bocciatura da parte del Congresso.
Soprattutto gli USA nel corso dei due anni di negoziati con l’Iran non hanno mancato di rassicurare gli storici alleati del Medio Oriente e principalmente Israele, Arabia Saudita e Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), Giordania, Egitto, Turchia che il trattato è basato sulle verifiche dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e durerà per tutta l’esistenza del programma nucleare. In merito, il presidente americano ottiene anche la comprensione del re saudita che vale per i Paesi del CCG.
Gli USA hanno favorito incontri di Tel Aviv con Arabia Saudita e Paesi del CCG, Turchia e tutti i Paesi a guida sunnita, inducendo anche l’Iran a una posizione più flessibile verso Israele.
In merito, appare significativa la cessazione di ogni aiuto finanziario di Teheran al movimento islamico palestinese Hamas, il cui leader Khaled Meshaal, rifugiato a Doha, ha in corso una trattativa con Israele offrendo una tregua decennale in cambio della cessazione del blocco della Striscia di Gaza che dura dal 2007.
Nello stesso tempo, l’Iran intende riprendere il suo ruolo di potenza esportatrice e attrarre dopo oltre 50 anni di emarginazione investitori occidentali per superare la profonda crisi socio-economica provocata da decennali sanzioni.
In ogni caso, il quadro medio-orientale non sarà mai più come prima.
*E’ ben noto ormai che le truppe russe sono già in Siria per appoggiare Assad contro l’ISIS. Il controllo dell’aeroporto di Latakia è russo. Il Ministro degli Esteri russo Lavrov avrebbe dichiarato che il non appoggio degli USA ad Assad è stato un colossale errore…non solo quello, ci permettiamo di aggiungere.
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