NUOVA STRATEGIA IN MEDIO ORIENTE ?

NUOVA STRATEGIA IN MEDIO ORIENTE ?

Uno dei protagonisti dell'attuale situazione in M.O.: Barack Obama

Uno dei protagonisti dell’attuale situazione in M.O.: Barack Obama

Una lucida analisi di quel che sta succedendo tra Russia, USA e ISIS. Arriveranno a comprendere che solo insieme potranno piegare l’ISIS e distruggere il Califfato?

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini       

La novità è che la Russia sarebbe disponibile a partecipare ai raid aerei contro l’ “Islamic State” operante in Siria e Iraq. Secondo media israeliani e statunitensi la Russia avrebbe aperto nuove basi militari nella periferia di Damasco e inviato migliaia di soldati e piloti per combattere IS e l’”opposizione moderata”.

La Russia smentisce la notizia precisando che l’aviazione si trova nelle sue basi permanenti impegnata nel normale addestramento delle sue truppe.

Il presidente russo Putin, dal Vertice di Vladivostok, propone la formazione di una Coalizione internazionale per contrastare l’IS Ufficialmente. Aggiunge di averne parlato con il presidente americano, leader di Turchia, Arabia Saudita, Giordania e anche con l’opposizione siriana. Nello stesso tempo, Mosca lavora per mantenere Bashar al Assad al potere e annichilire militarmente IS, in seno al quale sarebbero operativi oltre 2 mila ceceni che minacciano la Russia di una prossima “liberazione” di Cecenia e Caucaso del Nord.

Nel quadro della soluzione politica, la Russia annuncia che Assad organizzerà elezioni parlamentari a breve e dividere il potere con un’opposizione leale.

Gli Stati Uniti osservano l’attività russa con riserva, avendo acquisito notizie inerenti a un’attiva presenza di forze russe già attive in nuovi siti per la difesa di Latakia.

Si prospettano due ipotesi:

. se la Russia nei colloqui si mostrasse disponibile ad abbandonare la Siria dovrebbe coordinare le operazioni anti IS con la Coalizione a guida americana, senza formare una seconda Coalizione;

. nel caso contrario, la rottura con USA e Arabia Saudita, ostili alla permanenza di Assad alla guida del Paese, sarebbe definitiva.

Stando ai fatti, ad agosto emergono almeno quattro dati non coerenti sulla reale posizione di Russia e Usa in merito alla futura sorte del presidente siriano Bashar Assad.

  1. All’inizio di agosto il presidente statunitense autorizza raid in difesa dei “ribelli moderati” addestrati dai consiglieri americani anche se attaccati dall’esercito lealista siriano. In effetti gli aerei dell’Air Force USA intervengono bombardando militanti del Fronte al-Nusra che avevano catturato 7 combattenti della “Division 30” addestrati dal Pentagono. La domanda è cosa succederebbe nel caso di un possibile scontro tra le sue forze e quelle siriane sostenute dai russi.
  2. Ancora più significativo è il vertice che a Doha, nel Qatar, riunisce il segretario di Stato John Kerry, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov e quello saudita Adel Jubeir. Non appare casuale che il ministro degli esteri del Qatar Khalid al-Attiyah suggerisca l’avvio di un dialogo con l’Iran.

    Il principe Mohamed bin Salman

    Il principe saudita Mohamed bin Salman

  3. Negli stessi giorni è molto attivo il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman che si reca: a Mosca per incontrare il presidente Putin poco dopo la diffusione di notizie sia pur smentite dalle parti su un colloquio che il principe avrebbe avuto con il capo dell’intelligence siriana Alì al-Mamalouk; in seguito alla Casa Bianca per la prima visita al presidente con agenda sul nucleare iraniano, lotta al terrorismo, Siria e collaborazione bilaterale. E il ministro degli esteri saudita riferisce la comprensione del monarca sull’accordo in merito al nucleare iraniano e l’intenzione di acquistare dagli USA due fregate da 1 milione di dollari ciascuna, dieci elicotteri da 1,9 miliardi, elicotteri Blackhawk e missili pac-3 per 5,4 miliardi.
  4. E’ ufficiale l’accordo trovato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla proposta francese di transizione politica per la Siria da sviluppare a settembre. In sintesi, il documento articolato in 16 punti intende creare un governo inclusivo con poteri esecutivi. Gli USA non vogliono che ne faccia parte Assad. Contestualmente, la Gran Bretagna presenta alla camera dei comuni una risoluzione per un eventuale intervento in Siria contro l’IS. Quindi, come fatto per la Libia, Francia, USA e Gran Bretagna intenderebbero risolvere la guerra siriana ma – da quanto finora proclamato – con la precondizione dell’allontanamento di Assad.

    IL ministro degli Esteri del Qatar Khalid al-Attiyah

    IL ministro degli Esteri del Qatar Khalid al-Attiyah

La domanda è cosa farà la Russia…

Questo scenario va arricchito dalla posizione dei numerosi Paesi intervenuti sulla Siria sin dall’inizio delle prime proteste disarmate del marzo 2011.

Da allora, il Gruppo degli “Amici della Siria” e l’ “Asse sunnita” sono rimasti coesi.

L’accordo raggiunto a luglio fra il Gruppo dei 5 Paesi + 1 (i 5 membri permanenti del C.d.S. ONU più la Germania) e l’Iran può considerarsi definitivo avendo il presidente Barak Obama ottenuto già il 2 settembre i voti sufficienti per sostenere il veto presidenziale da opporre nella probabile ipotesi di bocciatura da parte del Congresso.

Soprattutto gli USA nel corso dei due anni di negoziati con l’Iran non hanno mancato di rassicurare gli storici alleati del Medio Oriente e principalmente Israele, Arabia Saudita e Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), Giordania, Egitto, Turchia che il trattato è basato sulle verifiche dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e durerà per tutta l’esistenza del programma nucleare. In merito, il presidente americano ottiene anche la comprensione del re saudita che vale per i Paesi del CCG.

Gli USA hanno favorito incontri di Tel Aviv con Arabia Saudita e Paesi del CCG, Turchia e tutti i Paesi a guida sunnita, inducendo anche l’Iran a una posizione più flessibile verso Israele.

In merito, appare significativa la cessazione di ogni aiuto finanziario di Teheran al movimento islamico palestinese Hamas, il cui leader Khaled Meshaal, rifugiato a Doha, ha in corso una trattativa con Israele offrendo una tregua decennale in cambio della cessazione del blocco della Striscia di Gaza che dura dal 2007.

Nello stesso tempo, l’Iran intende riprendere il suo ruolo di potenza esportatrice e attrarre dopo oltre 50 anni di emarginazione investitori occidentali per superare la profonda crisi socio-economica provocata da decennali sanzioni.

In ogni caso, il quadro medio-orientale non sarà mai più come prima.

*E’ ben noto ormai che le truppe russe sono già in Siria per appoggiare Assad contro l’ISIS. Il controllo dell’aeroporto di Latakia è russo. Il Ministro degli Esteri russo Lavrov avrebbe dichiarato che il non appoggio degli USA ad Assad è stato un colossale errore…non solo quello, ci permettiamo di aggiungere.

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