Un attacco a Tunisi. Brevi considerazioni

Un attacco a Tunisi. Brevi considerazioni

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Attacco al Parlamento di Tunisi. Attacco agli stranieri. Attacco al turismo tunisino, fonte di risorse finanziarie di una certa importanza per l’economia di quel territorio.

C’era da aspettarselo anche se la Tunisia rappresenta ancora una terra dove la ’cosiddetta primavera araba’…certamente la popolazione tunisina vuole e spera in una democrazia veritiera e concreta ma ben sappiamo che specialmente a sud i confini con la Libia sono molto permeabili con le conseguenze del caso.

Ci sono inoltre molti giovani tunisini che combattono come foreign fighters per Daesh. Il jihadismo è comunque forte   e rappresentato in Parlamento.

L’Egitto e la Tunisia sono un obiettivo chiaro per l’estremismo jihadista perché specialmente l’Egitto può avere la forza di contrapporsi seriamente all’espansione del cosiddetto ‘Califfato’ , un cancro che ha metastasi ovunque.

Da tempo su queste pagine è stato scritto che solo con la volontà e l’aiuto dei popoli musulmani questo estremismo, pernicioso come tutti quelli di qualsiasi altra origine, potrà essere debellato.

L’Occidente sta pagando i suoi errori e l’Italia nel settore immigrazione sulle proprie coste paga il prezzo più caro della scomparsa di un dittatore che a volte si è rivelato anche ‘profeta’ del futuro: conosceva bene la situazione regionale ma nessuno lo ha ascoltato e in nome di una democrazia imposta, o piuttosto di interessi economici imposti da altri stati europei, è stato malamente tolto di mezzo…inutile ora dire: ma noi non volevamo l’attacco alla Libia…abbiamo seguito altre indicazioni in politica estera. Forse non potevamo fare altrimenti.

In Siria Bashar Al-Asad, dopo quattro anni di guerra civile, è ancora al suo posto. Chi ha aiutato i siriani contro il potere del dittatore ancora in sella, anche se la poltrona traballa ma non si rompe? E forse allo stato dell’arte, nessuno vuole più che l’erede di Hafez Al-Asad lasci il suo pur difficile comando del Paese.   Che sia meglio un dittatore che la sanguinosa feroce medioevale tirannia di un estremismo ‘estremo’?

In Afghanistan non è ancora possibile lasciare del tutto il territorio da parte di chi ha cercato di riportare il paese alla vita civile dopo il governo talebano. Partono le truppe ma rimangono i consiglieri in numero quasi pari alle truppe? Certo: ufficialmente non sono armati se non del loro concreto potere di ‘consigliare’, imporre, intervenire al caso.

In Iraq la stabilità e la sicurezza sembrano ancora obiettivi lontani eppure tanti militari e civili sono morti nel tentativo di portare  alla democrazia Baghdad, naturalmente dopo aver fatto cadere il dittatore di turno.

In Egitto, caduto ‘pacificamente’ un Presidente ‘dittatore’, per opera del popolo egiziano, il nuovo Presidente, dopo la parentesi di un Capo dello Stato proveniente dalle fila dei Fratelli Musulmani, deve avere il pugno duro se vuole che il territorio riprenda a prosperare, possa godere degli aiuti occidentali e farli fruttare per fare in modo che un po’ di benessere torni a piovere sulla popolazione allo scopo di evitare che le sacche di povertà   siano sempre di più il terreno di coltura di un estremismo jihadista che corrompe e nega la vita.

Ecco il pericolo: la negazione della vita come possibilità di vivere in democrazia (anche se rivista con canoni non del tutto occidentali) e in concordia.

A questo stiamo arrivando? Dobbiamo abbattere la cultura millenaria del’essere umano?

E’ un periodo oscuro, quasi ‘medioevale’, nella vulgata storica…che poi invece a ben guardare quel periodo fu anche la base per un fiorire rinascimentale e letterario.

L’essere umano ne uscirà, ma a prezzo di molte vittime. Una cosa è certa: la guerra è stata dichiarata e non è di tipo convenzionale.

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Ill Museo del Bardo a Tunisi (Wikipedia)

Ill Museo del Bardo a Tunisi (Wikipedia)

 

 

 

 

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